Studio Cgia, tra 10 anni 81.386 lavoratori in meno in Abruzzo

Le proiezioni demografiche indicano che, entro i prossimi dieci anni, la popolazione in età lavorativa presente in Italia diminuirà di quasi 3 milioni di unità, pari a una riduzione del 7,8 per cento. E’ quanto emerge da un’analisi realizzata dall’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato le previsioni demografiche dell’Istat. All’inizio del 2025 questa fascia demografica contava 37,3 milioni di persone; si prevede che la platea nel 2035 scenderà a 34,4 milioni. Tale calo è attribuibile al progressivo invecchiamento della popolazione: con un numero sempre più ridotto di giovani e un consistente gruppo di baby boomer prossimo all’uscita dal mercato del lavoro per raggiunti limiti d’età, il nostro Paese rischia lo “spopolamento” della coorte anagrafica potenzialmente occupabile.

Secondo l’elaborazione della Cgia, le contrazioni della popolazione in età lavorativa più importanti riguarderanno, in particolare, il Mezzogiorno. Dei 3 milioni di persone in meno che occuperanno la fascia anagrafica tra i 15 e i 64 anni, la metà interesserà le regioni del Sud. Lo scenario più critico investirà la Sardegna che entro il prossimo decennio subirà una riduzione di questa platea di persone del 15,1 per cento (-147.697 persone).  In Abruzzo saranno 81.386 i lavoratori in meno nel 2035, con un calo del 10,3%. Nel dettaglio provinciale a Pescara ci saranno 17.719 lavoratori in meno, a L’Aquila 19.116, a Chieti addirittura 24.355 e infine a Teramo 20.201.

A livello provinciale, invece, la flessione più importante si verificherà a Nuoro con il -17,9 per cento. Seguono la Sud Sardegna con il -17,7, Caltanissetta con il -17,6, Enna con il -17,5 e Potenza con il -17,3. In valore assoluto la provincia che subirà la perdita più importante è Napoli con -236.677 persone.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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