L’Osservatorio

Aumentano le imprese con titolari stranieri

I settori commerciali a maggioranza straniera sono 17 in Italia, secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano per il 2016. Salgono a 27 in Lombardia e a 50 a Milano. Ai primi posti ci sono gli ambulanti nella bigiotteria, nel tessile, poi la vendita online, la preparazione di indirizzari e le spedizioni di propaganda, tappeti, internet point, vendita porta a porta, traduzioni, agenzie matrimoniali. Sono tredici i territori italiani che crescono in cinque anni - tra il 2011 e il 2016 - per la creazione d'impresa da parte degli stranieri. Sono: Milano, Roma, Napoli, Pescara, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Caserta, Napoli, Latina, Sassari, Prato. Una crescita che controbilancia il calo degli italiani. Si aggiungono otto aree del Paese che invertono la perdita di addetti nelle imprese, per l'apertura di titolari stranieri che assumono. Sono: Benevento, Latina, Mantova, Foggia, Lecce, Catania, Ragusa, Prato, Venezia. Meno stranieri e meno imprese ad Aosta, Enna, Caltanissetta, Cuneo. Meno addetti e meno assunzioni di stranieri a Brindisi e Isernia. In Lombardia in cinque anni crescita a due cifre per le imprese straniere, soprattutto a Milano (+42%), Monza (+31%), Lecco (+25%), Bergamo (+21%), Varese (+17%), Pavia (+16%). In 12 territori l'economia cresce o e' stabile per le aperture di imprese straniere. 

A Milano le imprese aumentano del 4%, con gli italiani in calo del'1%. A Roma l'aumento c'e' anche solo con gli italiani, +1%, che diventa +6% per le aperture degli stranieri. A Napoli c'e' un +4%, che si fermerebbe a -0,7% con il solo contributo degli italiani, con la crescita straniera a tre cifre + 119%. Trend positivo, guidato da una crescita a due cifre degli imprenditori stranieri, a Pescara (da -2,8% a -0,4%), Catanzaro (da - 0,3% a +2,3%), Cosenza (da -1% a +0,5%), Crotone (da -1,3% a +0,1%), Reggio Calabria (da -2% a +1,3%), Caserta (da -1,3% a +1,9%), Latina (da -2,5% a -0,3%), Sassari (da -2,7% a -0,4%), Prato (da -6,5% a -0,4%). Meno imprese straniere accompagnata da una riduzione totale delle imprese in cinque anni in quattro aree: Aosta (-8%), Enna (-8,5%), Caltanissetta (-2,6%), Cuneo (-7,6%). Lavoro in crescita nelle imprese in 9 territori: Benevento (stabile ma sarebbe -1% per le assunzioni delle sole imprese italiane), Latina (+0,2% anziche' -0,6%), Mantova (+0,2% invece di -0,2%), Foggia (da -0,4% degli italiani a +0,3% totale), Lecce (da -0,5% a +0,9%), Catania (da -0,7% a -0,2%), Ragusa (da -1,4% a -0,5%), Prato (da -6,3% a +5,7%), Venezia (da -1,3% a -0,1%). Le imprese straniere danno una sostanziale spinta ulteriore alla crescita, gia' positiva grazie agli italiani, a Roma +17%, Milano +5,8%, Potenza +6,6%, Pescara +1,5%, Caserta + 8%, Napoli + 9,6%, Salerno +5,8%, Bologna +3%, Monza +5,4%, Bari + 0,9%, Firenze +3,3%, Bolzano +4,4%, Verona +3,9%. 

