Studio Cgia sulle Partite Iva, pressione fiscale del 51%

L’ex premier Matteo Renzi avrebbe dimenticato le partite Iva, che continuano a subire una pressione fiscale del 51%. Lo sostiene la Cgia di Mestre. “Matteo Renzi, secondo i calcoli effettuati dall’Ufficio studi della Cgia – si legge in una nota – nei mille giorni in cui è stato alla guida del Paese ha abbassato le tasse in misura strutturale per oltre 21 miliardi di euro. Questi vantaggi fiscali, però, hanno interessato solo alcune categorie professionali: i lavoratori dipendenti e le imprese, soprattutto quelle di medio-grande dimensione. Per poco meno di 3 milioni di partite Iva – costituite da artigiani, da commercianti e da lavoratori autonomi senza dipendenti – i benefici, invece, sono stati pressoché nulli”. Per la Cgia il bonus di 80 euro costa all’erario quasi 9 miliardi l’anno e interessa oltre 11 miliardi di lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse. L’eliminazione dell’Irap dal costo del lavoro “avvantaggia le imprese con più dipendenti – prosegue la Cgia – . Non godono di alcun beneficio il 78% delle imprese individuali e dei lavoratori autonomi e il 52% delle società di persone. L’abolizione della Tasi ha consentito alle famiglie di risparmiare 3,5 miliardi di euro l’anno. Dei 19,6 miliardi di proprietari di prima casa che hanno beneficiato di questo sgravio, il 90% circa è costituito da operai, impiegati e pensionati. Solo il 10% circa da imprenditori, liberi professionisti o autonomi. Ed infine, la riduzione Ires: con l’abbattimento dell’aliquota dal 27,5 al 24%, le oltre 700mila società di capitali interessate risparmiano 3,9 miliardi di euro l’anno. Questa misura non riguarda le piccole-micro imprese”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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