Economia

Federmenager Abruzzo e Molise e Formedil Pescara chiedono di far ripartire l’edilizia

 Federmenager Abruzzo e Molise e Formedil Pescara chiedono che a partire per prima sia l'edilizia a patto che il Governo si attivi per una concreta sburocratizzazione del settore. Le aziende sono gia' pronte, spiegano il presidente Federmanager Florio Corneli e quello di Formedil Federico De Cesare. Tanti gli appalti pubblici in cantiere e cantierabili, sottolinea Corneli, con risorse utili a creare centinaia di posti di lavoro e conservare quelli gia' esistenti. "Ma a tutta questa dimensione - sottolinea - manchera' respiro se non si eliminera' la burocrazia", aggiunge Corneli. Un vero e proprio cambio di passo che deve prendere le mosse dalla nuova legge dell'urbanistica ferma dal 1999, e da nuove regole nel rapporto tra crescita e territorio che passa per la riforma sul consumo del suolo del 1968, con cui dare il via ad una vera e propria "rigenerazione urbana, svincolando le azioni nelle realta' dove non c'e' piu' territorio edificabile - aggiunge il presidente Federmanager -. Servono, infine - aggiunge - , sportelli unici che funzionino e diano risposte e soluzioni a chi le chiede, affinche' il settore possa procedere". Tra le azioni gia' possibili, sottolinea De Cesare, quella di "stimare quanto la pubblica amministrazione deve alle imprese e chiedere di rendere immediatamente liquide tutte le fatture presentate all'incasso, per avere immissioni di liquidita' immediata". Va poi aperto "tutto cio' che e' cantierabile", mentre per la formazione, fa sapere "ci stiamo attrezzando per farla a titolari d'impresa e lavoratori, preparando documenti e corsi anche in piu' lingue, per dare indicazioni su come affrontare il lavoro ai tempi del Covid e come tutelarsi da eventuali rischi di contagio, oltre che da incidenti - conclude - che erano la nostra prima e sola preoccupazione in termini di sicurezza, prima della pandemia"

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Alla Sevel di Atessa si riparte il 27 aprile

Fiat Chrysler è pronta a ripartire già dal 27 aprile la produzione del Ducato nello stabilimento Sevel di Atessa. Lo affermano i sindacati, sottolineando che "Fca ci ha comunicato l'intenzione di riprendere la produzione del Ducato in Sevel a partire da lunedì, decisione che a sua volta coinvolge alcuni reparti connessi per la componentistica a Melfi, Pomigliano, Termoli e Mirafiori, dove si faranno anche le preserie prototipali della 500 elettrica nell'ambito delle attività di ricerca e sviluppo già autorizzate". "Lo farà - spiegano Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf - seguendo la strada dell'autorizzazione prefettizia, informando il governo e motivando con la strategicità di Sevel, strada peraltro già seguita da altre imprese anche del settore automotive". Come sindacato "avanziamo due richieste. La prima è rivolta a Fca e consiste nella necessità di fare subito gli incontri preparatori e di verifica per la corretta e puntale applicazione delle linee guida sulla sicurezza concordate il 9 aprile". "La seconda richiesta - dicono i sindacati - la rivolgiamo invece al governo, che esortiamo a pronunciarsi centralmente e in modo espresso. Fca è una delle più grandi imprese italiane, è diffusa su tutto il territorio nazionale e ha un indotto vastissimo, per cui esigenze elementari di chiarezza e uniformità imporrebbero un pronunciamento centrale per garantire la salute e la sicurezza di migliaia di lavoratori". Nei prossimi giorni "terremo incontri e sopralluoghi per essere certi che comunque, quando si avrà la ripresa produttiva, si realizzi nel rispetto delle misure e delle azioni di sicurezza necessarie, a partire dalla garanzia per una mobilità pubblica casa-lavoro che tuteli i lavoratori dai rischi di contagio"

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Cia Abruzzo chiede certificazione IGP per l’arrosticino d’Abruzzo

“La pastorizia, con la sua esperienza fatta di valori, identità, sostenibilità può ancora oggi rappresentare una opportunità per aree interne”, dichiara il Presidente Cia Abruzzo Mauro
Di Zio, “sarebbe opportuno richiedere la certificazione IGP su uno dei prodotti più amati e identitari: l’arrosticino d’Abruzzo”.
Si producono ogni anno decine di milioni di arrosticini e il marchio IGP potrebbe rappresentare un’ottima opportunità per il settore, poiché tutela e valorizza i processi tradizionali di lavorazione. 
“La certificazione richiesta dovrà rappresentare un valore aggiunto per gli allevatori del territorio, che potranno essere chiamati ad incrementare la consistenza e modificare
l'indirizzo produttivo. Oltretutto la recente crisi dei consumi ha portato molti di loro ad allevare le agnelle invendute come future fattrici “ conclude Di Zio.

