La qualità' Made in Italy spinge il record storico delle esportazioni di prodotti agroalimentari che nel 2016 hanno raggiunto il massimo di sempre, arrivando a quota 38 miliardi di euro, grazie a una crescita del 3 per cento. E' quanto emerge da una proiezione della Coldiretti sulla base delle dei dati Istat relativi al commercio estero nei primi nove mesi del 2016. Quasi i tre quarti delle esportazioni - sottolinea la Coldiretti - interessano i Paesi dell'Unione Europea con il mercato comunitario che aumenta il proprio peso grazie a un incremento del 4%, ma il Made in Italy a tavola continua a crescere su tutti i principali mercati, dal Nordamerica all'Asia fino all'Oceania. Solo in Russia l'export continua a soffrire pesantemente gli effetti dell'embargo che non ha impedito pero' di raggiungere il record. Tra i principali settori dell'export tricolore - stima la Coldiretti - il prodotto più acquistato all'estero si conferma il vino con una crescita del 3% davanti all'ortofrutta fresca (+4%), ai formaggi (+7%) e all'olio che fa segnare un +6%. Balzo in avanti anche dai salumi, con un +8%. Analizzando le performance dei prodotti nei singoli Stati si scoprono aspetti sorprendenti - evidenzia Coldiretti - a partire del successo del vino tricolore in casa degli altri principali produttori, con gli acquisti che crescono in Francia (+5%), Stati Uniti (+3%), Australia (+14%) e Spagna (+1%). Ma va sottolineato che nel Paese transalpino, patria dello Champagne, lo spumante tricolore fa addirittura segnare un incremento in doppia cifra, pari al +57%. Oltre al vino, i francesi gradiscono anche il formaggio italiano, le cui vendite sono cresciute dell'8%, ma i latticini nostrani vanno forte anche in Cina (+34%). Nel gigante asiatico, che alcuni vorrebbero come inventore degli spaghetti, trionfa anche la pasta che registra un +16%. Ottimi risultati anche dalla birra che conferma la crescita nei paesi nordici, dalla Germania (+6%), alla Svezia (+7%), fino ai pub della Gran Bretagna (+3%), con un vero e proprio exploit nell'Irlanda della Guinness (+31%). Bene anche salumi e prosciutti che spopolano in terre di salsicce come la Germania (+9%) e di hamburger come gli Stati Uniti (+19%), in quest'ultimo caso grazie anche al superamento del blocco durato 15 anni delle esportazioni nazionali in Usa. Il record fatto segnare sulle tavole straniere è significativo delle grandi potenzialità che ha l'agroalimentare italiano che traina la ripresa dell'intero Made in Italy", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "l'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una piu' efficace tutela nei confronti della "agropirateria" internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.
Leggi Tutto »La crisi cambia le abitudini, 6 italiani su 10 riducono gli sprechi a tavola
Dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, ma anche la richiesta della family bag al ristorante e la spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi che durano di più. Sono alcune delle strategie messe in atto da quasi sei italiani su dieci (58%) che nel 2016 hanno diminuito o annullato gli sprechi alimentari, secondo una indagine Coldiretti/Ixè divulgata in occasione della quarta giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, "sprecozero 2017" promossa dal Ministero dell'Ambiente. Nell'anno dell'entrata in vigore della legge 166/16 sugli sprechi alimentari il 33% degli italiani secondo l'indagine Coldiretti/Ixè li ha diminuiti, mentre il 31% gli ha mantenuti costanti, il 25% gli ha addirittura annullati mentre solo il 7% dichiara di averli aumentati. Nonostante questo il problema resta rilevate con lo spreco di cibo che nelle case degli italiani ammonta a circa 65 chili all'anno per persona. Agli sprechi domestici che secondo la Coldiretti rappresentano in valore ben il 54% del totale vanno aggiunti quelli nella ristorazione (21%), nella distribuzione commerciale (15%), nell'agricoltura (8%) e nella trasformazione (2%) per un totale di oltre 16 miliardi in un anno. Poco più di un italiano su tre (36%) quando esce dal ristorante porta a casa almeno talvolta gli avanzi con la cosiddetta 'family bag', ma una percentuale del 22% ritiene invece che sia da maleducati, da 'poveracci' e volgare o si vergogna comunque a richiederla mentre il 18% degli italiani non lascia alcun avanzo quando va a mangiare fuori. "Di fronte a questa nuova esigenza - continua la Coldiretti - la ristorazione si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc spesso realizzate con materiale riciclabile e con design gradevole".