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Vacanze, 33,5 milioni di italiani in partenza per un viaggio

Come ogni anno, da questo mese ha avuto inizio il grande flusso vacanziero nostrano, secondo infatti i dati Codacons, saranno circa 33,5 milioni gli Italiani che fra luglio e settembre partiranno per le tanto agognate vacanze. Croce e delizia di ogni viaggiatore, dopo la scelta della destinazione e l'organizzazione logistica, resta sempre, evergreen, il bagaglio e il suo contenuto per stare nei limiti di peso e dimensioni senza dover rinunciare a nulla. Come si è evoluto il bagaglio degli italiani negli ultimi anni? Che accessori sono diventati un must per il viaggiatore? Che ruolo ha internet e mobile nella scelta dell'occorrente per il viaggio? A queste e altre domande risponde eBay, uno dei più grandi marketplace online del mondo, che ha delineato l'identikit della "valigia all'italiana" e ha fotografato i trend e gusti relativi a questo oggetto, analizzando le vendite nella categoria dedicata "Valigeria e accessori da viaggio" che conta attualmente quasi 265 mila oggetti nuovi, disponibili in qualunque momento. Prima di tutto i volumi, solo nel 2016 infatti, sul Marketplace sono stati acquistati una valigia o un accessorio da viaggio ogni 9 minuti. Nessuna sorpresa poi sul picco di vendite: negli ultimi 3 anni si è confermato luglio, con quasi il 40% di acquisti in più rispetto alla media mensile del resto dell'anno. Un'evidenza che conferma da un lato che la maggior parte degli italiani vada in vacanza ad agosto e, dall'altro, che si attrezzino all'ultimo momento. Sempre parlando di volumi, solo rispetto al comparto valigie, la top 5 nazionale dei diversi tipi di bagaglio è: trolley da viaggio, bagaglio a mano/da cabina, zaini, valigie, set di valigie.

Rotelle in pole position dunque grazie alla comodità che offrono, e bagaglio a mano al seguito, probabilmente per via delle sempre in evoluzione indicazioni da parte delle compagnie aeree rispetto alle sue dimensioni. Stupisce invece, la medaglia di bronzo conferita agli zaini, un dato che evidenzia il prendere piede anche nel Bel Paese di un trend già radicato all'estero, le vacanze da "backpacker", senza troppi fronzoli e all'avventura. Parlando invece d'incremento nelle vendite, il campione assoluto negli ultimi 2 anni è il bagaglio a mano, le cui vendite su eBay.it sono triplicate. Le ragioni? come sopra, le policy aeroportuali hanno avuto sicuramente un ruolo attivo, ma un altro elemento importante potrebbe essere la crescente tendenza degli italiani a viaggiare più spesso, ma per brevi periodi, come i weekend. eBay, attraverso lo sguardo esperto dei venditori professionali presenti sul sito, è in grado di illustrare i trend emergenti e indagare sui diversi comportamenti degli acquisti online. In particolare è interessante la testimonianza di Carmelita Cipriani, titolare del negozio Cocco Pelletterie di Sulmona, in provincia de L'Aquila che, grazie ad eBay, nel 2011 è riuscita a trovare una soluzione che le consentisse di uscire con la propria attività fuori dal territorio colpito dal terremoto del 2009. Dice Carmelita: "eBay oggi rappresenta il 30% del nostro fatturato totale e trattiamo circa 2000 articoli. Iniziamo a vedere un incremento nelle vendite già dal mese di maggio, periodo di comunioni e a cresime, che prosegue in giugno per via delle lauree e continua durante l'estate. Confermando la classifica di eBay, ci si orienta per i bagagli a mano e in particolare per il trolley più piccolo, 55x40x20, preferibilmente morbido. Il trolley rigido in policarbonato è per una clientela più giovane e modaiola. Leggerezza, capienza, trasporto sulle 4 ruote che devono essere anche silenziose, meglio se con fantasie un po' diverse dal solito, sono le caratteristiche più ricercate. Le città in cui vendiamo di più? Roma e Milano." Non solo valigie, ma anche accessori da viaggio e in questo caso, la top 5 nazionale vede gli adattatori elettrici al primo posto, seguiti da Mascherine occhi, Cuscini da viaggio, Lucchetti e Repellenti insetti. Gli Italiani sono quindi molto preoccupati di non riuscire a collegare in vacanza le proprie apparecchiature e i propri dispostivi elettronici come computer, tablet, asciugacapelli, ma anche di non riuscire a riposare al meglio durante il tragitto verso la tanto sospirata meta. 