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Appello di 15 sigle: Investire 50 milioni di euro per salvare e rilanciare il turismo abruzzese

Investire 50 milioni di euro per salvare e rilanciare il turismo abruzzese. E' l'appello che quindici sigle espressione del mondo dell'agricoltura, dell'artigianato, del commercio, della cooperazione, della piccola industria e dei servizi (Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria e Legacoop), oltre ai sindacati dei lavoratori Cgil, Cisl, Uil e Ugl, hanno rivolto al presidente della Regione, Marco Marsilio, ed all'assessore regionale al Turismo, Mauro Febbo.

Il pacchetto, articolato in nove punti, affronta le emergenze del presente, ma cerca anche di guardare al momento della riapertura. La proposta, rivolta a tutta la filiera, prevede così la costituzione di uno specifico fondo di crisi del turismo, a tutela delle attività; la cancellazione dei tributi e delle tasse locali (come quella di soggiorno) e regionali per il 2020, con riduzione del 50% per tutto il 2021; l'erogazione di liquidità con finanziamenti a fondo perduto; il sostegno all'occupazione con esonero dei contributi per almeno 3 anni; l'estensione a figure di guide e accompagnatori turistici, cicloturistici, alpine e media montagna, dei contributi a fondo perduto per modernizzare il proprio apparato tecnico; l'agevolazione della formazione e la crescita di piattaforme per investimenti turistici di sistema; la creazione di un bonus vacanza "Viaggia in Abruzzo" per l'acquisto di ferie organizzate verso la nostra regione pari al 50% della spesa prevista, con un massimo di 500 euro a persona, per un anno, che includa anche la stagione estiva ed autunnale 2021; la previsione di trasporto gratuito per un anno, sui trasferimenti interni regionali (treno-bus) per i possessori di contratti di soggiorno e vacanza stipulati con la filiera del turismo organizzato; la spinta agli operatori ad utilizzare il DMS regionale (Destination Management System), ovvero la piattaforma web che permette agli operatori territoriali di presentare e gestire la propria offerta turistica.

Il documento unitario chiede infine alla Regione di avviare una campagna di comunicazione tesa a valorizzare la vocazione turistica dell'Abruzzo e a promuovere strategie commerciali da mettere in campo contestualmente al superamento dell'emergenza Covid-19. Attività di comunicazione particolarmente necessaria per un territorio che tra il 2009 e il 2017 ha dovuto far fronte anche a importanti calamità naturali. Il tutto, sapendo che non basterà più limitarsi a ricordare l'importante patrimonio ambientale, storico, paesaggistico, eno-gastronomico, o dei borghi che l'Abruzzo vanta, perché rischierebbe di avere un impatto nullo: «Estremamente importante sarà affidarsi ad esperti della comunicazione per la scelta di una strategia da utilizzare soprattutto relativamente all'individuazione del target da raggiungere, privilegiando i social media».

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Agricoltura, emergenza per la mancanza di manodopera nei campi

Corsa contro il tempo per salvare la produzione agricola abruzzese, vista la mancanza di manodopera per provvedere alle lavorazioni del periodo. "C’è urgenza nel Fucino, considerato l’orto di Italia, ma anche in tutte le altre province in cui, oltre alla raccolta di frutta e ortaggi, si inizia a programmare già da ora la vendemmia che inizierà tra fine agosto. E i problemi non riguardano solo la manodopera: il Covid non ferma i cinghiali che, più indisturbati che mai, continuano a scorrazzare nei campi creando non poche difficoltà", si legge in una nota di Coldiretti Abruzzo.

