Nei dieci anni tra il 2012 e il 2022, emerge in generale e per tutti i ruoli ricoperti una prevalenza di uomini rispetto alle donne, specialmente tra i professori ordinari. È quanto analizzato dal “Rapporto Anvur 2023- Analisi di genere” presentato oggi a Roma, alla Conferenza dei Rettori delle Università italiane. In questa categoria, nel decennio 2012-2022, le donne passano dal 20,9% del 2012 al 27% nel 2022, mentre in quella dei professori associati passano dal 34,9% al 42,3%. La percentuale di donne tra il personale docente universitario è inoltre tra le più basse d’Europa (36,9% nel 2013 e 38,3% nel 2021) così come l’incremento registrato negli anni di riferimento (+1,40). L’aumento di donne nella categoria dei ricercatori a tempo determinato è meno consistente: passano dal 43,1% nel 2012 al 44,2% nel 2022 a fronte di un decremento lieve della percentuale maschile che va da 56,9% a 55,8%. Anche la composizione dei Nuclei di Valutazione delle Università evidenzia in generale una componente maschile maggiore rispetto a quella femminile (63,5% vs 36,5%). Per quanto riguarda i dati del personale tecnico-amministrativo, quelli relativi ai direttori/direttrici generali delle università statali negli anni 2012 e 2022 mostrano che le donne passano dal 19,4% al 27,9%. “La presenza femminile al vertice della governance di un ateneo, pur potendo osservare un incremento negli anni considerati, rappresenta ancora un fenomeno piuttosto limitato”, si legge nello studio. Nel 2022, su un totale di 99 rettrici e rettori in carica, 12 erano donne. Dieci anni prima, su un totale di 93, la quota femminile era pari a 7.
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