Hotel Rigopiano, individuata la sesta vittima

Scende la notte a Rigopiano dopo una giornata di lavoro durante la quale i soccorritori hanno trovato la sesta vittima all’interno dell’hotel, un uomo ancora da identificare, mentre le autorita’ hanno aggiornato il numero dei dispersi: c’e’ anche un giovane senegalese che lavorava nel resort. Considerato il corpo ritrovato, le persone da individuare restano 23 e le speranze di rivederle vive si assottigliano, anche se gli uomini impegnati nelle ricerche non demordono.

“Chi lavora in quelle condizioni – ha sottolineato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio – lavora come se ci fossero da recuperare persone vive. La speranza c’e’ sempre, perche’ quegli eventi possono aver dato luogo a situazioni molto particolari”. Le operazioni sono proseguite incessanti nonostante la nebbia e la pioggia che indurisce la neve. Due i fronti dell’enorme valanga – che ha sprigionato una forza pari a quattromila tir a pieno carico che piombano tutti insieme su un edificio – sui quali si sta lavorando: da un lato i vigili del fuoco avanzano dentro l’albergo sul percorso che ha permesso di trovare nove superstiti, con la difficolta’ di aprire varchi attraverso muri molto spessi e cercare di raggiungere le altre stanze dell’hotel; intanto si lavora sul muro di neve all’esterno per aprire altri varchi sul lato opposto della struttura, nel tentativo di raggiungere e ispezionare piu’ rapidamente i locali travolti dalla valanga.

“Stiamo lavorando – ha spiegato Paolo Molinari, del Dipartimento della Protezione Civile – per realizzare delle trincee e consentire cosi’ di intervenire anche dai lati della valanga. Per garantire la sicurezza dei soccorritori, inoltre, sono stati piazzati strumenti per monitorare l’eventuale attivazione di nuove valanghe sul versante sovrastante l’hotel. Si tratta di un radar di origine svizzera collegato a due sirene: una simulazione al computer ha calcolato dislivello, pendenza e tipo di neve elaborando un modello secondo il quale il sistema darebbe un preavviso di 50-55 secondi prima della valanga.

Le previsioni, inoltre, continuano ad essere pessime: domani e dopodomani e’ prevista ancora pioggia e, ai 1.200 metri dell’hotel, neve. Una situazione che potrebbe aggravare una situazione gia’ molto compromessa. La notizia della sesta vittima accertata e’ arrivata nel pomeriggio: si tratta di un uomo, il cui cadavere e’ stato individuato nella stessa zona dove si trovavano altri corpi. 

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I vigili del fuoco hanno individuato all’interno della struttura il corpo senza vita di una persona di sesso maschile. Sono in corso le operazioni di recupero. Lo ha reso noto la prefettura di Pescara.

Una amica del lavorante senegalese Faye Dame, originaria del Camerun, e’ stata ascoltata oggi dagli inquirenti per poter rintracciare i parenti dell’uomo. Il senegalese immigrato in Italia aveva solo un fratello, ma al momento si trova in Senegal.

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“Noi siamo abruzzesi, ci pieghiamo solo per raccogliere la genziana, ci crediamo. Il pericolo valanghe è reale, la prima cosa è mettere gli operatori in condizioni di lavorare in sicurezza. Se uno ha avuto la fortuna di ripararsi in un contesto con bolle d’aria e sacca può salvarsi”. Lo ha detto parlando con i cronisti Emanuele Cherubini, dirigente medico dell’elisoccorso dell’ospedale di Pescara. “Noi scaviamo fino a quando non troviamo tutti”, aggiunge deciso.

 

“Risulta immodificata” la situazione sanitaria dei nove sopravvissuti alla valanga sull’hotel Rigopiano ricoverati all’ospedale di Pescara. È quanto si legge nel bollettino medico del nosocomio delle ore 16. “I quattro bambini – spiega l’ospedale – sono stati trasferiti peresso il reparto di Pediatria; quattro degli adulti nel corso del pomeriggio, eccetto il paziente operato, saranno trasferiti nei reparti di degenza”. “Le condizioni del paziente operato ieri sono stazionarie. Il decorso post-operatorio regolare. Nei prossimi giorni potrà essere valutata la funzionalità dell’arto. Da lunedì, eccetto che per il paziente operato, verranno valutate le possibilità di dimissioni”.