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Mutui, aumento delle erogazioni dell’11,5% nel primo trimestre

Le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l'acquisto dell'abitazione per 12.304 milioni di euro nel primo trimestre 2017. Rispetto allo stesso trimestre del 2016 si registra un aumento delle erogazioni pari a +11,5%, per un controvalore di +1.273 milioni di euro. Lo evidenzia Tecnocasa sulla base dei dati riportati nel Bollettino Statistico II-2017 pubblicato da Banca d'Italia nel mese di giugno 2017. "Mercato del credito ancora vivace con erogazioni che si consolidano in aumento, così come da tre anni a questa parte, supportando in questo modo la crescita delle compravendite immobiliari" evidenzia il gruppo che, "in base alle stime da parte delle banche in riferimento alle erogazioni mensili dei mutui", nota "un rallentamento della crescita a partire dal mese di febbraio in poi. Ad aprile, mese comunque caratterizzato da numerose festività rispetto allo scorso anno, si registra un calo pari al -15,9%". Il primo trimestre 2017 vede un incremento delle erogazioni in tutte le macroaree d'Italia. La performance migliore spetta al Nord-Est, i cui 2.675 miliardi di euro rappresentano il 17% in più rispetto a quanto erogato nel primo trimestre 2016. Il Nord-Ovest vede un incremento del 15,5% e le Isole crescono del 13,2%. Sotto la media nazionale ci sono L'Italia Centrale con una crescita del 7,8% e l'Italia Meridionale con un leggero +0.6%. Nord e Isole quindi in forte crescita, Centro Sud più lento. Ne deriva il fatto che al Nord vengono erogati il 56% dei mutui nazionali, (Nord-Ovest 34,3% e Nord-Est 21,7%), il Centro il 24,3%, Meridione e Isole rispettivamente il 13,4% e il 6.3%

A livello regionale, il primo trimestre 2017 è risultato positivo in 14 delle 20 regioni Italiane. Anche quelle meno performanti mostrano comunque cali lievi, compresi in un range che va dal -0,7% del Molise e -10,6% dell'Abruzzo. La crescita più consistente risulta essere quella della Valle d'Aosta, la migliore regione anche per questo trimestre dopo che già nell'ultimo trimestre 2016 era stata la prima per crescita. Ha aumentato i volumi di ben il 43,2% rispetto al pari periodo 2016. Seguono Sardegna, Emilia Romagna e Liguria tutte con un aumenti superiori al 20%. Per quanto riguarda l'importo di mutuo, l'Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa evidenzia che il ticket medio nazionale si è attestato a circa 114.700 euro, in aumento rispetto a quanto riscontrato nel primo trimestre 2016 del 4,7%. La ripartizione geografica è nettamente diversa: il Nord-Ovest è l'area dove si registra la crescita più elevata. Subito dopo il Sud che, nonostante un importo medio decisamente più basso rispetto al dato medio nazionale, fa comunque marcare una crescita superiore al 5%. Centro e Nord Est restano indicativamente in linea con la rilevazione del primo trimestre 2016 mentre l'unica area a diminuire è quella dell'Italia insulare.

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Musei, visitatori in crescita ma l’Abruzzo è in calo del -15,6%

