Niente di speciale…meno male: L’arte senza confini che tesse legami tra Fontecchio, Barcellona e San Francisco.

La neve d’aprile che imbiancava Fontecchio e la media valle dell’Aterno, non ha scoraggiato l’arrivo di tanti appassionati da più regioni d’Italia e località d’Abruzzo, ed anzi per un istante è apparsa anch’essa una sorprendente performance artistica. Una manifestazione locale, in un paesino degli Appennini, che si scopre senza confini, collegata in streaming con altri eventi internazionali, tra San Francisco e Barcellona. Ben undici mostre e trenta artisti protagonisti, in cantine, spazi pubblici e abitazioni private.

Questo in sintesi “Niente di Speciale…menomale!”, riproposto nel piccolo borgo in provincia dell’Aquila, la settimana scorsa, per la seconda volta dopo l’edizione 2020, completamente autofinanziato ed organizzato da un comitato spontaneo, coordinato dal peruviano Sebastian Alvarez, dall’americano Todd Thomas Brown, dal romano Alessandro Costa e dal polacco Patryk Kalinski, tutti “emigrati” a Fontecchio, in decisa controtendenza.

Con momento topico e fondativo, il gemellaggio con altre due realtà internazionali tra San Francisco e Barcellona: il Mapp (Mission Arts Performance Project), con sette spazi curati da Josiah Luis Alderete, Alejandro Bautista, David Kubrin, Victor Navarrete, Luis Vasquez Gomez, Xofia&Evelyn e Dina Zarif. E nella città spagnola, con Entresuelos, anche qui sette spazi curati da Mecedes de Jesùs,  della Repubblica Domenicana, e con protagonisti gli artisti Ignacio Fergut, Marc Hors, Matt Murtha, James Snowball, Irene Trujillo e  Carlos Zúñiga Andrighetti.

L’idea è nata in particolare dall’artista statunitense Todd Thomas Brown, arrivato a Fontecchio quattro anni fa, e  che già aveva iniziato a sviluppare questo tipo di pratiche nei vent’anni vissuti a San Francisco, dove ha fondato il Red Poppy Art House, “spazio di incontro” interculturale e multidisciplinare, dal quale proviene il progetto Mapp, evento bimestrale, multidisciplinare e interculturale che trasforma gli spazi ordinari in siti espositivi per un giorno e una notte di scambi artistici e culturali.

TODD BROWN: “COLTIVARE RELAZIONI, PRENDERE COSCIENZA DELLE CONDIZIONI ECONOMICHE E MATERIALI DEGLI ARTISTI”

“Niente Di Speciale – spiega Todd Brown – nasce come una pratica in corso, una pratica sociale, con lo scopo di lavorare per seminare e coltivare relazioni tra artisti che avranno perciò la possibilità di crescere in una comunità artistica attiva, dove sviluppare un ambiente di relazioni creative, da cui si trae ispirazione e resilienza che ci aiuta ad alimentare tutti i tipi di possibilità future”. 

Il fuoco che alimenta Niente di Speciale è dunque quello di “creare una comunità artistica, che sia una risposta al forte spopolamento che i territori come Fontecchio hanno subito in particolare nel post-terremoto. Partendo dal presupposto che il lavoro degli artisti, anche a livello sociale, è troppo spesso non considerato e sottovalutato nella nostra società, motivo per cui sono molto spesso sottopagati, o non pagati affatto. Ma seppure questo rappresenti un problema, necessitiamo anche di una comunione creativa e oserei dire spirituale, tra di noi e con i luoghi in cui ciò possa avvenire regolarmente. Niente Di Speciale vuole creare un contesto per questa comunione, aprendo al pubblico questo tipo di condivisione intima. È un modo per sanare anche la frammentazione che tanti di noi sperimentano. E non possiamo aspettarci che qualcun altro crei questo spazio per noi, dobbiamo farlo noi stessi”, commenta ancora Todd Brown.

IL LINK CON SAN FRANCISCO E BARCELLONA

Durante tre ore dell’evento, si è tenuto un live streaming aperto, condotto dal direttore esecutivo della Red Poppy Art House, l’iraniana Dina Zarif che ha ricordato come “questo genere di momenti le hanno dato la possibilità di sperimentare, presentare lavori ancora in corso, senza paure, e ricevere feedback da artisti che avevano più esperienza di lei e che costituivano loro stessi il pubblico; con questi momenti ha potuto sperimentare e apprendere in tempo reale il ruolo di curatrice, incontrare istituzioni ed enti presenti per godersi l’atmosfera”. 

Diversi artisti e direttori di progetto si sono uniti nel corso dello Zoom, tra cui il cofondatore dell’iniziativa Balconnection (www.balconnection.com), a Izmir in Turchia, Murat Savaksan, alla quale partecipa anche l’artista tedesca Martina Riescher, già in residenza artistica a Fontecchio nell’estate 2021, con il progetto Riabitare con l’arte, e uno degli artisti partecipi al MAPP di San Francisco con un’opera videoart. 

