Pescara, inchiesta sull’ inquinamento del fiume

Inchiesta della Procura di Pescara sull’inquinamento del fiume Pescara e degli affluenti del suo tratto finale. Coinvolte nell’inchiesta anche due società. In corso il sequestro dello scolmatore al porto canale.

Quattordici in totale gli indagati, nell’ambito di una maxi inchiesta della Procura di Pescara sulla qualità delle acque del fiume e degli affluenti nel tratto finale, per reati che vanno dall’inquinamento ambientale alla gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti, dall’inadempimento e frode in pubbliche forniture alle lesioni come conseguenza di altro delitto, dai plurimi sversamenti fino alla responsabilità amministrativa di persone giuridiche a seguito di reato. L’indagine, coordinata dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, è giunta a conclusione, e questa mattina, in esecuzione del provvedimento emesso dal Gip Gianluca Sarandrea, sono iniziate le attività, ancora in corso di svolgimento, per procedere al sequestro di 26 impianti scolmatori di piena dell’impianto fognario di Pescara e dell’ impianto di depurazione e scarico del mattatoio della città adriatica. Le operazioni, condotte da Guardia Costiera, Nucleo Investigativo dei Carabinieri forestali e Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza, si aggiungono ai sequestri di 4 depuratori e 8 fosse imhoff già compiuti nel passato. In queste ore sono ancora in corso le notifiche degli avvisi di garanzia agli indagati. L’inchiesta – come è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa convocata dal procuratore capo Serpi – riunisce diverse indagini avviate negli anni scorsi sulla qualità delle acque nella città di Pescara.

Quattordici in totale gli indagati, comprese due società. La lista dei nomi comprende Pierluigi Caputi e Luciano Di Biase, entrambi in qualità di Commissario Unico Straordinario degli Enti d’Ambito della Regione Abruzzo, il primo in carica fino al 13 aprile 2016 e il secondo a partire dalla stessa data; Ezio Di Cristoforo e Vincenzo Di Baldassarre, entrambi in qualità di amministratori e legali responsabili dell’ente gestore Aca Spa, il primo dal dicembre 2008 al novembre 2013 e il secondo dal novembre 2013 al settembre 2016; Bartolomeo Di Giovanni e Lorenzo Livello, il primo in qualità di direttore generale e responsabile dei settori Progettazione e Depurazione dell’Aca Spa e il secondo in qualità di direttore tecnico dell’ente; Giovanni Di Vincenzo, quale legale rappresentante dell’Ati Di Vincenzo-Biofert Srl; Mario Adorante, in qualità di Responsabile tecnico della società Di Vincenzo Dino & C. Spa; Alessandro Antonacci, in qualità di Dirigente tecnico dell’Ato numero 4 Pescarese e di Responsabile Unico del Procedimento; Giuliano D’Alessio, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione e legale responsabile della società “Macellatori Teatini Società Cooperativa”, che ha gestito il mattatoio pubblico di Pescarafino al marzo 2016; Mario D’Alessio e Francesca Gagliardi, il primo in qualità di direttore del mattatoio pubblico di Pescara, gestito dalla società “L’arte della macellazione D’Alessio & C. Srl” a partire dal marzo 2016, e Francesca Gagliardi, amministratore unico della stessa società. Indagate anche la società Aca e la società “L’arte della macellazione D’Alessio & C. Srl”. Le accuse, a vario titolo, sono di inquinamento ambientale, gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti, inadempimento e frode in pubbliche forniture, lesioni e plurimi sversamenti, alle quali si aggiungono le varie responsabilità amministrative delle persone giuridiche.

Le parole del procuratore Massimiliano Serpi

“L’intervento della magistratura non discende da una situazione emergenziale verificatasi ora – ha proseguito Serpi – ma dalla conclusione di indagini durate più di due anni e dall’analisi degli elementi riscontrati nel corso delle stesse, che hanno imposto un intervento in un’ottica doverosa di prevenzione, adottando prescrizioni finalizzate al costante monitoraggio dei fattori accertati di rischio ambientale, non essendo possibile, per evidenti ragioni, disporre per atto giudiziario la fisica cessazione dei flussi delle acque reflue”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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