Ricostruzione privata, concessi circa 6 miliardi e 237 milioni di euro

Per la ricostruzione privata del post sisma 2009 sono stati concessi circa 6 miliardi e 237 milioni di euro. In particolare, per la ricostruzione del Comune dell’Aquila e della periferia – i dati sono riferiti al 6 febbraio 2017 – l’importo concesso alle 24.575 pratiche istruite ammonta a 4 miliardi 903 milioni e 537 mila euro. Le pratiche da istruire sono ancora 2.121 e l’importo richiesto e’ di 2 miliardi 697 milioni 934 mila euro. Per quanto riguarda la ricostruzione dei 56 comuni del cratere sismico (L’Aquila esclusa) i contributi concessi al 31 marzo 2017 sono pari a 1 miliardo e 334 milioni di euro. Per quanto concerne la ricostruzione pubblica riferita al Comune dell’Aquila e ai centri storici della periferia l’importo richiesto ad oggi e’ di 2 miliardi 143 milioni 738 mila euro circa di cui finanziato 1 miliardo 991 milioni 636 mila euro.

A distanza di 8 anni dal sisma che ha devastato L’Aquila e il circondario sono ancora 8.876 le persone alloggiate nei Progetti Case e 2.272 quelle che si trovano nei Map (moduli abitativi provvisori), secondo i dati aggiornati al 31 marzo 2017. Nel totale sono tuttavia ricompresi anche gli sfollati del terremoto del centro Italia che comunque sono una netta minoranza anche se un dato preciso non e’ al momento possibile farlo. Piu’ nel dettaglio i nuclei familiari assegnatari di alloggi del Progetto Case sono 3.517, i nuclei familiari assegnatari di alloggi Map 1.137. Gli alloggi liberi sono 121 nel Progetto Case. e 37 nei Map

“A otto anni dal sisma che ha distrutto L’Aquila e il circondario la vera piaga continua ad essere la ricostruzione pubblica”. Lo dice il sindaco, Massimo Cialente “soddisfatto”, invece, per la ricostruzione privata della periferia, che e’ ha potuto portare avanti direttamente il Comune con la sua filiera e che “ha corso tanto”. “A maggio 2015 – dice – abbiamo ricostruito case per 42 mila persone”. Il sindaco ci tiene a sottolineare che tutto e’ stato possibile gia’ prima dell’entrata in vigore della legge Barca. “La ricostruzione del centro storico – osserva – e’ partita solo a marzo 2013 e adesso si lavora alacremente come testimoniano le quasi 100 gru disseminate sul territorio. Il problema – afferma Cialente – oggi e’ ancora nella ricostruzione dei centri storici delle frazioni dove si registrano gravi ritardi causati dalla nuova legge sugli appalti pubblici. Ma la stessa cosa avviene anche nel centro storico del capoluogo dove la ricostruzione pubblica proprio non cammina: basti pensare al Teatro Comunale, o al Duomo, c’e’ una lentezza incredibile. Stessa cosa avviene per la ricostruzione delle scuole e in tutti gli edifici che sono pubblici. Gli unici ricostruiti dopo 8 anni sono il Palazzo di Giustizia, l’Anas e la Corte d’Appello. Il resto e’ tutto fermo. In queste ore c’e’ il senso della beffa”.

Ad aprile 2016 – ricorda Cialente – e’ uscito il nuovo codice degli appalti che annullo’ l’appalto concorso, quindi abbiamo dovuto bloccare parecchi interventi per fare le gare d’appalto e i progetti esecutivi. Forse lo Stato si e’ reso conto dell’errore e probabilmente si ritorna indietro cosi’ da accelerare i tempi. Il dramma e’ che i cittadini non se ne rendono conto e se la prendono con il sindaco. Oggi fare un appalto pubblico ha dei tempi biblici che non sono pari a quelli di altri paesi europei. Il problema – sottolinea il primo cittadino – non e’ fare norme anticorruzione, cambiare codici, bisogna che corrotti, corruttori e faccendieri, una volta individuati, vengano processati immediatamente senza prescrizioni. Occorre la certezza della colpa. Occorrono poche norme come nel resto d’Europa. Sono 8 anni e i lavori alla scuola ‘De Amicis’ – porta ad esempio Cialente – ancora non partono anche se avevamo i soldi. In Italia l’appalto pubblico e’ un vero problema. E’ una cosa che grida vendetta rispetto a Dio. Siamo in un paese in cui c’e’ la lentezza nei processi e il rischio prescrizione e’ sempre dietro l’angolo. Intanto i tempi si allungano”. Cialente accusa il legislatore di “una pigrizia pesantissima”. Il sindaco porta ancora ad esempio il centralissimo Corso Umberto: “a destra gli edifici sono tutti rifatti perche’ privati, a sinistra ci sono edifici pubblici sui quali siamo ancora nella fase della progettazione. Il piano di ricostruzione e’ stato approvato dal Comune dell’Aquila solo il 31 agosto 2012 quando si chiuse l’esperienza del commissario per la ricostruzione Chiodi. La realta’ e’ che non c’erano i soldi. La ricostruzione del centro storico dell’Aquila e’ partita solo 4 anni fa quando arriva il governo Renzi che stanzia 6 miliardi, un miliardo l’anno”. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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