Il Pescara è tornato in serie B dopo cinque anni battendo la Ternana ai calci di rigore e la città festeggia per tutta la notte. Due sono gli eroi della serata magica allo stadio Adriatico-Cornacchia. Il primo è il portiere, scuola Milan, Alessandro Plizzàri che ha parato tre rigori su quattro malgrado un problema fisico accusato nei supplementari. Il secondo è sicuramente l’allenatore Silvio Baldini. Il tecnico massese è notoriamente poco avvezzo alla diplomazia e mentre la città impazziva di gioia, ai microfoni di RaiDue si è lasciato andare a un lungo sfogo, in cui ne ha avuto anche per la Nazionale di Spalletti.
“Il problema – ha detto – è che creano una generazione di persone che non sa più nemmeno che cos’è la bandiera italiana, che cosa vuol dire indossare la maglia azzurra, perché la nazionale vera, come quella del 1982 che ha vinto con Scirea, con Tardelli, con Conti, con Graziani, con Rossi, non avrebbe perso con la Norvegia. Ribadisco che quelli sono stati eroi. Quello era il calcio, quelle erano persone”. Ma quello che conta è il Pescara in serie B, un risultato arrivato dopo un campionato in cui non sono mancati dubbi e contestazioni e una finale che ha coronato la lunga serie dei playoff, una partita di grande sofferenza, giocata per lunghi tratti in 10, in cui, al termine dei 120 minuti, la Ternana ha pareggiato l’1-0 subito nella partita d’andata.
“Voglio dedicare questa vittoria – ha detto Baldini – a tutti quegli allenatori che quest’anno non hanno potuto portare a termine il loro lavoro. Se il Pescara ha vinto lo deve al presidente Daniele Sebastiani. Sta sulle scatole a tutti ma lui mi ha difeso sempre, soprattutto quando mi volevano cacciare. Dovrei adeguarmi alla contestazione ma non lo faccio perché non mi appartiene. Ora sul carro dei vincitori ci salgono tutti. Quando parlavo di magia e dicevo che avrei riportato il Pescara in B molti si misero a ridere. Ora voglio ringraziare non solo la società e la squadra, ma anche i sapientoni che invitavano il presidente Sebastiani a disfarsi di me perché sono una testa di ca… e non so gestire un gruppo. È una vittoria contro queste persone, che rappresentano la cattiveria e il male del calcio”.