"Nel primo semestre del 2017 i visitatori dei musei statali crescono del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Con oltre 23 milioni di ingressi, quasi 2 milioni in più rispetto all'anno scorso e 4 milioni in più rispetto al 2014 pre riforma, i luoghi della cultura statali si apprestano a registrare un'altra annata da record. La rivoluzione museale continua a produrre i suoi frutti e dimostra quanto fosse corretto dare autonomia ai musei, dotandoli di una direzione, un bilancio, un consiglio di amministrazione e un consiglio scientifico. Tutto questo ha permesso una decisa innovazione della gestione con risultati immediati, a partire da una maggiore presenza digitale". Questo il commento del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, riguardo la rilevazione da parte dell'Ufficio Statistica del MiBACT dei visitatori e degli introiti nei musei, monumenti e aree archeologiche statali tra gennaio e giugno del 2017, quando 23.213.288 ingressi hanno portato introiti per 88.708.038 euro, con un aumento rispettivamente del 7,3% (visitatori) e del 17,2% (incassi) rispetto al medesimo periodo del 2016. Se al primo posto tra le regioni figura il Lazio, con 10.131.268 visitatori (+2,23%) e 36.220.370 euro di incassi (+14,7%), la Campania consolida la seconda posizione conquistata nel 2015 con 4.375.734 ingressi (+15,4%) e introiti per 19.689.195 euro (+17,6%), mentre terza è la Toscana con 3.443.800 biglietti (+11,7%) e 16.520.112 euro di incassi (+17,1%). Tra le regioni più dinamiche per aumento di visitatori si segnalano invece la Liguria (+33,5%), il Veneto (+26,8%) e il Friuli Venezia Giulia (+23,35). Evidenti invece le conseguenze del terremoto del Centro Italia nella flessione dei visitatori in Umbria (-18,3%), Marche (-16,6%) e Abruzzo (-15,6%). 

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Cna, sotto l’ombrellone business da 1 miliardo e mezzo

Un milione di turisti al giorno. Per oltre un miliardo e mezzo di incassi complessivi, indotto compreso, eventuali pernottamenti esclusi. E' un luglio da record sotto gli ombrelloni delle localita' balneari italiane. Grazie a Caronte e al suo caldo record. E grazie alla sensazione di sicurezza che ispira il nostro Paese rispetto all'intero bacino mediterraneo. Sono i numeri che emergono dalla indagine CNA tra i titolari di 432 stabilimenti balneari, aderenti alla Confederazione, presenti in 55 localita' turistiche costiere italiane, una campionatura rappresentativa delle 22mila strutture attrezzate con 3,6 milioni di ombrelloni a disposizione. A fine luglio le presenze (numero di turisti per giorni di utilizzo delle strutture) dovrebbero sfiorare il livello record di 77,5 milioni, di cui ben 49 milioni solo nei cinque fine settimana: il doppio dell'anno scorso. Il primo week end del mese si e' avvicinato ai dieci milioni di presenze, superando l'andamento di giugno, che aveva gia' fatto segnare un +15%. E la prima settimana di luglio ha fatto impazzire il pallottoliere: le presenze sulle spiagge italiane sono salite da 8,8 milioni del 2016 a 14,8 milioni, un'impennata superiore al 68%

I lidi di Campania, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia sono da tutto esaurito. Anche Lazio, Sardegna e Toscana viaggiano con il vento in poppa. Mentre la crescita e' meno tumultuosa in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche e Molise. Una marea di turisti che innesca un effetto economico molto importante. Il bagnante tipo spende quotidianamente 45 euro al giorno per servizi di spiaggia, pasti e trasporto. Moltiplicato per un milione di presenze medie al giorno per trentuno giorni di luglio fa quasi 1,4 miliardi di euro. Durante la sua permanenza perlomeno un turista su cinque non si limita a tuffarsi in acqua e a crogiolarsi al sole. Tra attivita' culturali (citta' e borghi artistici, musei, spettacoli), terme e percorsi enogastronomici a luglio i turisti balneari spenderanno circa 180 milioni extra spiagge. Il totale sfonda il muro del miliardo e mezzo di euro, eventuali pernottamenti esclusi, movimentati dal turismo balneare nel solo mese di luglio. Un luglio con i fuochi d'artificio.

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Bankitalia, nuovo record del debito, sale a 2.278 miliardi

Ancora un record per il debito pubblico. A maggio il debito delle amministrazioni pubbliche, secondo quanto informa la Banca d'Italia, e' stato pari a 2.278,9 miliardi, in aumento di 8,2 miliardi rispetto ad aprile. L'incremento e' dovuto principalmente al fabbisogno mensile delle amministrazioni pubbliche (7 miliardi). Pesa l'aumento delle disponibilita' liquide del Tesoro (0,5 miliardi), l'effetto di scarti e premi all'emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e la variazione del tasso di cambio (0,7 miliardi).

