Stabilimenti balneari, il Consiglio di Stato blocca le deroghe per le concessioni

Il Consiglio di Stato ha confermato la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge al 31 dicembre dello scorso anno, obbligando così le amministrazioni a disapplicare eventuali deroghe e si richiama “ai principi della Corte di Giustizia Ue” per dare “immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale”. Nella sentenza si sottolinea che la risorsa spiaggia “è scarsa”, al contrario di quanto sostenuto dal governo nella mappatura inviata a Bruxelles e portata a motivo della mancata applicazione della Bolkenstein. L’ottava sezione del Consiglio di Stato, inoltre, nel motivare la sua decisione sottolinea inoltre la necessità anche di aumentare gli spazi di spiaggia libera sulle coste italiane per allinearsi la direttiva Ue. All’ opposto di quanto sostenuto dalla recente mappatura governativa delle spiagge italiane che invece sosteneva la non scarsità delle stesse sui nostri litorali.

“Assistiamo alla pubblicazione di due sentenze del Consiglio di Stato in contrasto tra loro: una impedisce temporaneamente la messa a gara delle concessioni balneari e rimanda alla Corte di Giustizia Europea ogni decisione, l’altra invece obbliga i comuni a indire subito le gare. Poche idee e ben confuse!”. E’ il primo commento a caldo alle pronunce odierne di Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari aderente a Federturismo Confindustria e di La Base Balneare con Donnedamare. “In particolare – si legge in una nota – la scellerata sentenza del Consiglio di Stato che obbliga i Comuni italiani a indire gare per riassegnare le concessioni balneari subito, in disaccordo con quanto definito nel “Milleproroghe”, avrà effetti devastanti sull’occupazione mettendo a rischio l’intero settore che arriva ad occupare fino a 300 mila lavoratori, in gran parte già assunti, per la stagione”. Per le associazioni, “le gare mettono anche a rischio l’offerta dei servizi balneari per quest’estate, nei quali le famiglie e i turisti rischiano di non trovare più gli stabilimenti, e allo stesso tempo creano un danno economico certo per le famiglie e i turisti”. E inoltre “in tutti i casi in cui sono state indette le gare nelle località turistiche, si è assistito a rincari dei prezzi dei servizi in spiaggia anche del 50%, e questo senza creare aumenti nelle entrate per lo Stato. Auspichiamo che il Governo adotti con urgenza un provvedimento legislativo per tutelare oltre 30 mila imprese e correggere questa interpretazione errata dei giudici amministrativi”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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