In tale scenario, che accomuna in questo periodo quasi tutte le regioni italiane, per combattere le difficoltà occupazionali, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta in agricoltura la Coldiretti ha varato la banca dati “Jobincountry” autorizzata dal Ministero del Lavoro con le aziende agricole che assumono. L’iniziativa è estesa a tutta la Penisola e, attiva da alcuni giorni, è rivolta a persone con le più diverse esperienze: dagli studenti universitari ai disoccupati, ma tra i primi ad aver fatto richiesta di informazioni ci sono anche operai, blogger, responsabili marketing, laureati e addetti del settore turistico. Coldiretti Abruzzo lancia così l’invito: aiutate l’agricoltura che non può fermarsi per assicurare un bene necessario, il cibo. 

 

“Con il blocco delle frontiere – precisa la Coldiretti Abruzzo - è a rischio più di un quarto del Made in Italy a tavola e a risentirne in questo momento sono maggiormente le zone di produzione orticola, tra cui sicuramente il Fucino per la grande concentrazione di aziende e di manodopera specializzata nella produzione di carote, patate, finocchi, radicchio e altri ortaggi da cui dipende la sopravvivenza di questa parte della Penisola. Ma ci sono anche altre zone in difficoltà, dal pescarese al chietino fino alla provincia teramana. E ad aggravare la situazione in questo momento c’è anche il proliferare dei cinghiali che, con pochi lavoratori a presidio dei campi e le forze dell’ordine impegnati nei controlli stradali, scorrazzano indisturbati anche di giorno con gravi danni  a semine, foraggi, frutta, ortaggi e vigneti minacciando anche gli animali della fattoria e la sicurezza delle persone. In Abruzzo si stima una presenza di circa 100mila cinghiali con conseguenze ben immaginabili”.

“La mancanza di lavoratori in campagna ha mille risvolti e conseguenze – aggiunge Coldiretti Abruzzo - la situazione è preoccupante e tra qualche settimana lo sarà ancora di più. E’ necessario fronteggiare l’emergenza lavoro e trovare soluzioni per salvare il raccolto. Ci sono aziende dove mancano all’appello anche trenta operai e sarà difficile assicurare la produzione senza conseguenze. Lanciamo un appello a tutti coloro che in questo momento sono in difficoltà economica e, nello stesso tempo, vogliono aiutare l’agricoltura che non si è fermata e non può fermarsi”.

 immagine di repertorio

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Agricoltura, rischio collasso manodopera. Coldiretti invita ad iscriversi allo sportello on line

Cercasi urgentemente lavoratori per i campi. E’ corsa contro il tempo per salvare la produzione agricola abruzzese: in campagna c’è bisogno di manodopera per provvedere alle lavorazioni del periodo e, tra qualche settimana, ce ne sarà ancora di più perché inizieranno le operazioni di raccolta che continueranno fino all’autunno. C’è urgenza nel Fucino, considerato l’orto di Italia, ma anche in tutte le altre province in cui, oltre alla raccolta di frutta e ortaggi, si inizia a programmare già da ora la vendemmia che inizierà tra fine agosto. E i problemi non riguardano solo la manodopera: il Covid non ferma i cinghiali che, più indisturbati che mai, continuano a scorrazzare nei campi creando non poche difficoltà.

In tale scenario, che accomuna in questo periodo quasi tutte le regioni italiane, per combattere le difficoltà occupazionali, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta in agricoltura la Coldiretti ha varato la banca dati “Jobincountry” autorizzata dal Ministero del Lavoro con le aziende agricole che assumono. L’iniziativa è estesa a tutta la Penisola e, attiva da alcuni giorni, è rivolta a persone con le più diverse esperienze: dagli studenti universitari ai disoccupati, ma tra i primi ad aver fatto richiesta di informazioni ci sono anche operai, blogger, responsabili marketing, laureati e addetti del settore turistico. Coldiretti Abruzzo lancia così l’invito: aiutate l’agricoltura che non può fermarsi per assicurare un bene necessario, il cibo. 

Il progetto è stato avviato in autonomia – sottolinea la Coldiretti - in attesa che dal Governo e dal Parlamento arrivi una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di studenti, cassaintegrati e pensionati lo svolgimento dei lavori nelle campagne dove mancano i braccianti stranieri anche per effetto delle misure cautelative adottate a seguito dell’emergenza coronavirus da alcuni Paesi europei, dalla Polonia alla Bulgaria fino alla Romania, con i quali occorre peraltro  trovare accordi per realizzare dei corridoi verdi privilegiati per i lavoratori agricoli.

