Gli Alcolisti Anonimi dell’area Abruzzo-Molise, sabato 14
ottobre, sono stati a Spoltore per presentare il loro metodo di
recupero. L’incontro si è tenuto nei locali adiacenti alla Parrocchia
“San Camillo De Lellis” (via Parigi 101), dove sarà possibile informarsi
anche per i futuri appuntamenti.
E’ nato infatti un gruppo, chiamato
“Per#Dono”, che sarà attivo a Villa Raspa (riunioni il mercoledì alle
ore 18; tel. 360.1018956 o 335.1949584).
Dopo il benvenuto ai partecipanti, le testimonianze di membri
dell’associazione: arrivano da ogni parte d’italia per fare gli auguri
al nuovo gruppo. Tutti, prima di parlare, dicono il loro nome e di
essere alcolisti. Attraverso i loro racconti sono stati rappresentati i
12 passi alla base del metodo di A.A.. La prima a parlare è una barista
abruzzese: “per me ovviamente avere l’alcool era facile ed economico”
ricorda. “Una mattina all’improvviso mi sono accorta che l’alcool era il
mio unico pensiero, era anche nell’armadio al posto dei vestiti, nella
scarpiera”. Prima bisogna capire di avere un problema: “per me gli
alcolisti anonimi erano solo nei telefilm americani. Ho parlato con il
mio medico di base: mi ha domandato quanto bevevo e gli ho risposto <<io
bevo, e basta>>”.
Tanti hanno fatto anche chilometri per arrivare a Spoltore: ogni
intervento ha un accento diverso. “E’ il momento di parlare dei nostri
difetti e quindi sono stato chiamato a parlare io” dice un secondo
alcolista con un sorriso. “Per smettere di bere bisogna cambiare prima
sè stessi, le motivazioni non si possono trovare fuori. Io ho smesso due
volte: la prima per salvare il mio matrimonio. Mia moglie era andata via
di casa da tre giorni e non me n’ero accorto. Mi ha avvisato mia madre,
mentre ero steso sul mio divano. Non ha funzionato, perché non avevo
smesso per me”. Poi ricorda che un alcolista è un pericolo per sè e per
gli altri: “un giorno, senza nessuna ragione, ho deciso che dovevo
guidare a sinistra. Ho fatto diversi chilometri, mentre con la mano
premevo sul clacson: adesso mi vengono i brividi a pensare che avrei
potuto uccidere una famiglia”.
L’anonimato e l’assenza di telefonini che riprendono creano una
situazione inedita per chi non fa parte degli A.A.: lo ha ricordato il
parroco Don Domenico che ha riflettuto sul bisogno di apparire dettato
dal ritmo dei social network. Ci sono uomini e donne in uguale misura:
tra loro anche un ultraottantenne (“mi dissero che ero un alcolista
senza speranza”, ricorda tra gli applausi). C’è un ex calciatore, ha
segnato un goal anche al Pescara, prima di prendere una brutta strada.
Adesso coordina i gruppi campani di A.A: gli alcolisti anonimi infatti
sono gruppi di auto aiuto gestiti da alcolisti, e le riunioni sono
condotte esclusivamente da loro, senza figure professionali o educatori.
“E’ una forma di democrazia che non si può replicare in altri contesti”,
ricorda il coordinatore dell’area Abruzzo-Molise “perché lavoriamo tutti
con il medesimo scopo, quello di portare aiuto ad altri come noi. E non
c’è una gerarchia: il segretario generale è un alcolista come noi, anche
chi ricopre temporaneamente un ruolo importante poi torna a portare il
suo supporto ai gruppi”. In sala ci sono anche Annalisa Iezzi del
servizio di Alcologia di Pescara e Giulia Amodio, responsabile locale di
Telefono Azzurro. E poi i parenti degli alcolisti, che a loro volta sono
riuniti dall’associazione Al-anon.
Ha salutato gli A.A., a nome di tutta l’amministrazione comunale e della
città, l’assessore alle politiche sociali Carlo Cacciatore: “quando ho
parlato la prima volta con i coordinatori di questa iniziativa ho
chiesto di cosa avessero bisogno. E mi sono meravigliato quando mi hanno
detto che non avevano bisogno di niente, solo di sentire la vicinanza
delle istituzioni. Per questo ho deciso di partecipare anch’io
all’incontro e di non venire solo al termine per i saluti: mi sono
commosso ascoltando le vostre storie. Mio padre ripete sempre che
conosce di più chi ha provato, rispetto a chi ha studiato: chi ha
sofferto come voi è più in grado di aiutare chi sta affrontando lo
stesso problema. I dodici passi indicano un percorso valido non solo per
gli alcolisti, ma per tutti quanti noi”.
L’Abruzzo è una regione dove il rischio collegato all’alcolismo è
particolamente alto, almeno secondo i dati dell’Istituto Superiore di
Sanità (ISS) che, nei suoi rapporti di monitoraggio, la colloca ai primi
posti (dietro solo a Val d’Aosta, Friuli e Trentino-Alto Adige). Nelle
regioni italiane, mediamente, il 76,6 per cento della popolazione
maschile consuma, saltuariamente o in modo abituale, bevande alcoliche,
mentre il 10% dei maschi e il 2,5% sono consumatori che bevono con lo
scopo “di ubriacarsi”. Per loro, il rischio alcolismo è particolamente
alto.
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I dodici passi di A.A.
1) Abbiamo ammesso di essere impotenti di fronte all’alcol e che le
nostre vite erano divenute incontrollabili.
2) Siamo giunti a credere che un Potere più grande di noi potrebbe
ricondurci alla ragione.
3) Abbiamo preso la decisione di affidare le nostre volontà e le
nostre vite alla cura di Dio, come noi potemmo concepirLo.
4) Abbiamo fatto un inventario morale profondo e senza paura di noi
stessi.
5) Abbiamo ammesso di fronte a Dio, a noi stessi e a un altro essere
umano, l’esatta natura dei nostri torti.
6) Eravamo completamente pronti ad accettare che Dio eliminasse
tutti questi difetti di carattere.
7) Gli abbiamo chiesto con umiltà di eliminare i nostri difetti.
8) Abbiamo fatto un elenco di tutte le persone cui abbiamo fatto del
male e siamo diventati pronti a rimediare ai danni recati loro.
9) Abbiamo fatto direttamente ammenda verso tali persone, laddove
possibile, tranne quando, così facendo, avremmo potuto recare danno a
loro oppure ad altri.
10) Abbiamo continuato a fare il nostro inventario personale e,
quando ci siamo trovati in torto, lo abbiamo subito ammesso.
11) Abbiamo cercato attraverso la preghiera e la meditazione di
migliorare il nostro contatto cosciente con Dio, come noi potemmo
concepirLo, pregandoLo solo di farci conoscere la Sua volontà nei nostri
riguardi e di darci la forza di eseguirla.
12) Avendo ottenuto un risveglio spirituale come risultato di questi
Passi, abbiamo cercato di portare questo messaggio agli alcolisti e di
mettere in pratica questi principi in tutte le nostre attività.