Quest’anno la spesa delle famiglie – stima l’ufficio studi di Confcommercio – spinta soprattutto dal turismo (+23,6%) tornerà “alla normalità” superando (a quota 21.083 euro) il livello pre-Covid del 2019 (20.814 euro). Tuttavia, avverte il presidente Carlo Sangalli, l’economia “è in fase di rallentamento e alcuni nodi sono ancora irrisolti. Mancano infatti all’appello un piano di rilancio del Sud, la piena realizzazione di riforme e investimenti del Pnrr e una profonda riforma fiscale in tempi rapidi”. Ancora nel 2024, invece, ci si avvicinerà ma non saranno raggiunti i livelli del picco pre-crisi del 2007 (21.365 contro 21.569). Il dato dimostra “una patologia da scarsa crescita strutturale”, negli anni e fino alle stime per il 2024: “Oltre duecento euro di spesa a testa in meno” rispetto al picco raggiunto nel 2007, prima della crisi finanziaria del 2008. Il 2023 – rileva Confcommercio – “si può definire come l’anno del ritorno alla normalità grazie soprattutto al consistente contributo della filiera turistica che, rispetto all’anno scorso, registra aumenti consistenti per viaggi, vacanze e alberghi (+23,6%), servizi ricreativi e culturali (+9,7%), bar e ristoranti (+8%). In attesa della ripresa della manifattura esportatrice, sono questi i pilastri del terziario di mercato da cui può derivare una maggiore crescita economica auspicabilmente sostenuta anche da riforme e investimenti del Pnrr”.
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