“La definizione della vendita delle quattro banche rende necessario per il Fondo sostenere ulteriori oneri, il cui valore residuo ammonta a 1,5 miliardi”. Così Carmelo Barbagallo, capo del dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, durante l’audizione davanti alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato. “Utilizzando le norme contenute nella legge di stabilità per il 2016 e nel Regolamento sul Meccanismo unico di risoluzione, con l’approssimarsi della fine del 2016 la Banca d’Italia ha disposto il richiamo di due quote contributive, per un ammontare complessivo pari a 1,5 miliardi”, ha spiegato. Il Fondo nazionale di risoluzione, costituito presso la Banca d’Italia e finanziato da contributi versati da tutto il sistema bancario italiano, “detiene le partecipazioni totalitarie nelle quattro banche in risoluzione: Nuova Banca delle Marche, Nuova Cassa di risparmio di Ferrara, Nuova Cassa di risparmio di Chieti e Nuova Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, oltre che nella Rev, società costituita per acquisire i crediti in sofferenza trasferiti dalle banche in questione”, ha detto ancora il capo della vigilanza di via Nazionale.
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