Collegamento anche con Barcellona, dove Mercedes De Jesùs, già con vasta esperienza delle strategie organizzative della comunità del MAPP, ha messo in evidenza le attività da lei promosse tra gallerie, librerie e altri spazi artistici, sottolineando l’importanza di “riunire le persone attraverso l’arte, dare spazi a chi non ce l’ha, imparare nuovi modi di far accadere le cose e portare tutta l’esperienza ovunque vada. Ciò che è accaduto è stato potente per tutte le persone coinvolte. Non è stato visto niente di simile qui e vedere le persone spostarsi da un luogo all’altro, entrare nelle case, negli spazi, condividere la nostra ricchezza per me è comunità.”

LE MOSTRE E GLI EVENTI A FONTECCHIO

Nell’edizione italiana  nello spazio Officine, tanti i visitatori che hanno ammirato lo studio aperto dell’artista Massimo Piunti con l’esposizione delle opere dalla serie Universo parallelo, come pure il talento dell’artista argentino Bruno Morello impegnato in un live painting, le opere di Francesca Racano, di Luca De Julis con l’installazione Evoluzione umana, degli artisti del collettivo YAW (Young Artists Workers) Serena Ciccone, Francesca Perniola, e Riccardo Ruffini.

Nello spazio Libera Pupazzeria, curato da Silvia Di Gregorio, l’esposizione delle grandi pupazze, protagoniste delle feste popolari in piazze e aie, con il loro tradizionale collegamento al rito dell’agricoltura, della fertilità e dell’abbondanza.

Nello Spazio Circolare, un’esposizione, curata dall’architetto Teresa Ciambellini, dei quadri di Monica Zeoli, una serie chiamata  Sineddoche (guarda che non sono io) che indaga il mondo femminile e il rapporto con il proprio corpo.

Lungo i vicoli di Fontecchio, le donne del gruppo Incanto di  Sulmona, hanno regalato canzoni della tradizione popolare, cantina dopo cantina, mostra dopo mostra. 

Negli spazi La Corte e le Cantine Segrete, gentilmente aperte dal proprietario, Davide Benedetti, in mostra le fotografie della fotogiornalista libica Tahani Hadia e i dipinti di LaurA, e i lavori degli artisti aquilani Stefano Divizia e Davide Serpetti.

Nello Spazio Ex Mattatoio, poco distante dalla famosa fontana del ‘300, Punto cieco, esposizione, o forse un percorso personale, degli scatti dell’artista e fotografa Debora Panaccione.

Nello spazio Yoni House, casa e studio dell’artista Debora Frasca, in arte Yoni,  un’esposizione proprio sulla tematica dello Yoni, termine sanscrito che indica i genitali femminili così come richiama il significato di natura femminile, nascita, casa, fertilità. 

In mostra opere di Amelie, Raffaella Capannolo, Serena Ciccone, Alessandro Costa, Diletta De Santis, Collettivo Fuori Genere, il messicano Nespy5€, Debora Panaccione, Francesca Racano, Radici, Filippo Tronca, e la stessa Yoni accompagnate da un testo introduttivo a cura di Valeria Pica.

Nello spazio Fonte d’Arte, opere di Alessandro Costa, proprietario dello spazio in duplice veste di artista e curatore, Debora Frasca, Bruno Morello, Lorenzo Mucè, Nespy5€, Debora Panaccione, con la cantina popolata di sculture e pitture su molteplici tematiche. All’interno un banchetto di dolci preparato grazie all’impegno di Angela Cerasoli, Marilena Scuotto e Maria Pia Severini.

Nello Spazio Cantina/Studio di Todd Thomas Brown, esposizione dell’artista di opere a tecnica mista su carte e tela nella sua abitazione personale trasformata per l’occasione, e installazione di sonora di Martina Riescher.  Qui anche la sede del live streaming aperto con Dina Zarif, direttrice del Red Poppy Art House, con serrate conversazioni su tematiche delle rispettive pratiche, assieme a Mercedes de Jesùs e altri partecipanti.

Nello Spazio Lumen, curato dall’artista e regista peruviano Sebastian Alvarez, in mostra riproduzioni video art, animazione e sessioni di ascolto, nella sua abitazione personale trasformata in ristretta sala proiezioni.

Nello Spazio Arcoinpietra, aperto gentilmente da Valeria Pica, in mostra opere fotografiche di Filippo Zoccoli e Lina Pezzano, fondatori dello spazio Radici sito nel centro storico dell’Aquila, e installazioni polimateriche di Maurizio Zinnanti in arte Cervo Zoppo.

Nello Spazio Teatro delle Essenze, Fabiana Mercadante in arte Iana, ha offerto a suoi ospiti un’accoglienza magica, offrendo ai visitatori liquori naturali autoprodotti.

Nello Spazio La KAP, lungo il sentiero che dall’antica conceria porta al fiume Aterno, esposizione delle opere di Raffaella Capannolo, Debora Frasca, Nespy5€, Debora Panaccione su varie tematiche e un concerto dei The Colleagues, composto da Francesca Catenacci, Fabio Iuliano e Stefano Millimaggi.

Al bar del paese, Ju Spacc’, la manager Giulia Balducci con l’assistenza di Davide Benedetti, hanno offerto buona musica, da Paolo Conte ai grandi del rock progressive, con balli, brindisi e canti da parte dei nuovi residenti, abitanti di lungo corso e visitatori, a cementare l’amicizia, a consolidare una comunità capace di percorrere  insieme il cammino.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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