Economia

Oltre tre milioni di ore vendute nel 2016 coi voucher

"Oltre tre milioni di ore vendute nel 2016: quasi meta' di quelle vendute nel Lazio e tre quarti di quelle vendute in Campania, che sono regioni ben piu' grandi". Sono i numeri dell'utilizzo dei voucher in Abruzzo, elaborati dalla Uil regionale su base Inps. Il sindacato parla di un uso "massiccio" e sottolinea che mentre nel 2008 i voucher venduti in Abruzzo rappresentavano l'1% di quelli venduti in Italia, ora "siamo al raddoppio dell'incidenza, con il 2,1%". La provincia abruzzese in cui i voucher sono stati utilizzati di piu' e' quella di Chieti, la piu' industrializzata, con oltre un milione di ore vendute, rileva la Uil. Seguono Pescara e Teramo (quasi 800mila la prima, oltre 700mila la seconda) e chiude L'Aquila con 470mila.

"Il dato dei voucher - afferma il segretario regionale Roberto Campo - va poi letto insieme agli altri dati del mercato del lavoro: il numero degli occupati, che prima della crisi in Abruzzo oscillava introno al mezzo milione, oscilla ora intorno a 475mila; la flessione dei contratti a tempo indeterminato; l'occupazione che cresce e' soprattutto quella degli ultra 50enni, come in Italia, grazie alle distorsioni operate dalla Legge Fornero, che finalmente cominciamo a correggere con l'Accordo Sindacati-Governo del 28 settembre 2016; il tasso di disoccupazione giovanile, giunto al 48%"

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Pescara, il 2017 è l’anno decisivo per il Porto

Il 2017 sara' l'anno decisivo per il Porto di Pescara e il suo futuro. Nell'anno che sta per iniziare si capira' se Pescara, attraverso il suo scalo marittimo, potra' avere un ruolo di rilievo nei traffici marittimi nazionali e internazionali. Questo quanto affermano in una nota gli operatori commerciali del Porto di Pescara che ritengono fondamentale per la struttura il prossimo anno, anche alla luce di quanto accaduto nel 2016 con l'insabbiamento dei fondali dello scorso luglio che ha portato all'interruzione dei rifornimenti di idrocarburi via mare. Difficolta' che, ancora oggi, hanno ricordato gli operatori commerciali, perdura a causa del mancato inizio del mini-dragaggio d'urgenza che consentirebbe alla nave cisterna Galatea di tornare in porto. A cio' si aggiunge la fine (dopo tre anni) del collegamento Snav fra Pescara e la Croazia, "con risultati deludenti per numero di passeggeri trasportati, considerando che proprio per i bassi fondali la Compagnia partenopea e' stata costretta ad effettuare collegamenti con un mezzo abilitato al solo trasporto dei passeggeri". Un addio, quello della Snav, molto pericoloso, secondo gli operatori commerciali, per il futuro del Porto, e capace di minare la sopravvivenza di Pescara e dell'Abruzzo nel panorama dei traffici marittimi in Adriatico. Ma il 2016 e' stato anche l'anno che ha visto l'entrata in vigore del Piano Regolatore Portuale di Pescara dopo iter un travagliato e distratto durato piu' di dieci anni. Per gli operatori commerciali una necessita' e uno degli obiettivi prioritari che l'attuale Giunta Regionale aveva dichiarato al momento del suo insediamento.

Con un apposito provvedimento in Consiglio Regionale sono stati ammessi a misure di sostegno tutti quegli operatori che, a differenza dei colleghi della pesca, non hanno potuto beneficiare degli aiuti per il fermo derivante dal mancato dragaggio. Infine la delicata partita delle Autorita' di Sistema Portuale "che, come operatori, ci auguriamo sia gestita nella consapevolezza che qualunque sia l'approdo finale (Ancona o Civitavecchia), vada nella direzione di potersi sedere a tavolino, e parlare di porti e trasporti marittimi".

