Turismo, il 37,7 per cento dei viaggiatori internazionali scelgono l’Italia

Il turismo sta tornando a livelli pre-pandemici, ma l’Italia deve sfruttare meglio le sue risorse: eventi sportivi internazionali, soluzioni digitali e sostenibili, una migliore collaborazione tra la sfera pubblica e privata e investimenti nelle infrastrutture e in innovazione, saranno chiave per rafforzare il settore. Questo quanto emerge dall’ultima ricerca di Rome Business School “L’Impatto del turismo in Italia. La ripartenza tra cultura, sostenibilità e grandi eventi” a cura di Jacopo Ibello, esperto di turismo industriale, e Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca della Rome Business School. Lo studio conferma che se il 2022 è stato importante per l’Italia per rialzare la testa, sarà nel 2023 il boom di turismo nel Paese. Il 37,7% dei viaggiatori internazionali che sceglieranno l’Italia lo faranno perché attratti soprattutto da cultura, enogastronomia (1 turista su 4) e grandi eventi.

L’Italia si posiziona tra le destinazioni turistiche più gettonate al mondo (7º posto, dati Mastercard 2022) e il settore turistico rappresenta ben il 14% del PIL del Paese, dando lavoro a quasi un milione e mezzo di persone (ISTAT, 2022). La cultura è ancora ciò che attira il maggior numero di turisti: in testa Roma, seguono Firenze e Milano per città più culturali d’Italia, ma è Firenze ad eccellere in trasformazione digitale e vivibilità. Lo studio dimostra infatti che il turista 2023 desidera sempre più un’esperienza attenta alla sostenibilità, ricercando “città intelligenti” e accessibili, e fortemente innovative a livello di fruibilità digito-culturale. Segno della ripartenza, già nel 2022 la vacanza culturale in Italia valeva 17,1 miliardi (0,9 per cento del PIL): quasi il doppio rispetto al 2021 e appena inferiore al surplus nel 2019 (1,0 per cento del PIL). Sia le entrate che le uscite turistiche sono pressoché raddoppiate rispetto al 2021. Nel 2022, l’Italia era risultata quarta in Europa per presenze negli esercizi ricettivi, con una quota del 13,4% sul totale dei Paesi della UE. Secondo Demoskopika, si dovrebbero registrare a fine 2023 quasi 127 milioni di arrivi e quasi 442,5 milioni di presenze a livello mondiale, con una crescita rispettivamente pari all’11,2% e al 12,2%.

I grandi eventi sono un’occasione per attrarre investimenti, generare opere pubbliche, iniziative private e promuovere l’immagine delle città. Attualmente, Roma è pronta per ospitare gli Internazionali BNL d’Italia, l’evento tennistico più importante del paese, che si stima accoglierà oltre 300mila spettatori generando un indotto complessivo per il territorio dio 400mila euro (nel 2022 furono circa 285 milioni). Si prepara anche per la Ryder Cup di settembre, la più importante sfida tra i golfisti dell’Europa e degli Stati Uniti, un incontro che vedrà un incasso per il territorio di 513,4 milioni di euro a fronte di una spesa di 157 milioni, secondo le stime di KPMG Advisory (2023). Guardando ad eventi ancora più rilevanti in termini di impatto, si pensi all’indotto che potrebbe scaturire dalle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026, si stimano 14 miliardi d’incasso per il territorio e 2,3 miliardi complessivi di impatto positivo sul Pil italiano nel periodo dal 2020 al 2028, con un picco nel biennio dal 2025 di 350 milioni per anno. “Milano Cortina 2026 rappresenta una grande opportunità di rinascita degli spazi urbani e per la riqualificazione e l’ammodernamento delle città. Tuttavia, spesso manca una reale collaborazione e integrazione tra gli eventi sportivi, la politica e il territorio”, afferma Jacopo Ibello. “Difatti, senza un sistema integrato di risorse economiche, naturali e soprattutto umane, e senza il coordinamento a tutti i livelli tra Istituzioni Pubbliche e Private, il bell’evento one-shot che fa da semplice vetrina ad un ‘contenitore’ vuoto non riesce a esprimere al massimo il suo potenziale”.

Per questo motivo al Grande Evento dovrebbe seguire anche una vera e propria strategia di pianificazione a livello di marketing territoriale, conclude Ibello. Un evento di impatto ancora maggiore sarebbe l’Expo Universale 2030, per il quale Roma si è già candidata. Valerio Mancini afferma che “sarebbe un’importante opportunità per Roma per rafforzare la propria immagine internazionale, attirare investimenti e migliorare l’infrastruttura, oltre a un’occasione per l’Italia di mostrare al mondo la sua cultura e rafforzare relazioni commerciali con altri Paesi”. Se Roma ospiterà l’Expo ci saranno benefici economici valutati attorno ai 50 miliardi di euro, oltre a 300 mila posti di lavoro e una rigenerazione urbana.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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