Con riferimento ai sottosettori, spiega l'istituto centrale, il debito delle Amministrazioni centrali e' aumentato di 8,1 miliardi, quello delle Amministrazioni locali di 0,1 miliardi; il debito degli Enti di previdenza e' rimasto pressoche' invariato. 

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Istat, in povertà relativa il 10,6% delle famiglie

 La stima dell'incidenza della povertà relativa (percentuale di famiglie e persone povere) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà), che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile pro-capite nel Paese, e nel 2016 è risultata di 1.061,50 euro (+1,0% rispetto al valore della soglia nel 2015, quando era pari a 1.050,95 euro). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore sono classificate come povere. Per famiglie di ampiezza diversa il valore della linea si ottiene applicando un'opportuna scala di equivalenza, che tiene conto delle economie di scala realizzabili all'aumentare del numero di componenti (Cfr. Glossario e Nota metodologica). Nel 2016, si stima siano 2 milioni 734mila le famiglie in condizione di povertà relativa (con un'incidenza pari a 10,6% tra tutte le famiglie residenti), per un totale di 8 milioni 465mila individui (14,0% dell'intera popolazione). Di questi, 4 milioni 339mila sono donne (14,0%), 2 milioni e 297mila sono minori (22,3%) e 1 milione e 98mila anziani (8,2%). 

L'incidenza della povertà relativa risulta sostanzialmente stabile rispetto al 2015 in termini di famiglie (da 10,4 a 10,6%) e di persone (da 13,7 a 14,0%); tale stabilità è confermata anche nelle diverse ripartizioni territoriali. L'intensità della povertà nel 2016 è pari a 24,3% e corrisponde ad una spesa media equivalente delle famiglie povere di 803,79 euro mensili; nel 2015 era di 808,36 euro (23,1%). Nel Nord e al Centro l'intensità è in crescita, rispettivamente da 19,9% a 24,7% e da 18,8% a 23,7% mentre nel Mezzogiorno alla più ampia diffusione della povertà si associa una riduzione dell'intensità, che passa da 25,2% a 24,3%. Analogamente alla povertà assoluta, l'incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per le famiglie più numerose con 5 o più componenti (30,9%); nel Mezzogiorno il valore raggiunge il 39,7%. In generale, si tratta per lo più di coppie con tre o più figli e di famiglie con membri aggregati, tipologie familiari tra le quali l'incidenza di povertà è pari, rispettivamente, a 28,1% e 19,9% a livello nazionale, arrivando a 34,8% e 30,5% nel Mezzogiorno. Il disagio economico si fa più diffuso se all'interno della famiglia sono presenti figli minori: l'incidenza di povertà è al 20,1% tra le famiglie con due figli minori e al 42,0% tra quelle che ne hanno almeno tre; se queste famiglie sono residenti nel Mezzogiorno sale, rispettivamente, a 26,8% e a 59,9%. Le famiglie di coppie con 1 o 2 figli mostrano valori superiori alla media nazionale (10,9% e 16,8%) così come quelle di monogenitori (13,9%, in particolare nel Mezzogiorno 26,7%) e le famiglie con 2 figli minori del Centro (20,5%).