Domani, in tarda mattinata, i bambini estratti vivi dall’Hotel Rigopiano potrebbero essere dimessi dall’ospedale civile di Pescara. Lo riferisce l’ultimo bollettino medico diffuso dal nosocomio abruzzese. Anche gli adulti, tranne uno che è stato operato, potrebbero essere dimessi.

Vincenzo Forti, uno dei superstiti estratti vivi dall’hotel Rigopiano, è rimasto assieme alla fidanzata “hanno pregato, questo già è tanto”. Lo ha detto Luigi Valiante, amico di Vicenzo, dopo aver visitato il giovane all’ospedale civile di Pescara. Forti è ricoverato e accanto a lui si trova la sua ragazza, Giorgia Galassi.  Forti stava “In un metro quadro, al freddo, senza luce”. Lo ha riferito Luigi Valiante, amico di Vicenzo, dopo aver visitato il giovane all’ospedale civile di Pescara. Forti è ricoverato con la fidanzata Giorgia Galassi. Tra le macerie dell’hotel, sotto la neve, c’erano “lui, la ragazza (Giorgia) e l’altra ragazza, e un altro ragazzo che stava poco lontano”, ha spiegato Valiante.

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La frase che si sente di continuo è “c’e’ ancora speranza”. Non si vogliono arrendere i soccorritori al lavoro all’hotel Rigopiano. Gli ultimi quattro sopravvissuti, Francesca Bronzi, Giorgia Galassi, Vincenzo Forti e Giampaolo Matrone, sono stati estratti a notte fonda: ora sono 11 in totale gli scampati alla valanga. Poi l’hotel Rigopiano ha restituito solo morti: all’alba i vigili del fuoco hanno tirato fuori il corpo di una donna e un paio d’ore dopo ne hanno recuperata un’altra. Una e’ Nadia Acconciamessa, la madre del piccolo Edoardo. L’altra, identificata in serata, e’ Barbara Nobilio, 51 anni, di Loreto Apritino, in vacanza con il marito, che risulta ancora disperso. Erano anche loro al piano terra, in alcune stanze a meno di una decina di metri da dove sono stati salvati Edoardo, Ludovica e Samuel. Il tempo di caricare i loro corpi sull’elicottero e dall’ammasso di macerie e neve e’ uscito il corpo di un uomo: Sebastiano Di Carlo, 49 anni, il papa’ di Edoardo, orfano dunque di entrambi i genitori.

Ora sono cinque le vittime accertate, ma tutti sanno che e’ un numero parecchio a ribasso, considerando che mancano all’appello ancora 23 persone, quelle che il burocratese chiama “dispersi segnalati”, vale a dire coloro che erano nella lista ufficiale degli ospiti, i dipendenti e persone che non soggiornavano in hotel ma la cui presenza e’ stata segnalata da amici o parenti. “Continuiamo a lavorare con grande determinazione, grande forza, grande professionalita’ e con ogni mezzo per trovare le persone che sono li’ sotto”, ha detto anche oggi il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, sottolineando che tutti i soccorritori “continuano a coltivare la speranza, cosi’ come abbiamo fatto quando c’era chi pensava che non ci fosse nessuna speranza. Ieri, pur in assenza di segnali, sono state trovate persone. E il fatto che non ci siano rumori non significa alcunche’, perche’ le squadre di soccorso hanno raccontato di aver rotto delle murature che impedivano l’accesso. La cosa fondamentale e’ continuare a scavare”. In realta’ qualche rumore i Vigili del Fuoco e gli uomini del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza lo hanno sentito.

