Riforma Irpef, calo medio di 264 euro e taglio maggiore per i redditi medio alti

La riforma fiscale che scattera’ nel 2022 portera’ a una riduzione media di prelievo per 27,8 milioni di contribuenti di 264 euro ma il vantaggio sara’ maggiore per i redditi medio alti, quelli tra i 42mila e i 54mila, che dovranno versare all’erario 765 euro in meno in media. Il calcolo è stato effettuato dall’Ufficio parlamentare di Bilancio che in uno studio flash ha sottolineato che in questa fascia piu’ benestante che e’ pari al 3,3% dei contribuenti, viene concentrato il 14,1% delle risorse. Questa infatti e’ la platea che non beneficiava del cosiddetto bonus Renzi (che si esauriva completamente a 40mila euro di reddito) e in parte beneficia della riduzione dell’aliquota dal 38% al 35% (fino a 50mila euro mentre tra i 50mila e i 55mila si passa direttamente al 43%). Di fatto, sottolinea lo studio, i dirigenti avranno una riduzione delle imposte di 368 euro, oltre il doppio, in termini assoluti, di quella media degli operai, pari a 162 euro, mentre gli impiegati avranno un taglio delle imposte di 266 euro. Lo studio analizza l’impatto della riforma anche guardando non ai singoli contribuenti ma al nucleo familiare chiarendo che il 20% delle famiglie piu’ povere e’ “sostanzialmente escluso” dai benefici per effetto dell’incapienza fiscale. In pratica il 50% dei nuclei in condizione economica meno favorevole “beneficia di circa un quarto delle risorse complessive (circa 1,9 miliardi), mentre il 10% piu’ ricco beneficia di piu’ di un quinto delle risorse (1,6 miliardi)”. Il 20% delle famiglie in condizione economica meno favorevole e’ di fatto escluso dall’ambito di applicazione dell’Irpef a causa dell’elevato livello dei redditi minimi imponibili e quindi non e’ coinvolto dalla revisione dell’Irpef.

Secondo le stime Upb il complesso degli interventi comporta a regime una riduzione del prelievo di circa 264 euro medi pro capite (circa l’uno per cento del reddito disponibile) per 27,8 milioni di contribuenti, pari a circa due terzi del totale. L’onere complessivo a regime stimato in 7,3 miliardi, non si discosta in modo significativo rispetto alle valutazioni riportate nella Relazione tecnica (circa 7 miliardi). Il cambiamento fiscale e’ invece indifferente per oltre 14,5 milioni di contribuenti mentre si evidenzia un incremento di imposta per circa 372.000 individui, in media pari a 188 euro pro capite, per un totale di 70 milioni di euro complessivi. Ma va ricordato che esiste una clausola di salvaguardia che riguarda solo coloro che avevano il bonus Irpef attivato da Renzi, quindi con redditi bassi. In termini di onere complessivo, il ridisegno delle aliquote e degli scaglioni rappresenta l’intervento predominante che assorbe circa il 79% delle risorse distribuite (5,8 miliardi) mentre il restante 21 % (1,5 miliardi) e’ egualmente ripartito tra il ridisegno delle detrazioni per il lavoro dipendente e quello delle detrazioni per pensionati e autonomi. A fronte di una riduzione media di imposta per i soggetti che hanno un vantaggio di 264 euro, per circa la meta’ di essi il beneficio e’ inferiore a 185 euro, mentre un contribuente su 8 (il 12,5 per cento) beneficia per piu’ di 500 euro. Per contribuenti con reddito inferiore ai 12.000 euro il beneficio medio si riduce sensibilmente per effetto dell’incapienza fiscale. Le prime due classi d reddito, dove si concentra circa il 36,9% dei contribuenti, beneficiano di circa il 6,7% delle risorse complessive (circa 500 milioni).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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