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Arrivano i contributi per le aziende agricole colpite dal sisma

Sono stati erogati i contributi previsti dai bandi delle misure agroambientali e di forestazione del Programma di Sviluppo Rurale per oltre 50 beneficiari coinvolti dai recenti eventi sismici per complessivi 146.426 euro. I fondi saranno erogati entro fine anno, in deroga al blocco dei pagamenti definito dalla Banca d'Italia. "E' un aiuto concreto - commenta l'assessore regionale alle Politiche agricole, Dino Pepe - che abbiamo voluto dare, unitamente all'Agea, alle aziende agricole duramente colpite dal sisma". Sono state liquidate come anticipazione dell'80% le domande finanziate delle misure dei "prati-pascolo" e "biologico" dell'anno 2016. "Inoltre - continua Pepe - sono state messe in liquidazione tutte le domande a saldo presenti: forestazione (2080), indennita' compensativa e biologico"

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Studio Bankitalia, cresce il divario di produttività tra Sud e Centronord

Tra il 2007 e il 2015 il divario di produttivita' del lavoro tra Mezzogiorno e Centro Nord e' lievemente cresciuto. Lo scrive la Banca d'Italia nel rapporto "Economie regionali", secondo cui pero' nei servizi e nelle costruzioni il Sud ha ridotto il ritardo nei confronti del resto del Paese. Nel 2015 - nota la Banca d'Italia, che elabora dati Istat - la produttivita' del lavoro delle regioni meridionali era piu' bassa del 22,6% nel confronto con il Centro Nord, contro un divario del 21,9% registrato nel 2007. Nell'industria in senso stretto il divario e' cresciuto dal 18,5% del 2007 al 28,6% del 2015; nelle costruzioni e' sceso da 29,9% a 18,4% e nei servizi da 26,2% a 22%. La banca d'Italia osserva poi che tra il 2007 e il 2014 la contrazione di numero di imprese e' stata simile tra centro Nord e Mezzogiorno (-5,6% e -5,4% rispettivamente), a fronte di un calo del numero di addetti relativamente piu' intenso nelle regioni meridionali (-11,3%) rispetto al resto del Paese (-8,7%)

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Honda, avviata la produzione del nuovo Sh ad Atessa

Nello stabilimento di Atessa della Honda, ha festeggiato mercoledi' scorso l'avvio della produzione del nuovo SH125/150i ABS 2017, e le prospettive sono ambiziose, dato che gia' nei primi mesi del 2017 si sfondera' di nuovo il muro del milione di unita' prodotte. "Si tratta della sesta generazione dell'SH - ha commentato Vito Cicchetti, direttore vendite di Honda Motor Europe - una meravigliosa storia di successi, con quasi un milione di esemplari prodotti nello stabilimento di Atessa. SH e' sinonimo dello styling italiano e della perfezione che Honda offre per il city commuting, riconosciuto in tutto il mondo soprattutto grazie alla qualita' produttiva e alla cura nei dettagli. Lo stabilimento di Atessa e' diventato benchmark per importanti siti produttivi". Lo scooter piu' amato dagli italiani, leader indiscusso del mercato, stabilisce da anni gli standard di stile e affidabilita' nel segmento dei ruote alte. Il nuovo modello 2017 vanta nuove luci a Led, sistema Smart-Key, vano portaoggetti anteriore piu' grande dotato di presa 12V oltre, ovviamente, a uno stile tutto nuovo ma immediatamente riconoscibile. Sono state inoltre migliorate le prestazioni del motore eSP (enhanced Smart Power), ora Euro4, dotato di sistema Start&Stop. La potenza e' di 12,2 CV per il 125cc e 15 CV per il 150cc, senza rinunciare ai consumi da 'primato', ben 47,4 km/l per il 125 e 43,8 km/l per il 150, entrambi nel ciclo medio WMTC. L'ABS garantisce la sicurezza attiva. Sul mercato italiano e' in vendita con bauletto, paramani e parabrezza di serie.  

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Pesca in Adriatico, gli scampi diminuiscono del 54 per cento in 5 anni

 Il 96% degli stock ittici dell'Unione Europea in Mediterraneo sono sovrasfruttati; solo nell'Adriatico si registra un crollo del 21% delle catture della pesca italiana. Per alcune specie molto richieste dai consumatori la situazione è ben più drammatica, con cali del 45% per il nasello (tra il 2006 e il 2014) e addirittura del 54% per lo scampo in soli 5 anni (2009-2014). Dati ancora più preoccupanti se si pensa che solo l'Adriatico sostiene il 50% della pesca italiana, la più importante nel Mediterraneo, che proprio in questo bacino concentra il 47% della nostra flotta industriale, soprattutto quella a strascico. Sono i dati sulla pesca forniti dalla Commissione europea a dirci che per il Mediterraneo, e in particolare per l'Adriatico, senza un'inversione di tendenza non ci sarà scampo, sia in senso letterale che figurato. A raccogliere l'appello è l'Adriatic Recovery Project, un'alleanza di organizzazioni non-governative e istituzioni scientifiche, coordinata da MedReAct, in collaborazione con l'Università di Stanford, il Politecnico delle Marche, Legambiente e Marevivo per tutelare gli ecosistemi marini vulnerabili e gli habitat essenziali per le specie ittiche dell'Adriatico.