“Abbiamo altri segnali da sotto la neve e le macerie – ha spiegato il funzionario dei pompieri Alberto Maiolo – e stiamo verificando. Potrebbero essere persone vive ma, anche, le strutture dell’albergo che si muovono sotto il peso della neve”. E purtroppo, dicono molti di quelli che scendono dalla montagna, l’ipotesi piu’ probabile e’ proprio questa. Senza contare che in tutta la zona in cui una volta c’era il Rigopiano bisogna “muoversi con molta cautela, perche’ lo stato dei luoghi e’ pericoloso anche per noi”. Tradotto significa che i soccorritori, lassu’ a 1.200 metri d’altezza, stanno lavorando in condizioni estreme: da ieri la neve si alterna alla pioggia, rendendo ancora piu’ pesante quell’enorme blob di neve, detriti e alberi sradicati che ha sommerso l’hotel. Il rischio valanghe e’ salito a 4 su una scala di cinque, ‘rischio forte’, e non e’ affatto escluso che l’intera slavina possa rimettersi in movimento. Per questo, chiunque arrivi lassu’ per lavorare deve indossare l’Arva – lo strumento che consente di essere localizzati sotto le valanghe – e deve registrarsi prima di entrare nell’area di ricerca. In caso di problemi, almeno si sa chi e’ dentro e chi e’ fuori. “Procediamo a zone, non andiamo avanti a caso – spiegano gli uomini del soccorso alpino – Ma non sempre e’ semplice capire dove erano le cose e le persone, perche’ c’e’ stata una rotazione dell’intera struttura”. Non e’ facile, gia’. Ma nessuno molla, perche’ fin quando non si avra’ la certezza assoluta che non ci sia piu’ niente da fare, ognuno di quelli che imbocca la strada che porta all’hotel spera piu’ di ogni altra cosa di sentirle ancora, quelle voci.

 

Il racconto di Alessio Feniello, il padre di Stefano

 “Nessuna” notizia, “ci dicono che dobbiamo aspettare. Avevamo guardato troppo avanti con la speranza ma eravamo stati indotti a farlo, dopo quello che ci avevano detto ieri sera (venerdi’, ndr)”. E’ la testimonianza di Alessio Feniello, padre di Stefano, uno dei dispersi sotto la slavina che ha travolto l’hotel Rigopiano, raccolta dal Corriere della Sera. “Sono venuti il presidente della Regione, il questore e il prefetto di Pescara a dirci una cosa precisa. Il prefetto ci ha detto: tutto quello che vedete sui media e quello che sentite dire non conta niente, vale solo quello che vi dico io. E ci ha detto che i lavori, li’ sulla valanga, andavano avanti, che avevano individuato cinque persone vive delle quali lui aveva i nomi. Fra quelle persone mio figlio era il secondo della lista. La sua fidanzata Francesca era al terzo posto”. Francesca e’ stata recuperata viva mentre del figlio non si sa ancora nulla. “Mi hanno dato la speranza e poi me l’hanno tolta. Io ho contato i minuti da ieri sera, ho guardato dentro ogni ambulanza che arrivava qui. Ho immaginato di abbracciare Stefano a ogni sportellone che si apriva. Prima che mi dicessero del suo nome in quella lista di sopravvissuti, io ero gia’ morto al solo pensiero di sapere Stefano da qualche parte lassu’. Mi hanno fatto rinascere e adesso e’ come se fossi morto di nuovo”. Poi “sono venuti a giustificarsi per l’errore, mi hanno spiegato, mi hanno detto che dobbiamo attendere e che in realta’ non hanno nessuna notizia certa su Stefano”.

 

Proseguono le indagini

Proseguono le indagini della procura di Pescara sulla tragedia di Rigopiano. E’ stato accertato che la turbina finita nel mirino degli investigatori era rotta dal 6 gennaio scorso. Il mezzo in realta’ e’ un Unimog. I pm titolari dell’inchiesta, il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e il sostituto Andrea Papalia, scortati dai carabinieri che si occupano delle indagini, hanno fatto un sopralluogo tecnico sul posto della tragedia. Sono state fatte foto e filmati. Al vaglio della procura anche se lo sfruttamento boschivo della zona possa aver inciso sulla potenza della valanga. I carabinieri forestale hanno ascoltato quattro persone in qualita’ di persone informate sui fatti. In particolare, l’audizione ha riguardato il Piano neve della Provincia di Pescara, che ieri e’ stato acquisito dai carabinieri forestale. Acquisiti ieri anche i bollettini Meteomont – servizio nazionale di prevenzione neve e valanghe – trasmessi alla prefettura che indicava livello 4 su una scala di 5 nella zona del Gran Sasso. Al momento non ci sono indagati e le ipotesi di reato sono omicidio plurimo colposo e disastro colposo.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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