Leggi Tutto »Sondaggio Demos per Repubblica, arretrano Pd (29.5)e M5s (26.6)
Il quotidiano Repubblica propone il consueto sondaggio Demos per l'Atlante politico, rilevazione chiusa - sottolinea il quotidiano - giovedi' sera quando era gia' esplosa una nuova grana per la sindaca Raggi. Cosi' il Movimento di Grillo scende al 26.6 dal 28.4 del dicembre scorso (e dal 29.8 di novembre). Se l'onda favorevole ai 5 stelle subisce uno stop, secondo la rilevazione non va meglio per il Pd che scende sotto la soglia psicologica del 30% attestandosi al 29.5 (era al 30.2 nel dicembre scorso e al 30.4 a novembre). In crescita i consensi per Fi (sale al 13.2 dal 12.7 di dicembre) Lega (sale al 13.4 dal 13.2 di dicembre) e Fdi (sale al 5.2 dal 4.4 di dicembre). Si rafforza anche Sinistra Italiana-Sel (sale al 5.4 dal 5.0 di dicembre). Ncd-Udc si attesta al 3.5, era al 3.4 a dicembre Secondo il sondaggio, attorno al Pd circola un certo pessimismo, per 6 elettori su 10 il Pd finira' per dividersi, ma di una eventuale scissione - scrive il quotidiano - non dovrebbe beneficiare D'Alema all'ultimo posto nel gradimento dei leader (con il 20%). Mentre in questa stessa classifica svetta iol premier Paolo Gentiloni che con il 47% surclassa Renzi al 36. Nella graduatoria al secondo posto, tra Gentiloni e Renzi si colloca Giorgia Meloni con il 38% (10 punti piu' di Berlusconi e 5 sopra Salvini); al quarto posto Luigi Di Maio, a pari merito con Luigi De Magistris e Giuliano Pisapia (tutti e tre al 34%). Segue Matteo Salvini al 33%, Bersani al 32 Berlusconi al 28 Emiliano 27 e terzultimo Beppe Grillo al 26, poi Angelino Alfano al 25 e ultimo D'Alema al 20. Secondo il sondaggio, inoltre, 7 italiani su dieci sono contro il voto anticipato.
Leggi Tutto »Cambia il paniere Istat per la rilevazione dei prezzi
Nel 2017 entrano nel paniere 12 nuovi beni e servizi: i Preparati di carne da cuocere, i Preparati vegetariani e/o vegani, i Centrifugati di frutta e/o verdura al bar, la Birra artigianale, gli Smartwatch, i Dispositivi da polso per attivita' sportive, le Soundbar (barre amplificatrici di suoni), l'Action camera, le Cartucce a getto d'inchiostro, le Asciugatrici, le Centrifughe e i Servizi assicurativi connessi all'abitazione. Escono dal paniere le Videocamere tradizionali (sostituite dall'Action camera). Ogni anno, l'Istat rivede l'elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi al consumo finalizzata alla misura dell'inflazione. L'aggiornamento tiene conto delle novita' emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie e in alcuni casi arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati. Nel paniere utilizzato nel 2017 per il calcolo degli indici NIC (per l'intera collettivita' nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.481 prodotti elementari (1.476 nel 2016), raggruppati in 920 prodotti, a loro volta raccolti in 405 aggregati. Per il calcolo dell'indice IPCA (armonizzato a livello europeo) viene invece impiegato un paniere di 1.498 prodotti elementari (1.484 nel 2016), raggruppati in 923 prodotti e 409 aggregati. Nel 2017 entrano nel paniere 12 nuovi beni e servizi: i Preparati di carne da cuocere, i Preparati vegetariani e/o vegani, i Centrifugati di frutta e/o verdura al bar, la Birra artigianale, gli Smartwatch, i Dispositivi da polso per attivita' sportive, le Soundbar (barre amplificatrici di suoni), l'Action camera, le Cartucce a getto d'inchiostro, le Asciugatrici, le Centrifughe e i Servizi assicurativi connessi all'abitazione. Escono dal paniere le Videocamere tradizionali (sostituite dall'Action camera).
