Svimez, i dati del Pil regionale

 L’Abruzzo rialza la testa, nel 2017, con un PIL che cresce dell’1,2%: aveva fatto registrate appena +0,3% nel 2015 e +0,2% nel 2016. La ripresa è dovuta soprattutto all’agricoltura (+9% nel triennio), e in parte anche all’industria in senso stretto (+3,8%). I servizi segnano un più modesto incremento del +2%, mentre le costruzioni, in controtendenza rispetto al resto del Sud, vanno male: la loro performance tra il 2015 e il 2017 è negativa, -14,5%. E’ quanto emerge dalle anticipazioni del Rapporto Svimez 2018. La crescita dell’economia meridionale nel triennio 2015-2017 ha solo parzialmente recuperato il patrimonio economico e anche sociale disperso dalla crisi nel Sud. Ripresa trainata dagli investimenti privati, manca il contributo della spesa pubblica. Il triennio di ripresa 2015-2017 conferma che la recessione è ormai alle spalle per tutte le regioni italiane, e tuttavia gli andamenti sono alquanto differenziati. In base alle previsioni elaborate dalla Svimez, nel 2018, il PIL del Centro-Nord dovrebbe crescere dell’1,4%, in misura maggiore di quello delle regioni del Sud +1%. I consumi totali interni pesano sulla differente dinamica territoriale (+1,2% nel Centro- Nord e + 0,5% nel Sud), in particolare i consumi della P.A., che segnano +0,5% nel Centro-Nord e -0,3% nel Mezzogiorno. Ma è soprattutto nel 2019 che si rischia un forte rallentamento dell’economia meridionale: la crescita del prodotto sarà pari a +1,2% nel Centro-Nord e +0,7% al Sud. In due anni, un sostanziale dimezzamento del tasso di sviluppo. Il rallentamento “tendenziale” dell’economia meridionale nel 2019 è stimato dalla SVIMEZ, in un contesto di neutralità della policy, in attesa della Nota di aggiornamento al DEF e della Legge di Bilancio. In assenza di una politica adeguata, anche l’anno prossimo il livello degli investimenti pubblici al Sud dovrebbe essere inferiore di circa 4,5 miliardi se raffrontato al picco più recente (nel 2010). 

Al Sud, nonostante una pressione fiscale pari se non superiore per effetto delle addizionali locali, non eccellono servizi di vivibilita’ dell’ambiente locale, di sicurezza, di adeguati standard di istruzione, di idoneita’ di servizi sanitari e di cura per la persona adulta e per l’infanzia. In particolare, nel comparto socio-assistenziale il ritardo delle regioni meridionali riguarda sia i servizi per l’infanzia che quelli per gli anziani e per i non autosufficienti. Piu’ in generale, l’intero comparto sanitario presenta differenziali in termini di prestazioni che sono al di sotto dello standard minimo nazionale come dimostra la griglia dei Livelli Essenziali di Assistenza nelle regioni sottoposte a Piano di rientro: Molise, Puglia, Sicilia, Calabria e Campania, sia pur con un recupero negli ultimi anni, risultano ancora inadempienti su alcuni obiettivi fissati. Questo quanto si legge nelle anticipazioni del rapporto Svimez presentate questa mattina a Roma. I dati sulla mobilita’ ospedaliera interregionale testimoniano le carenze del sistema sanitario meridionale, soprattutto in alcuni specifici campi di specializzazione, e la lunghezza dei tempi di attesa per i ricoveri. Le regioni che mostrano i maggiori flussi di emigrazione sono Calabria, Campania e Sicilia, mentre attraggono malati soprattutto la Lombardia e l’Emilia Romagna. I lunghi tempi di attesa per le prestazioni specialistiche e ambulatoriali sono anche alla base della crescita della spesa sostenuta dalle famiglie con il conseguente impatto sui redditi. Strettamente collegato e’ il fenomeno della “poverta’ sanitaria”, secondo il quale sempre piu’ frequentemente l’insorgere di patologie gravi costituisce una delle cause piu’ importanti di impoverimento delle famiglie italiane, soprattutto nel Sud: nelle regioni meridionali sono il 3,8% in Campania, il 2,8% in Calabria, il 2,7% in Sicilia; all’estremo opposto troviamo la Lombardia con lo 0,2% e lo 0,3% della Toscana. I divari si confermano anche per quel che riguarda l’efficienza degli uffici pubblici in termini di tempi di attesa all’anagrafe, alle ASL e agli uffici postali. 

La Svimez ha costruito un indice sintetico della performance delle Pubbliche Amministrazioni nelle regioni sulla base della qualita’ dei servizi pubblici forniti al cittadino nella vita quotidiana: fatto 100 il valore della regione piu’ efficiente (Trentino-Alto Adige) emerge che quelle meridionali, ad eccezione della Campania che si attesta a 61, della Sardegna a 60 e dell’Abruzzo a 53, sono al di sotto della meta’: Calabria 39, Sicilia 40, Basilicata 42, Puglia 43. 

Il triennio di ripresa 2015-2017 conferma che la recessione è ormai alle spalle per tutte le regioni italiane, e tuttavia gli andamenti sono alquanto differenziati. Il grado di disomogeneità, sul piano regionale e settoriale, è estremamente elevato nel Mezzogiorno. Nel 2017, Calabria, Sardegna e Campania sono le regioni meridionali che fanno registrare il più alto tasso di sviluppo, rispettivamente +2%, +1,9% e +1,8%. Si tratta di variazioni del PIL comunque più contenute rispetto alle regioni del Centro-Nord, se confrontate al +2,6% della Valle d’Aosta, al +2,5% del Trentino Alto Adige, al +2,2% della Lombardia. E’ quanto emerge nelle anticipazioni al Rapporto sull’economia e la società del Mezzogiorno 2018 di Svimez. In Calabria, la regione che l’anno scorso ha fatto segnare la più significativa accelerazione della crescita, nel periodo 2015-2017 sono state soprattutto le costruzioni a trainare la ripresa (+12% nel triennio), grazie anche alle opere pubbliche realizzate con i fondi europei, seguite dall’agricoltura (+7,9%) e dall’industria in senso stretto (+6,9%). Molto più modesto nell’ultimo triennio l’andamento dei servizi (+2,9%).La Sicilia, invece, fa segnare un rallentamento della crescita, +0,4% nel 2017, dopo aver registrato un aumento del PIL dell’1% nel 2016 e dello 0,9% nel 2015. Nell’Isola l’industria in senso stretto fa segnare nel triennio di ripresa una performance importante (+14,1%), anche l’agricoltura fa registrare un andamento complessivamente positivo (+2%) e così i servizi (+1,6%). A frenare l’andamento dell’economia siciliana, così come in Abruzzo, è il settore delle costruzioni che fa segnare il -6,3% nel periodo 2015-2017. L’unica regione meridionale che nel 2017 ha fatto registrare un andamento negativo del PIL è il Molise, -0,1%, che, era cresciuto dell’1,3% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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