A Pasqua, in Abruzzo, protagoniste delle tavole imbandite saranno anche le prelibatezze che nascono da ricette antiche dei territori. Sono 150 circa i prodotti agroalimentari tradizionali abruzzesi, alcune decine dei quali relativi alla panetteria e alla pasticceria. Nel complesso sono 1.252, tra settore dolciario e pasticcerie, le imprese attive in Abruzzo e alle prese con le produzioni pasquali; tre su quattro – 838 attività – sono riconducibili all’artigianato. I dati sono contenuti in un’elaborazione del Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila.
Sono 150, in Abruzzo, secondo la revisione ministeriale di febbraio scorso, i prodotti agroalimentari tradizionali censiti dal Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, caratterizzati da metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo. Si va dai liquori come la Centerba, la Genziana e la Ratafia, alle carni, come gli arrosticini, diversi tipi di salumi o le salsicce. Dai formaggi ai prodotti vegetali, fino ai prodotti della gastronomia, tra cui le “pallotte cace e ove”, la “pecora alla callara”, “pizz’e e ffo’je” e “taijarille, fasciule e coteche”, e a quelli della panetteria e della pasticceria, come bocconotti, fiadoni e maccheroni. Tanti, nel lungo elenco di specialità locali, i prodotti agroalimentari tipici anche della Pasqua.
Periodo di lavoro intenso per le imprese del settore dolciario e per le pasticcerie abruzzesi. Le prime sono 800 (di cui 576 attività artigiane); le seconde sono 452 (262 attività artigiane). A livello territoriale, in testa c’è la provincia di Chieti, con 372 imprese tra settore dolciario e pasticceria (il 75,5% di tipo artigiano), seguita dall’Aquilano (299, 69,6%), dalla provincia di Pescara (297, 58,6%) e dal Teramano (284, 61,6%).
Si tratta di settori che, come avviene per molti altri comparti, nonostante l’esigenza di personale, fanno fatica a reperire le figure necessarie. Nel 2024, infatti, erano previste, in Abruzzo, 670 entrate nei settori Panettieri e pastai artigianali e Pasticcieri, gelatai e conservieri artigianali: il 67,2%, cioè due su tre, era di difficile reperimento, dato che colloca la regione al secondo posto in Italia. Il fenomeno, peraltro, continua a peggiorare, considerando che la difficoltà di reperimento, solo un anno prima, era al 46,7%.