La pesca intensiva ha causato lo sfruttamento eccessivo di tutti gli stock ittici dell'Adriatico, oggi in forte declino, alterandone gli ecosistemi e producendo di conseguenza una profonda crisi nel comparto della pesca. I dati più allarmanti riguardano il merluzzo (o nasello) oggi pescato, secondo l'Unione europea, oltre cinque volte la soglia di sostenibilità, e tra le specie più richieste dai consumatori. Secondo un recente sondaggio condotto da Greenpeace, il merluzzo, dopo il tonno, è infatti il pesce preferito dagli italiani, acquistato dal 71% dei consumatori. La pesca a strascico insiste anche su aree particolarmente vulnerabili come la Fossa di Pomo, una depressione in centro Adriatico dove si trova la più importante zona di riproduzione (nursery) di scampi e nasello di tutto l'Adriatico.

L'Adriatic Recovery Project è promosso da un' alleanza di organizzazioni della società civile e da enti di ricerca per tutelare gli ecosistemi marini vulnerabili e gli habitats essenziali per le specie ittiche dell'Adriatico. Il Progetto è finanziato da Oceans5, sostenuto dal Stanford's Woods Institute for the Environment e coordinato da MedReAct - associazione non governativa impegnata nel recupero degli ecosistemi marini del Mediterraneo - in collaborazione con Legambiente, Marevivo, l'Università di Stanford e il Politecnico delle Marche. 

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Santa Croce, il Tar fissa a febbraio l’udienza sulla concessione Sponga

Il Tar di L'Aquila ha fissato per il prossimo 8 febbraio l'udienza di merito in relazione al ricorso presentato dalla Santa Croce Spa contro il bando per la concessione della sorgente Sponga di Canistro lanciato dalla Regione Abruzzo. Lo fa sapere in una nota la stessa azienda Santa Croce. I giudici amministrativi hanno agito alla luce della rinuncia alla sospensiva da parte della societa' del patron Camillo Colella, fissando, pero', il merito nel giro di poco piu' di un mese. Nei primi giorni di dicembre, esaminando l'istanza della societa' dell'imprenditore molisano Colella, proprietaria dello stabilimento e del marchio conosciuto a livello nazionale, lo stesso tribunale amministrativo aveva ordinato alla Regione di ricevere le domande di partecipazione (che sono state quattro),  ma di non visionare le proposte. Questa prescrizione viene meno in seguito al nuovo pronunciamento del Tar: ora la dirigente del servizio Risorse del territorio e attivita' estrattive della Regione, Iris Flacco, potra' quindi riattivare il percorso per arrivare all'assegnazione della concessione. Ma non si sa quali decisioni verranno prese alla luce dell'imminente pronunciamento. Colella sottolinea che rispettera' "quanto deciso dalle istituzioni, fiducioso che si arrivi a stabilire la verita' in questa complessa e problematica vicenda che ha causato numerosi inconvenienti all'azienda, all'indotto, ai sindacati e ai dipendenti".

Il Tar, al quale si era rivolto il Comune di Canistro, aveva gia' annullato il bando circa un anno e mezzo fa. Nel ricorso presentato dalla Santa Croce sono stati evidenziati diversi profili di illegittimita': in particolare, i legali della Santa Croce, Roberto Fasciani del foro di Avezzano  e Giulio Mastroianni del foro di Roma, hanno denunciato anche l'assenza della Valutazione di impatto ambientale (Via) e del Piano di tutela delle acque che la Regione avrebbe dovuto adottare in via preventiva, proprio in ossequio alla sentenza dello scorso anno. Tra la Santa Croce, che aveva la concessione prima del nuovo bando, e la Regione Abruzzo e' in atto un pesante contenzioso. I 75 dipendenti sono in mobilita' e nei prossimi mesi verranno licenziati.