Valori inferiori alla media nazionale si registrano invece tra i single (5,3%), le coppie senza figli con persona di riferimento di età inferiore ai 65 anni (7,5%) e le famiglie con almeno un anziano (7,8%). Rispetto all'età, le famiglie più colpite sono quelle con persona di riferimento sotto i 45 anni (14,6%); di contro, si rilevano valori inferiori alla media nazionale tra le famiglie con persona di riferimento di 55 anni o più (9,4% tra i 55-64enni e 7,9% tra gli ultra sessantaquattrenni). Per quanto riguarda gli individui, l'incidenza cresce in maniera significativa fra i minori, attestandosi a 22,3% da 20,2% del 2015. Se il livello d'istruzione della persona di riferimento è basso (nessun titolo di studio o licenza elementare) l'incidenza di povertà è elevata, ma in leggero miglioramento rispetto al 2015 (15% da 15,9% del 2015) mentre tra le famiglie con titoli di studio più elevati è inferiore alla media nazionale: 6,3% se la persona di riferimento ha almeno il diploma. La diffusione della povertà relativa tra le famiglie con persona di riferimento in posizione di operaio e assimilato (18,7%) è decisamente superiore a quella osservata tra le famiglie di lavoratori indipendenti (9,0%), sebbene questi ultimi presentino un valore in crescita rispetto al 7,6% del 2015. 

 I valori più elevati si osservano tra le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (31,0%). Rispetto al 2015 l'aumento significativo dell'incidenza riguarda le famiglie del Centro con persona di riferimento con titolo di studio più elevato (diploma e oltre) (6,5% da 4,7% del 2015) e non occupata (7,0% da 5,1% del 2015). Nel Mezzogiorno, invece, si trovano profili di disagio più differenziati: l'incidenza aumenta per le famiglie con tre o più figli minori (quasi una famiglia su tre, pari a 59,9% da 43,7% del 2015) e con persona di riferimento con occupazione indipendente (18,5% da 14,7% del 2015). Tra le famiglie che vivono nei comuni più piccoli (fino a 50mila abitanti ma non appartenenti alla Periferia delle aree metropolitane) si osserva un valore dell'incidenza di povertà relativa pari a 11,8%, più elevato sia della media nazionale sia di quello dei comuni Centro di area metropolitana (5,7%). Questi ultimi mostrano un miglioramento rispetto al valore del 2015 (8,2%). Emerge tuttavia una diversa combinazione di fattori sul territorio: nel Nord e al Centro si ripropone quanto osservato per l'Italia nel suo complesso (valori più elevati - rispettivamente 6,7% e 9,4% - nei comuni fino a 50mila abitanti contro 3,9% e 4,8% dei Comuni metropolitani); nel Mezzogiorno, invece, l'incidenza nei comuni della Periferia dell'area metropolitana e comuni oltre 50mila abitanti (22,2%) è superiore a quella dei comuni più piccoli (fino a 50mila abitanti) (20,4%) e oltre il doppio rispetto a quella dei comuni Centro di area metropolitana (10,3%). L'incidenza di povertà relativa migliora rispetto all'anno precedente per le famiglie residenti nei comuni Centro area metropolitana (da 8,2% nel 2015 a 5,7% nel 2016), in particolate al Nord (3,9% da 7,4%) dove la stessa dinamica si osserva anche per le famiglie di altra tipologia con membri aggregati (15,3% da 22,2% del 2015)

Infine, l'incidenza di povertà relativa è decisamente più elevata nelle famiglie dove sono presenti stranieri, con valori oltre tre volte superiori rispetto alle famiglie di soli italiani (8,5%): nelle famiglie miste è pari a 36,1% (in aumento rispetto al 2015) e in quelle di soli stranieri a 31,5% (Prospetto 17). Tale dinamica è particolarmente marcata per le famiglie miste del Nord (27,1% da 17,9% del 2015) e del Mezzogiorno (58,8% da 40,3% del 2015). Nel dettaglio territoriale, Toscana (3,6%), Emilia-Romagna (4,5%), Valle d'Aosta (4,8%), Lombardia (5,0%), Veneto (5,5%) e Piemonte (6,0%) mostrano i valori più bassi dell'incidenza di povertà relativa e inferiori alla media nazionale (Prospetto 16). La Calabria, discostandosi significativamente dalle altre regioni del Mezzogiorno e dalla media di ripartizione, presenta il valore più elevato (34,9%), seguita da Sicilia (22,8%) e Basilicata (21,2%). La Puglia (14,5%) e l'Abruzzo (9,9%) registrano valori dell'incidenza di povertà relativa statisticamente inferiori rispetto alla media ripartizionale.

