Il capitano Schifani agli studenti di Pescara: Il rispetto delle regole si costruisce a scuola

“Il protagonista oggi non sono io, ma siete voi, ragazzi. E vorrei accendere la vostra attenzione sul futuro, accendere la vostra motivazione, che magari oggi non sentite ma un giorno, quando avrete 33 anni, quanti ne ho io oggi, vorrete fare qualcosa per migliorare quello che vi circonda”. Queste le parole del capitano della Guardia di Finanza Emanuele Schifani, uno dei protagonisti della Giornata della legalità promossa dall’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Pescara nell’ambito del ciclo intitolato “Capaci di”, nell’incontro di oggi al parco dell’Infanzia di via Tavo, diventato un luogo simbolo dopo la sua riapertura ai giovani.
Schifani è il figlio di Vito, il poliziotto della scorta di Giovanni Falcone morto nella strage di Capaci il 23 maggio del 1992. “Quando mio papà è morto avevo quattro mesi, non l’ho mai conosciuto, sono cresciuto con i ricordi di mia madre, dei suoi colleghi, degli amici che si allenavano con lui (faceva atletica)”, ha raccontato. “E sono cresciuto nei suoi valori. Da giovane non capivo la responsabilità del mio cognome ma poi ho maturato la convinzione, scaturita proprio dalla grande responsabilità del mio cognome e dalla scelta di mio papà di servire lo Stato facendo la scorta a Falcone, di essere protagonista della mia realtà, del mio futuro, del mio Stato. Mi sono chiesto cosa posso fare io per migliorare la condizione del mio Stato, e ho deciso di entrare anch’io nelle forze dell’ordine, scegliendo la Guardia di finanza perché volevo partecipare a combattere la mafia”, ha proseguito Schifani che ha accolto l’invito di incontrare gli studenti di Pescara lanciato dall’assessore alle Politiche sociali Adelchi Sulpizio e dal generale Domenico Trozzi, presidente di Prossimità alle istituzioni. “Il rispetto delle regole, l’educazione alla legalità si costruiscono a scuola”, ha proseguito Schifani aggiungendo che “gli insegnanti sono fondamentali perché preparano i ragazzi ad essere cittadini di domani”.
Ad accogliere Schifani c’erano, oltre a Sulpizio e a Trozzi, il sindaco Carlo Masci e il prefetto Flavio Ferdani.

Ferdani ha ricordato la madre del capitano Schifani che “ebbe il coraggio di rivolgersi ai mafiosi” e ha citato Falcone, rivolgendosi agli studenti: “Ciascuno di noi deve fare il proprio dovere affinché la legalità diventi un modo di vivere”.
Un altro appello ai ragazzi è arrivato da Fioravante Palestini, detto Gabriellino, di Giulianova, conosciuto come “uomo Plasmon” per le pubblicità di cui è stato protagonista. Conobbe Falcone e questo incontro gli cambiò la vita. Se da giovane è stato protagonista di alcuni caroselli, a un certo punto ha cominciato a frequentare un mafioso per cui “mi chiamarono in Sicilia perché avevano in programma un traffico di droga dalla Thailandia in Italia e poi in America. Accettai, non so neppure io perché. Mi arrestarono al Canale di Suez e mi portarono in prigione. Mi interrogò Falcone, una grande persona, che mi ha dato una enorme serenità, una persona fantastica: mi disse che io ero fatto di un’altra pasta e  da quell’incontro – durante il quale ho fatto quello che ho potuto – ho vissuto serenamente, anche in carcere. Dopo venti anni di detenzione sono tornato a Giulianova, ho cominciato un’altra vita nel segno della legalità. E oggi, a 79 anni, dico ai giovani di vivere nella legalità e di rispettare le donne”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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