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Confcommercio Chieti chiederà lo “stato di calamita’ commerciale”

Confcommercio Chieti, attraverso la sua presidente Marisa Tiberio, ha scritto al presidente dell'Esecutivo abruzzese, Luciano D'Alfonso per chiedere un incontro immediato ed il riconoscimento dello stato di 'calamita' commerciale' per la citta' e la sua provincia "martoriata - afferma - dal proliferare della grande distribuzione". Confcommercio lancia una vera e propria provocazione al governo regionale dopo che sta prendendo forma il raddoppio del centro commerciale Megalo'. ''Il progetto denominato Megalo' 2 e' ormai realta' - dice Tiberio - dal momento che sono partiti i lavori di messa in sicurezza dell'alveo del fiume Pescara su cui insistera' questa ennesima mega struttura commerciale. Il Comune, normative alla mano, puo' davvero poco ed e' arrivato il momento che la Regione scopra le carte e ci dica chiaramente di che morte dobbiamo morire noi commercianti". Secondo i dati di Confcommercio Chieti, nel quinquennio 2010/2014 su 41 nuovi punti vendita della grande distribuzione in Abruzzo, 29 strutture di questo tipo sono state aperte nella  provincia di Chieti, "dove, a seguito di un deciso aumento della concentrazione della grande distribuzione e' possibile riscontrare - afferma il presidente Tiberio - un evidente calo degli esercizi commerciali tradizionali". "Inoltre - aggiunge - secondo i numeri forniti dal rapporto della Camera di commercio, aggiornati al 30 settembre 2016, nel terzo trimestre dell'anno si sono perse, in provincia di Chieti, 238 imprese specializzate nella vendita al dettaglio ed all'ingrosso per una percentuale negativa del 2,5% che sale addirittura al -2,6% per la sola Chieti citta'

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In Ue si naviga con lo smartphone

Lo smartphone surclassa i tablet, i laptop e i computer fissi come mezzo per accedere a Internet. Nel 2016, secondo un sondaggio realizzato da Eurostat, l'agenzia di statistica dell'Unione Europea, oltre l'80% delle persone di età compresa tra 16 e 74 anni nell'Ue ha utilizzato Internet, in molti casi utilizzando apparecchi differenti.        I telefonini e gli smartphone sono stati gli strumenti più utilizzati per surfare nella Rete: li hanno utilizzati più di tre quarti (79%) degli utilizzatori di Internet. Seguono i laptop e i netbook (64%), i computer fissi, detti anche desktop (54%) e i tablet (44%).  Durante gli ultimi dodici mesi, oltre il 70% degli utilizzatori di Internet nell'Ue hanno fornito on line qualche tipo di informazione personale, molti adottando nel contempo varie misure per controllare l'accesso a quei dati da parte di terzi.

Quasi la metà di costoro (46%) ha rifiutato di consentire l'utilizzo delle proprie informazioni personali a fini pubblicitari e il 40% - secondo Eurostat - ha limitato l'accesso al   proprio profilo o ai propri contenuti sui social network.  In aggiunta, il 37% degli utilizzatori di Internet legge le dichiarazioni sulla politica in materia di privacy prima di fornire informazioni personali e il 31% ha limitato l'accesso alla propria localizzazione geografica. L'utilizzo dei vari apparecchi per navigare cambia in funzione delle fasce di età: telefonini e smartphone sono ubiqui tra i giovani (li utilizza il 94% degli Internauti europei di età compresa tra 16 e 24 anni), relativamente meno popolari tra i 25-54enni (83%) e ancora meno tra i 55-74enni (56%).  

Per contro il pc fisso è lievemente più popolare tra 25-54enni e 55-74enni (54%) che tra i 16-24enni (53%). Ci sono anche differenze tra i Paesi: telefonini e smartphone prevalgono come mezzo per navigare in tutta l'Ue, eccetto che in Polonia, Slovacchia, Estonia, Lituania e Repubblica Ceca, dove laptop e netbook fanno la parte del leone.  Il primato nell'uso dei telefonini spetta alla Spagna (utilizzati dal 93% di coloro che sono andati in Rete negli ultimi tre mesi), davanti a Cipro e Paesi Bassi (86%); all'estremità opposta della classifica c'è la Repubblica Ceca (55%). Il dato italiano è allineato con la media Ue, poco inferiore all'80%.  