 

“Con il blocco delle frontiere – precisa la Coldiretti Abruzzo - è a rischio più di ¼ del Made in Italy a tavola e a risentirne in questo momento sono maggiormente le zone di produzione orticola, tra cui sicuramente il Fucino per la grande concentrazione di aziende e di manodopera specializzata nella produzione di carote, patate, finocchi, radicchio e altri ortaggi da cui dipende la sopravvivenza di questa parte della Penisola. Ma ci sono anche altre zone in difficoltà, dal pescarese al chietino fino alla provincia teramana. E ad aggravare la situazione in questo momento c’è anche il proliferare dei cinghiali che, con pochi lavoratori a presidio dei campi e le forze dell’ordine impegnati nei controlli stradali, scorrazzano indisturbati anche di giorno con gravi danni  a semine, foraggi, frutta, ortaggi e vigneti minacciando anche gli animali della fattoria e la sicurezza delle persone. In Abruzzo si stima una presenza di circa 100mila cinghiali con conseguenze ben immaginabili”.

 

“La mancanza di lavoratori in campagna ha mille risvolti e conseguenze – aggiunge Coldiretti Abruzzo - la situazione è preoccupante e tra qualche settimana lo sarà ancora di più. E’ necessario fronteggiare l’emergenza lavoro e trovare soluzioni per salvare il raccolto. Ci sono aziende dove mancano all’appello anche trenta operai e sarà difficile assicurare la produzione senza conseguenze. Lanciamo un appello a tutti coloro che in questo momento sono in difficoltà economica e, nello stesso tempo, vogliono aiutare l’agricoltura che non si è fermata e non può fermarsi”.

 

Coldiretti ricorda che Job in Country è la piattaforma di intermediazione della manodopera autorizzata dal Ministero del Lavoro della Coldiretti che offre a imprese e lavoratori un luogo di incontro, prima virtuale on line e poi sul campo. Si pone infatti l’obiettivo di mettere in contatto nei singoli territori i bisogni delle aziende agricole in cerca di manodopera con quelli dei cittadini che aspirino a nuove opportunità di inserimento lavorativo, in un quadro di assoluta trasparenza e legalità. Vanno infatti specificate – precisa la Coldiretti - mansioni, luogo e periodo di lavoro ma anche disponibilità e competenze specifiche in un settore dove è sempre più rilevante la richiesta di specifiche professionalità. L'attività è svolta direttamente nelle singole provincie attraverso le Società di servizi delle Federazioni provinciali ed interprovinciali della Coldiretti, secondo un modello di capillare distribuzione sul territorio. 

 

Sul portale JobinCountry raggiungibile dal sito www.coldiretti.it è possibile: 

  • per le aziende, inserire offerte di lavoro, indicando le caratteristiche professionali richieste e le condizioni relative alle offerte (come mansioni e retribuzione);
  • per chi è in cerca di occupazione, è possibile inserire il proprio curriculum e la propria disponibilità alla nuova occupazione, e mantenere sempre aggiornati i propri dati professionali.

 

“Di fronte alle incertezze e ai pesanti ritardi che rischiano di compromettere le campagne di raccolta e le forniture alimentari della popolazione siamo stati costretti ad assumere direttamente l’iniziativa” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di introdurre al più presto i voucher semplificati in agricoltura limitatamente a determinate categorie e al periodo dell’emergenza, senza dimenticare la ricerca di accordi con le Ambasciate per favorire l’arrivo di lavoratori stranieri che nel tempo hanno acquisito spesso esperienze e professionalità alle quali ora è molto difficile rinunciare”.

 

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La Omnia Servitia di Lanciano si è aggiudicata l’appalto per il Covid Hospital di Pescara

La Omnia Servitia, società della holding che fa capo all’imprenditore Antonio Colasante e che ha sede operativa nella zona industriale di Lanciano, è l’azienda che si è aggiudicata l'appalto per la realizzazione del Covid Hospital di Pescara, nell’ambito della procedura indetta, con urgenza, dalla Regione Abruzzo.

