L’Abruzzo rientra nella fascia “medio-alta” dell’indice dell’esclusione elaborato da Eurispes, insieme a Molise, Sardegna, Lazio e Liguria. Lo studio, presentato a Roma presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato, evidenzia come il Sud e le Isole restino le aree del Paese dove la distanza dal pieno godimento dei diritti fondamentali è più marcata.
Nella fascia “alta” dell’esclusione si trovano Calabria, Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata, mentre le regioni del Nord – come Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige – si collocano nella fascia “bassa”.
L’indice, costruito su 149 indicatori articolati in sette ambiti tematici (lavoro, economia, diritti sociali, accesso ai servizi, salute, istruzione e conoscenza, diritti trasversali), delinea una frattura territoriale netta tra Nord, Centro e Sud. Tra i fattori di maggiore disuguaglianza spicca la mobilità dei laureati: nel Mezzogiorno oltre il 30% dei giovani qualificati lascia la propria regione, mentre il valore medio nazionale del saldo migratorio è pari a -4,5%, segnalando una difficoltà generale nel trattenere forza lavoro ad alta formazione.