La classificazione delle famiglie in povere e non povere, ottenuta attraverso la linea convenzionale di povertà, può essere maggiormente articolata utilizzando soglie aggiuntive, come quelle che corrispondono all'80%, al 90%, al 110% e al 120% di quella standard. Nel 2016 le famiglie "sicuramente" povere (che hanno livelli di spesa mensile equivalente inferiori alla linea standard di oltre il 20%) sono il 5,6%, quota che sale a 10,5% nel Mezzogiorno. È "appena" povero (ovvero ha una spesa inferiore alla linea di non oltre 20%) il 5,0% delle famiglie residenti (9,2% nel Mezzogiorno); tra queste, più della metà (2,8%), presenta livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di povertà (inferiori di non oltre il 10%); il valore nel Mezzogiorno è pari a 5,5%. È invece "quasi povero" il 7,0% delle famiglie (spesa superiore alla linea di non oltre 20%) mentre il 3,3% ha valori di spesa superiori alla linea di povertà di non oltre 10%, quote che salgono rispettivamente a 11,1% e 5,9% nel Mezzogiorno. Le famiglie "sicuramente" non povere, infine, sono l'82,4% del totale, con valori pari a 90,1% nel Nord, 84,8% nel Centro e 69,2% nel Mezzogiorno

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Produzione industriale ancora in ripresa a maggio

Produzione industriale ancora in ripresa a maggio. Secondo i dati Istat l'indice destagionalizzato della produzione registra un incremento dello 0,7% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio 2017 la produzione è aumentata dello 0,2% nei confronti dei tre mesi precedenti. Corretto per gli effetti di calendario, a maggio 2017 l'indice è aumentato in termini tendenziali del 2,8% (i giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2016). Nella media dei primi cinque mesi dell'anno la produzione è aumentata dell'1,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'indice destagionalizzato mensile registra variazioni congiunturali positive nei comparti dei beni strumentali (+2,3%) e dei beni di consumo (+0,2%); segnano invece variazioni negative l'energia (-1,0%) e i beni intermedi (-0,4%).

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Un’auto su 165 gira senza assicurazione