L’azienda, si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa, si è collocata al primo posto della graduatoria redatta all’esito dell’apertura delle offerte pervenute. Il Covid Hospital nascerà nella palazzina dell’ex Ivap, di proprietà dell’Azienda sanitaria locale di Pescara e sarà dotato di 214 posti letto, di cui 174 per la degenza e 40 di terapia intensiva, da attivare gradualmente.

“Siamo orgogliosi - dice Gianluca Di Loreto, ingegnere, direttore operativo della Omnia Servitia e coordinatore dello staff tecnico del progetto - di poter dare il nostro contributo per la realizzazione di un’opera importante per l’intero Abruzzo. Siamo già al lavoro per poter procedere, in tempi record, alla realizzazione dell’opera, che dev'essere conclusa entro 90 giorni dalla presa in consegna. Questa struttura, dedicata al settore Infettivi, – aggiunge – è più che necessaria in virtù dell'emergenza che stiamo affrontando e risulterà utile anche in futuro, una volta terminata l'emergenza Covid 19, dato che andrà ad arricchire il patrimonio della sanità regionale”.  “Abbiamo creduto tanto in questo progetto: il suo valore aggiunto sta nella propria utilità sociale”, afferma invece Colasante.     

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Artigiancassa Point di Fidimpresa Abruzzo attivi per i prestiti del Cura Italia

Da  lunedi' 20 aprile, attraverso la rete degli Artigiancassa Point di Fidimpresa Abruzzo, le imprese potranno richiedere online e ottenere in tempi rapidissimi, entro cioe' non piu' di 7 o 8 giorni dal momento della presentazione della domanda, prestiti di 25mila euro con garanzia al 100% dello Stato secondo quanto previsto dal Decreto liquidita' varato dal Governo Conte. "Le condizioni economiche applicate - spiega il coordinatore del confidi del sistema CNA Abruzzo, Paolo D'Amico - sono assolutamente vantaggiose. Gli imprenditori interessati, pur restando a casa, attraverso la nostra rete potranno ottenere dalla banca il finanziamento. Tutta la documentazione necessaria, peraltro piuttosto scarna, sara' caricata da noi, riducendo al minimo l'impegno di chi richiede il finanziamento". 

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Quasi mille imprese in meno in Abruzzo nel primo trimestre 2020

Quasi mille imprese in meno, in Abruzzo, nei primi tre mesi del 2020. Il bilancio risente delle restrizioni seguite all'emergenza Covid-19 e rappresenta il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale. Questo è quanto emerge della fotografia scattata da Unioncamere - InfoCamere sui dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel I° trimestre 2020 disponibili online. Tra le 4 città, Pescara è quella che regge meglio la crisi con un tasso di crescita del -0,34% contro quello regionale pari al -0,64%. E sono, soprattutto, le ditte individuali ad abbassare le saracinesche. Gennaro Strever - Presidente Camera di Commercio Chieti Pescara: "Un dato negativo, superiore alla media italiana, da cui ripartire per contribuire alla ripresa. La Giunta si riunirà il prossimo 23 aprile e predisporrà un piano d'azioni puntando su contributi diretti alle piccole e medie imprese per sostenerne la liquidità immediata, aiutarle nei processi di digitalizzazione e negli interventi necessari ad adattare le proprie strutture alle prescrizioni che saranno imposte dalla fase post emergenziale".

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La Sevel di Atessa restera’ ferma fino al 26 aprile

La Sevel di Atessa restera' ferma fino al 26 aprile, salvo nuovi decreti da parte del Governo sulla filiera dell'auto, in tal caso i lavoratori verranno tempestivamente informati della ripresa dell'attivita' lavorativa. Questo l'esito della riunione di oggi, in call conference, tra la Rsa e la direzione aziendale. "Riteniamo che per la Fase 2 - dice la Fim Cisl in una nota - bisogna inserire nuove misure sanitarie, come test sierologici e applicazioni per monitorare la sintomatologia. Altrimenti si correrebbe il rischio di dover chiudere nuovamente, con danni incalcolabili per le famiglie e per il sistema economico. Ci sono ancora troppe fabbriche, piccole e medie, che non hanno adottato nessuna precauzione anticontagio, ecco perche' riteniamo indispensabile rendere obbligatori in tutti i siti produttivi i protocolli di sicurezza"

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