In Italia oltre 2 milioni di famiglie in povertà assoluta

In Italia sono 2,18 milioni le famiglie che vivono in povertà assoluta e rappresentano l’8,3% del totale e nel 2022 rispetto all’anno precedente quando erano il 7,7%, si contano 165mila nuclei familiari in più. Il rapporto annuale dell’Istat sulla povertà mostra un quadro preoccupante nel quale l’inflazione, in larga misura, a giocare un ruolo da apripista per il diffondersi dell’indigenza. A livello individuale l’istituto rileva oltre 5,6 milioni di persone in condizione di povertà assoluta. Sono 357mila in più dell’anno precedente, con la percentuale sul totale che passa dal 9,1% del 2021 al 9,7% del 2022. Un dato che drammatico è quello dei minori poveri: sono 1,27 milioni, il 13,4% rispetto al 12,6% dell’anno precedente. Il rapporto rimarca ancora una volta come il Paese non si muova tutto alla stessa velocità: le famiglie che si trovano in povertà assoluta nel Mezzogiorno sono il 10,7%, ben oltre il 7,5% del Nord e il 6,4% del Centro. Particolarmente in difficoltà i nuclei con stranieri, dove l’incidenza della povertà assoluta schizza al 28,9%, mentre si attesta al 6,4% per le famiglie composte da soli membri italiani. Va peggio se si considera il dato individuale. Per gli stranieri l’incidenza è quasi cinque volte superiore a quella degli individui italiani: 34% contro 7,4%. Tuttavia a incidere negativamente sono anche altri fattori: titolo di studio, occupazione e casa. Il 14,7% delle famiglie di operai o assimilati si trova in povertà assoluta. Nella stessa condizione invece il 13% dei nuclei familiari in cui la persona di riferimento ha al massimo la licenza di scuola elementare o nessun titolo di studio. Il disagio economico risulta poi più accentuato per le famiglie che vivono in affitto, con una incidenza pari al 21,2% contro il 4,8% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà.

L’incidenza della povertà relativa cresce in relazione all’aumentare del numero dei componenti della famiglia; nel 2022 per quelle monocomponenti si attesta al 4,9%, fino ad arrivare al 35% per le famiglie più numerose (di 5 componenti e oltre). Lo rende noto l’Istat. Fra le tipologie familiari, infatti, mostrano i valori più elevati le famiglie con tre o più figli minori, per le quali l’incidenza di povertà relativa è quasi quattro volte superiore alla media nazionale (38,5% contro 10,9%); ma anche le coppie con 3 o più figli (32,3%) che raggiungono il massimo nel Mezzogiorno (40%). Si ravvisano segnali di disagio anche per le famiglie di altra tipologia, dove spesso sono presenti più nuclei familiari (23%; nel Mezzogiorno tale tipologia arriva al 37,7%). Rispetto al 2021 l’incidenza di povertà relativa cresce per le famiglie monogenitore (17,5%, dal 14,5% del 2021), soprattutto nel Mezzogiorno (31,0%, dal 25,6% del 2021); le restanti ripartizioni presentano valori stabili. Più in generale, un peggioramento dell’incidenza si osserva per le famiglie con almeno un figlio minore nel Nord (14,2%, dal 12,4% del 2021) e per le famiglie più numerose con 3 o più figli minori nel Centro (37%, dal 22,2% del 2021). Una dinamica opposta si registra per le famiglie con membri anziani: a livello nazionale le famiglie con almeno un anziano presentano una incidenza pari all’8,5%, in miglioramento rispetto al 9,3% del 2021. Il Centro mostra valori più contenuti per le famiglie con 2 o più anziani, dove l’incidenza scende al 4,3% dal 6,4% del 2021; nel Mezzogiorno le famiglie con almeno un anziano vedono una riduzione dell’incidenza, che arriva al 16,8% rispetto al 19,6% del 2021. Tale dinamica si conferma nel Mezzogiorno anche per le famiglie costituite da una coppia con persona di riferimento di 65 anni o più (17,1%, dal 20,1% del 2021).

Analizzando la condizione occupazionale e la posizione professionale, si osservano valori più elevati per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (27,9%), che arrivano al 36,1% nel Mezzogiorno. Segnali di disagio economico vengono mostrati dalle famiglie con p.r. che occupa posizioni professionali meno elevate quali, ad esempio, le famiglie con p.r. operaio o assimilati (17,7% a livello Italia, 28% nel Mezzogiorno) e, fra le famiglie con p.r. lavoratore indipendente, quelle con p.r. autonomo (11,3%, 19,3% nel Mezzogiorno). L’incidenza di povertà relativa è pari al 9,0% per le famiglie di soli italiani, ma è oltre tre volte più elevata per le famiglie con almeno uno straniero (30,2%; pari al 32,7% per quelle di soli stranieri). I valori più bassi si registrano per le famiglie di soli italiani nel Nord (3,9%) e nel Centro (4,1%), i più elevati per quelle di soli stranieri nel Mezzogiorno (48,3%).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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