Nel complesso, le quotazioni di prezzo rilevate ogni mese per la stima dell'inflazione sono circa 706.500, di cui piu' di 493.000 raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica e, oltre 137.500 centralmente dall'Istat. Le restanti 76.000 quotazioni provengono dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico. Come nel 2016 sono 80 i comuni che contribuiscono alla stima dell'inflazione per il paniere completo; la copertura territoriale dell'indagine e' pari all'83,7% in termini di popolazione provinciale. Altri 16 comuni partecipano alla stima dell'inflazione solo per un sottoinsieme di prodotti (tariffe locali e alcuni servizi); il loro peso sul paniere NIC e' del 6,0%, mentre la copertura territoriale dell'indagine e' del 92,4%. A partire da quest'anno e' invece completa la copertura territoriale per il monitoraggio dei prezzi dei carburanti (benzina, gasolio, GPL e metano). La rilevazione utilizza le informazioni fornite da 13.596 distributori (69,3% di quelli attivi e presenti nella base dati del Ministero dello Sviluppo economico). Tra punti vendita, imprese e istituzioni sono circa 41.700 le unita' di rilevazione presenti nei comuni, mentre ammontano a quasi 8.000 le abitazioni presso le quali sono rilevati i canoni d'affitto
Nella struttura di ponderazione del paniere NIC aggiornata al 2017 aumenta il peso di Trasporti e Abbigliamento e calzature, mentre scende quello di Abitazione, acqua, elettricita' e combustibili. La divisione di spesa Prodotti alimentari e bevande analcoliche continua ad avere il peso maggiore nel paniere (16,50%), seguita dai Trasporti (13,93%), dai Servizi ricettivi e di ristorazione (11,49%), e da Abitazione, acqua, elettricita' e combustibili (10,73%). Considerando la tipologia dei prodotti, nel paniere 2017 cresce lievemente il peso dei servizi (da 46,28% a 46,39%) a discapito di quello dei beni (da 53,72% a 53,61%). La ricomposizione e' dovuta alla maggiore incidenza dei Servizi relativi ai trasporti e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, al calo del peso relativo dei Beni energetici regolamentati e, in misura piu' contenuta, a quello dei Beni alimentari e dei Tabacchi.
Leggi Tutto »Istat, disoccupazione giovanile oltre il 40%
Occupazione e disoccupazione stabili a dicembre rispetto a novembre mentre su base tendenziale si conferma l'andamento registrato negli ultimi mesi con il calo degli inattivi (-478.000) e la crescita degli occupati (+242.000 unita') insieme a quella dei disoccupati (+144.000). Il tasso di disoccupazione complessivo si fissa al 12%, ai massimi da giugno 2015, mentre quello dei giovani tra i 15 e i 24 anni torna sopra quota 40% al 40,1%. Il dato italiano sulla disoccupazione, oltre a essere in crescita rispetto all'anno scorso (+0,4 punti su dicembre 2015), e' molto superiore a quello medio dell'area Euro (9,6%, in calo di 0,9 punti su dicembre 2015). Tra il 2008 e il 2016 il tasso di disoccupazione nell'area Euro (nel 2008 era a 15 Paesi) e' cresciuto dall'8% al 9,6% ma nello stesso periodo il tasso in Italia e' quasi raddoppiato passando dal 6,8% al 12%. Questo e' dovuto alla crisi economica ma anche alla crescita della partecipazione al mercato del lavoro in Italia (anche a causa della riforma delle pensioni che ha bloccato le uscite) che a fronte della scarsa occupazione si tramuta in disoccupazione. Gli occupati registrati a dicembre erano 22.783.000, in aumento di 1.000 unita' su novembre e di 242.000 su dicembre 2015. Nel mese i disoccupati erano 3,1 milioni in aumento di 9.000 unita' su novembre e di 144.000 unita' su dicembre 2015. Gli inattivi diminuiscono di 15.000 unita' su novembre e di 478.000 su dicembre 2015 fissando il tasso di inattivita' nel mese al 34,8%, ai minimi storici. Il tasso di occupazione e' stabile al 57,3%. A dicembre si sono esauriti gli incentivi sulle assunzioni a tempo indeterminato (seppur inferiori a quelli del 2015 prevedevano comunque un taglio del 40% sui contributi previdenziali) ed e' possibile che a gennaio ci sia quindi una frenata sulle assunzioni. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ha commentato i dati sottolineando la crescita degli occupati rispetto a febbraio 2014 (data di insediamento del Governo Renzi) di oltre 600.000 unita'. A dicembre si registra una frenata degli occupati tra gli over 50 (-23.000) che pero' su base annua si confermano, anche grazie agli effetti demografici) il gruppo con l'aumento piu' rilevante (+410.000 unita'). L'occupazione della fascia dei giovanissimi e' sostanzialmente ferma mentre segnali positivi arrivano dai 25-34enni con +46.000 unita' su novembre (magari anche grazie agli incentivi). Tra i 35-49 anni si registrano 149.000 occupati in meno su base tendenziale anche a causa dell'effetto demografico con un numero consistente di baby boomers scivolati nella fascia degli over 50. Il tasso di occupazione nella fascia 35-49 anni e' al 72,4% in calo su base annua di 0,1 punti. L'occupazione cresce nel lavoro dipendente (+52.000 unita'), soprattutto a termine (+46.000 unita') mentre diminuisce tra gli indipendenti (-52.000). I sindacati esprimo preoccupazione per la crescita della disoccupazione, soprattutto giovanile e chiedono al Governo una svolta sul fronte del lavoro.
p. di fel.
