A Chieti al via Amami Teatro.

Un programma ricco di appuntamenti per la rassegna Amami Teatro

L’iniziativa, promossa dalla sinergia tra il Teatro Marrucino, il Fai e la Cna, sarà inaugurata martedì 27 novembre ore 23.00 e terminerà lunedì 2 dicembre sempre alle ore 23,00 con ingresso gratuito.  Una settimana di apertura del teatro 24 ore al giorno, in un crescendo di maratone di pianoforte, danza, rappresentazioni, seminari, letture, prove, laboratori, preparazione trucco di scena e tanto altro nella splendida location del Teatro Marrucino di cui quest’anno ricorre il 200°anniversario 1818-2018.

Visite accompagnate anche nelle ore notturne, sul palcoscenico, nella buca dell’orchestra, nei camerini, nella biblioteca del teatro, in luoghi e meandri inaspettati. I visitatori vi troveranno chi prova, chi trucca, chi monta scene, chi fa prove, chi legge testi, insomma in ogni luogo si mostrerà come vive il teatro “dall’altra parte”…e ci saranno sorprese… (fantasmi in costume, quadri viventi, ecc…). 

Cornice unica ed eccezionale, l’esposizione di strumenti e componenti musicali di circa trenta aziende artigianali tra le più rappresentative d’Abruzzo, tra le quali ricordiamo la Toro Strings e Claudio De Simone.

La Toro Strings di Salle (Pe), fabbrica artigianle di corde armonche in budello animale. Riportiamo l’intervista da noi realizzata a Beniamino Toro, che insieme al fratello Pietro, è titolare dell’azienda.
Da www.notiziedabruzzo.it “Dalle budella alle corde armoniche, gli ultimi artigiani di un mestiere celestiale” del 17/03/2017: 

Un mestiere antichissimo, fatto di dettagli, che parte dalla materia più arcaica: le budella di agnello per poi diventare suono e musica celestiale. Che le questioni umane siano complesse, lo rivela in modo chiaro il mestiere di cordaio di corde armoniche. Una tradizione che resiste a Salle, 300 abitanti, piccolo paese alle pendici del Morrone in provincia di Pescara, dove oltre alla piccola fabbrica esiste il “Museo cella corde armoniche”, unico al Mondo. Gli ultimi cordai sono loro Pietro e Beniamino Toro.

Quando inizia questa tradizione in paese?

“I documenti parlano del 1600, certo la materia prima, le budella di pecora erano ovunque, ma a Salle si stabilì la loro lavorazione per tutti gli strumenti a corda dell’epoca Barocca: liuto, viola da gamba e violino barocco, violoncello, contrabbasso, chitarra barocca. Le corde venivano spedite in vari posti d’Europa, naturalmente non si realizzavano solo a Salle ma anche a Roma, Firenze, Napoli. A Salle si sviluppò una grande professionalità”.

Lei Beniamino, con suo fratello Pietro portate avanti l’ultima azienda di Salle?

“Siamo figli di cordai, a Salle per fare un paragone con il recente passato negli anni 60-70 erano più di cento i cordai in attività, sei-sette fabbriche, mio padre aveva un laboratorio con 8 dipendenti. Poi alcuni si sono spostati altrove, in Abruzzo a Sulmona, ma anche Napoli, Roma, e molti ancora all’estero, tra i personaggi più famosi c’è la D’Addario string in America azienda conosciutissima con mille e 100 dipendenti”.

A Salle c’è il museo. Cosa rappresenta per voi?

“È un motivo di grande orgoglio, perché è racchiuso l’universo di questa tradizione che nel mondo è unica. Le posso dire che molti musicisti vengono in paese per visitare il museo,  verificare come costruiamo le corde. Oggi c’è un ritorno alle sonorità originali, si suonano strumenti d’epoca o costruiti con le antiche specifiche e quindi le corde armoniche sono irrinunciabili. I mercati, i negozi e le istituzioni musicali sono ancora molto vive in particolare nel Nord Europa. C’è spazio e mercato, ma non ci facciamo illusioni perché il lavoro è davvero difficile, serve esperienza finissima, abbiamo l’aiuto di nuove macchine ma il lato artigianale è determinate”

Qualche aneddoto singolare da raccontarci?

“Me ne vengono in mente due. Il primo legato al lavoro, molti cordai di Salle andavano negli anni 30 del secolo scorso, a lavorare a Napoli e ci andavano con le biciclette. Un viaggio difficile, lungo salite infinite e discese ripide, su vie senza asfalto. Eppure partivano e arrivavano, compreso nostro padre. Altro aneddoto, è legato ai musicisti, ognuno ha una sua sensibilità, ma una volta una strumentista animalista mi disse: se dovete uccidere un agnellino per me, allora rinuncio alle corde. La rassicurammo, noi non uccidiamo gli animali, ma almeno quando acquistiamo le budella le lavoriamo con sacrificio e anche amore, e poi sugli strumenti questa nostra passione crea un suono e una magia”.

L’ortonese Claudio De Simone, apprezzato armonicista blues e ‘customizzatore’ delle bellissime e affidabilissime Custom Harp De Simone, ottenute attraverso la personalizzazione di moltissimi modelli di armonica, usando solo prodotti di estrema qualità, uniti ad una lavorazione artigianale. Il suo lavoro è apprezzato da moltissimi grandi armonicisti italiani e stranieri.

 

 

“Insomma, un evento unico nel panorama nazionale, con l’ambizione di diventare un appuntamento annuale”, affermano gli organizzatori.

 

 

 

 

 

 

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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