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Infortuni in agricoltura in calo in Abruzzo

In Abruzzo sono 1306 gli infortuni che si sono verificati nei campi nei primi dieci mesi del 2016, con un calo del 3% rispetto allo stesso periodo del 2015. Un dato che conferma un trend che, negli ultimi 5 anni, ha visto diminuire del 21% (dal 2011 al 2015) il numero degli incidenti in agricoltura (elaborazione Coldiretti Abruzzo su dati Inail). I numeri sono emersi nel corso del convegno “Impresa Qualità Reddito: nuove norme sul lavoro agricolo” che si è svolto oggi pomeriggio a L’Aquila nell’auditorium Sericchi della Banca Biperalla presenza di istituzioni, amministratori, magistrati ma anche tanti agricoltori arrivati da tutto Abruzzo. Presente l'assessore regionale alle Politiche agricole Dino Pepe, mentre per Coldiretti il direttore regionale Giulio Federici, oltre ai presidenti Chiara Ciavolich, Emanuela Ripani e Sandro Polidoro. Un incontro promosso da Coldiretti in collaborazione con l’Osservatorio nazionale sulla criminalità in agricoltura per fare il punto del lavoro nei campi, ma non solo dal punto di vista infortunistico e di sicurezza. Il convegno - in cui, tra i tanti spunti di riflessione, a margine è stato anche sottolineato che la diminuzione degli infortuni è collegata alla maggiore professionalità raggiunta dalle aziende negli ultimi anni - è stata principalmente l’occasione per approfondire le nuove norme contenute nella recentissima Legge 199/2016 che disciplina e regolamenta il lavoro in agricoltura anche prevedendo pene più severe e rigorosi controlli “in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo”. Una normativa complessa, come è stato evidenziato nel corso del convegno, ma anche un “importante tassello nel percorso di trasparenza e legalità che deve essere alla base del lavoro dell’impresa agricola” e che in Abruzzo ridisegna diritti e doveri per oltre 2500 aziende agricole assuntrici di manodopera, anche extracomunitaria.

Secondo Coldiretti Abruzzo “pene severe e rigorosi controlli sono necessari perché l’illegalità determina una concorrenza sleale nei confronti delle aziende che lavorano onestamente ma è anche necessaria una grande azione di responsabilizzazione di tutta la filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro a tutti gli alimenti – italiani e stranieri - ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore del bene alimentare che non penalizzi né l’impresa che lavora onestamente né il lavoratore”.

E in proposito, basta pensare a prodotti importati che arrivano sulle tavole degli italiane ogni giorno quali banane, cacao, caffè e olio di palma sui quali pesa addirittura l’ombra dello sfruttamento minorile e la cui provenienza dovrebbe essere monitorata con pià attenzione anche per non finanziare indirettamente fenomeni illeciti. Da qui la necessità per Coldiretti Abruzzo di andare oltre e di “affiancare alla legge 199 una stretta legislazione sulle frodi alimentari affinchè si arrivi a rafforzare sempre di più il rapporto di fiducia tra produttori e consumatore”.

Premessa da cui, evidenziando i numerosi risvolti della nuova normativa e allargando la riflessione al concetto più generico di frode nel settore alimentare, si sono succeduti i contributi di Fabrizio Di Marzio (consigliere Corte di Cassazione) e le relazioni di Cataldo Motta, Procuratore della Repubblica di Lecce; Romano Magrini, Capo area Politiche del lavoro Coldiretti; Maria Antonietta Fusco, Dirigente Servizio Affari Dipartimentali Regione che ha riportato l’attenzione sull’Abruzzo presentando il lavoro svolto nell’ambito del tavolo tecnico partenariale regionale sul lavoro irregolare con particolare riferimento al protocollo di intesa su cui si è soffermato anche l'assessore regionale Dino Pepe, che ha ribadito l'importanza di un settore più trainante per l'economia italiana e abruzzese, evidenziando come l'attenzione normativa che viene posta a tutti i livelli - nazionale e regionale - dimostri che la trasparenza  la legalità insieme alla tutela del made in Italy siano strumenti indispensabili per rafforzare la distintività delle nostre produzioni.

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