Omicidio Lizzi, il decesso avvenuto per asfissia meccanica violenta

“Dall’esame si e’ evidenziata una condizione di asfissia meccanica violenta secondaria ad una compressione toracica violenta. Ora ci riserviamo l’esame dei liquidi per eventuali esami tossicologici, ma la prima ipotesi, quella della compressione toracica, e’ stata confermata sul tavolo settorio”. Lo ha detto l’anatomopatologo Pietro Falco, al termine dell’autopsia, durata poco piu’ di due ore, e svoltasi questa mattina all’Istituto,di Medicina Legale dell’ospedale di Chieti sul corpo di Antonio Lizzi, il pensionato 69enne che domenica sera era stato rinvenuto senza vita nella sua abitazione di contrada Marracola di Monteodorisio. “Non possiamo ancora dire a quando risale la morte, rispetto al ritrovamento del corpo perche’ dobbiamo integrare i dati emersi nel corso del sopralluogo con quelli che abbiamo avuto dall’esame necroscopico esterno ed interno, e quindi al momento sarebbe prematuro dare una risposta”. Sull’eventuale presenza di tracce e Dna non del pensionato ucciso, il professor Pietro Falco ha aggiunto: “I prelievi sono stati ovviamente fatti. Potrebbe darsi che non ci sia nulla o che verra’ fuori un Dna che non appartiene alla vittima ma questo non lo possiamo dire in questo momento. Posso dire che sul corpo non sono stati rilevati segni di colluttazione”

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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