Studio Cgia, file aumentate in Abruzzo agli sportelli Asl

Con la fine del Covid, anche i cittadini hanno ricominciato a frequentare gli uffici pubblici e, conseguentemente, i tempi di attesa agli sportelli sono tornati ad aumentare. Rispetto a prima dell’avvento della pandemia i livelli di produttivita’ di moltissime amministrazioni pubbliche “sono ancora sotto soglia”. Si ricorda che nel 2023 oltre 500 mila dipendenti pubblici erano ancora in smart working; senza contare che in questi ultimi anni e’ continuato ad aumentare il numero di chi e’ andato in pensione senza essere sostituito. Insomma, dal 2023 gli italiani sono tornati a frequentare gli uffici pubblici, ma, per tutta una serie di ragioni, “questi ultimi non hanno ancora recuperato una performance ottimale”. A dirlo e’ l’Ufficio studi della Cgia. Pertanto, e’ riaffiorato un problema che in questi ultimi anni avevamo rimosso: “nelle Asl e nei Comuni, soprattutto del Sud, le code agli sportelli sono tornate ad allungarsi” e ad aspettare piu’ a lungo sono le persone anziane. I giovani e le persone di mezza eta’, infatti, patiscono meno questi disagi, grazie al ricorso alle competenze informatiche che spesso consentono di evitare di recarsi presso gli uffici pubblici, sottolinea la Cgia.

La forte contrazione degli accessi agli uffici pubblici e la conseguente diminuzione dei tempi di attesa avvenuti tra il 2020 e il 2021 sono riconducibili al fatto che con la pandemia quasi tutti gli sportelli delle amministrazioni comunali front office hanno deciso di lavorare su appuntamento. Negli ospedali, invece, a causa del Covid, gli ingressi sono stati contingentati, contribuendo a diminuire le presenze complessive. Inoltre, con il potenziamento dei call center e dei sevizi offerti attraverso il sito internet, le strutture ospedaliere hanno contribuito a diminuire ulteriormente l’affluenza agli sportelli. Tra il 2021 e il 2023, le persone che si sono recate presso una Asl sono aumentate del 12,9% (+ 2.246.000 persone), mentre quelle in attesa da piu’ di 20 minuti sono incrementate del 24,4% (+1.926.000 persone). Coloro che invece si sono andate all’ufficio anagrafe sono aumentate del 13,4% (+1.976.000 persone), mentre si e’ protratta l’attesa oltre i 20 minuti per il 14,1% degli intervistati (+553.000 persone). A livello regionale nel 2023 gli sportelli Asl “piu’ ‘lumaca’” sono stati quelli della Sicilia, dove il 68,4% degli over 18 ha dichiarato di aver atteso piu’ di 20 minuti. Seguono le Asl di Molise con ritardi denunciati dal 67,6% dei cittadini, la Calabria (67,2%) e Campania (65,8%). Tra il 2021 e il 2023 le regioni dove la fila agli sportelli Asl e’ aumentata maggiormente sono l’Abruzzo (+11 persone), il Veneto e la Basilicata (+10 persone) e la Sardegna (+9).

Sempre a livello regionale, nel 2023 gli sportelli degli uffici anagrafe “piu’ lenti” sono stati quelli laziali: il 44,1% degli over 18, infatti, ha dichiarato di aver atteso piu’ di 20 minuti. Seguono i comuni della Sicilia con il 43,3% e quelli della Puglia con il 34,7%. L’efficienza degli uffici anagrafe dei comuni e’ inversamente proporzionale al crescere della dimensione di questi ultimi: il numero delle persone che nel 2023 ha denunciato di essere stato in attesa piu’ di 20 minuti davanti allo sportello dell’anagrafe nelle amministrazioni con meno di 10 mila abitanti e’ stato del 12,6%, nei comuni tra i 10 e i 50 mila abitanti e’ salito al 23,3% e per quelli con piu’ di 50 mila abitanti ha toccato il 36,4%. Problemi anche per il sistema produttivo: per piu’ di 8 imprenditori su 10, infatti, la pubblica amministrazione obbliga le imprese a delle procedure amministrative complicatissime, sostiene la Cgia secondo la quale, esclusa la Francia, nessun altro paese dell’Area dell’Euro ha registrato un sentiment cosi’ negativo.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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