Anche un carro funebre, con tanto di salma da portare al cimitero, e' risultato privo di assicurazione nel corso dei controlli della Polizia stradale per la prima operazione ad alto impatto sulla verifica della copertura assicurativa degli autoveicoli. Un'auto su 165 gira in Italia priva di assicurazione secondo il bilancio dell'operazione "Mercurio Eye Insurance" condotta dalla Polizia di Stato, in collaborazione con l'ANIA, su tutto il territorio nazionale in 103 province dal 3 all'8 luglio. Lo 0,6% dei 419.612 veicoli controllati e' risultato senza assicurazione. Sono state 2.419 le auto sequestrate, con 12 persone arrestate e 45 denunciate. L'identikit di chi era alla guida e' nel 90% dei casi italiano, over 50, per 40% con precedenti penali con auto di cilindrata compresa tra i mille e i 5 mila. "Si tratta di una grave forma di illegalita' che colpisce anzitutto chi rimane vittima di un incidente stradale che tra mille problemi, piu' o meno pesanti a seconda della gravita' del sinistro, non ha l'immediato ristoro dei danni e deve rivolgersi al Fondo di garanzia per le vittime della strada. Fondo - ha spiegato, presentando il bilancio dell'operazione, Roberto Sgalla direttore delle Polizie di specialita' - che e' finanziato dalle imprese di assicurazione attraverso l'applicazione di una percentuale ad ogni contratto RC auto e che, nel garantire una funzione sociale, grava indistintamente su tutti gli assicurati". Secondo Sgalla "in Italia non pagare l'assicurazione auto non e' considerato un disvalore sociale e cio' e' alla base di un fenomeno odioso che va poi ad alimentare episodi di pirateria stradale di chi si allontana dal luogo dell'incidente senza prestare soccorso alla vittima proprio perche' consapevole di circolare senza assicurazione e, pensando di sfuggire alle conseguenze della propria azione, commette un reato ancor piu' grave". "Senza sottovalutare - ha aggiunto - il prefetto Vittorio Rizzi della direzione centrale Anticrimine della Polizia - i casi in cui la mancata copertura assicurativa e' il sintomo di piu' gravi forme di illegalita', perche' chi delinque non si preoccupa di assicurare i veicoli usati per commettere i reati". Dalle Alpi alla Sicilia, tante le storie curiose raccolte dalle pattuglie dei Reparti Prevenzione Crimine, della Polizia Stradale e Volanti delle Questure nel corso dei controlli. Dal nonno siciliano di 82 anni che aveva voglia di ciliegie ed e' uscito con un occhio bendato, senza assicurazione e la patente scaduta da quattro anni; al parroco in Abruzzo che ha confessato subito le sue colpe; all'uomo di Bari, evaso dagli arresti domiciliari e che circolava con patente revocata, dando le generalita' del fratello; al carro funebre senza assicurazione in provincia di Nuoro che e' stato scortato dalla Polizia fino in chiesa per consentire la celebrazione del funerale; al testimone di nozze a Palermo rimasto a piedi. In una settimana di controlli, la novita' assoluta e' stata l'impiego del tecnologico e rinnovato sistema Mercurio che, attraverso il collegamento diretto alla banca dati dell'ANIA, ha permesso ai poliziotti di effettuare controlli rapidi ed in tempo reale, anche durante il pattugliamento, sulle targhe dei veicoli in circolazione sulle principali arterie stradali ed autostradali della nostra penisola. "La normativa sul controllo remoto - ha sottolineato infine Sgalla - e' purtroppo ancora inefficiente perche' mancano i regolamenti attuativi delle norme che auspichiamo arrivino presto". 

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Inail, le denunce di infortunio mortale sono state 375

 Le denunce di infortunio mortale presentate nei primi cinque mesi di quest'anno sono state 375, 11 in più rispetto ai 364 decessi dell'analogo periodo del 2016 (+3,0%). L'incremento è legato sia alla componente maschile, i cui casi mortali salgono da 327 a 334 (+2,1%), sia a quella femminile che registra un incremento da 37 a 41 decessi (+10,8%). E' quanto rende noto l'Inail diffondendo i dati analitici delle denunce d'infortunio e malattia professionale presentate all'Istituto entro il mese di maggio. L'aumento di 11 casi è la sintesi di andamenti diversi osservati nelle singole gestioni. L'industria e servizi è la sola a registrare un incremento (da 285 a 320 decessi, pari al +12,3%) decisivo poi nel saldo negativo finale, mentre agricoltura e conto Stato presentano una diminuzione, rispettivamente da 53 a 43 casi (-18,9%) e da 26 a 12 (-53,8%). 

A livello territoriale, al Nord-Ovest che vede aumentare le denunce di infortuni mortali di 22 casi (Lombardia +13 decessi, Liguria +5 e Piemonte +4), si contrappone il Centro per il quale si registra, invece, un calo di 21 decessi (Marche -8 casi, Toscana -6, Umbria -4 e Lazio -3). Nel Mezzogiorno solamente Abruzzo (+12 casi), Sicilia (+8) e Puglia (+3) contribuiscono all'aumento dei casi mortali (+9 per l'intera area geografica), mentre nel Nord-Est solo il Friuli Venezia Giulia presenta un incremento (+6). Nel confronto di periodo 'pesano' ancora le morti di gennaio in Abruzzo. A ciò si aggiunge un mese di maggio particolarmente negativo per gli eventi mortali, con 81 denunce pervenute contro le 59 del maggio 2016 (erano state 51 nel maggio 2015 e 57 nel maggio 2014). Spiccano, in particolare, gli aumenti rilevati in Lombardia (+9 casi), Piemonte (+6), Emilia Romagna e Puglia (+5).

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