Leggi Tutto »“Ospitalità Solidale”, Confesercenti si mobilita per l’Abruzzo
Un sito web, una pagina Facebook e una campagna di comunicazione nazionale per sostenere le vacanze in Abruzzo. Si chiama “Ospitalità Solidale” l'iniziativa promossa da Aigo, l’Associazione italiana Gestori ospitalità diffusa aderente a Confesercenti, per promuovere il turismo in Abruzzo e fermare lo sciacallaggio mediatico. Aigo associa gli operatori turistici minori, che assieme agli alberghi di Assohotel, ai pubblici esercizi di Fiepet ed ai balneari di Fiba rappresentano la gran parte delle imprese turistiche aderenti a Confesercenti.
“L’Abruzzo ha subito tragedie pesantissime – sottolinea Agostino Ingenito, presidente nazionale di Aigo-Confesercenti – i suoi cittadini e le sue imprese hanno bisogno della solidarietà e dell’aiuto del Paese, dalla politica ai cittadini, e certamente non hanno bisogno di chi approfitta della loro condizione di difficoltà per dirottare altrove il turismo, creando ulteriore preoccupazione e panico tra i potenziali turisti. Sarà possibile prenotare presso le strutture del Centro Italia che si renderanno disponibili mediante un format online che abbiamo attivato all'indirizzo web www.ospitalitasolidale.it e su Facebook ‘Ospitalità Solidale’“.
“Quello che certamente non serve è fare del terrorismo dipingendo l’Abruzzo come una regione a rischio nella sua totalità: non è vero e non è giusto dirlo. A causa di questa distorta informazione sulla situazione emergenziale, non solo le zone colpite ma anche le strutture pur sicure e ben collegate dei territori circostanti stanno subendo disdette. Per questo – Paola Perseo, operatore turistico di Pretoro e rappresentante locale di Aigo-Confesercenti – auspichiamo che la nostra iniziativa sia seguita da molte altre per contribuire insieme a ridare forza ad una regione in ginocchio”.
“La Confesercenti conferma un impegno straordinario per l’Abruzzo – sottolinea Lido Legnini, direttore regionale dell’associazione di categoria – perché questa campagna nazionale di Aigo arriva subito dopo lo stanziamento di un fondo che consentirà finanziamenti a tasso zero per 10 milioni di euro alle imprese abruzzesi, e subito dopo la richiesta di stato di calamità naturale e di risarcimento repentino dei danni subiti. Ma ora è importante anche correggere la distorsione delle informazioni: la montagna abruzzese in queste ore è assolata, piena di neve, con gli impianti aperti, le strade sgombre: chiunque può venirne a godere in piena sicurezza”.
Leggi Tutto »Il 54% delle assunzioni del 1° trimestre al Nord
Il 54% delle assunzioni che le imprese intendono fare nel I trimestre sarà effettuato nelle regioni settentrionali (29% nel Nord-Ovest, 25% nel Nord-Est) e il 46% nel Centro-Sud (18% nel Centro, 28% nel Sud e Isole). E va sempre alle 'piccole' imprese la medaglia d'oro per numero di assunzioni previste: a loro si dovranno quasi i due terzi del totale, mentre il 13% si concentrerà nelle 'medie' e il 23% nelle 'grandi'. Emerge dal Sistema informativo Excelsior, che Unioncamere realizza in collaborazione con il ministero del Lavoro. Il Nord-Ovest si caratterizza per la quota massima di laureati (21%). Il Nord-Est è invece l'ambito con la quota più elevata di assunzioni senza formazione specifica (30%). Il Centro presenta la quota più bassa in assoluto di qualificati (13%), ma anche quote di laureati e di diplomati superiori in entrambi i casi di 2 punti alla media nazionale. Le regioni del Mezzogiorno, infine, presentano la più elevata quota di diplomati (44%). Per quanto riguarda la difficoltà di reperimento, ai primi tre posti figurano tre regioni del Nord-Est: Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto. Agli ultimi posti si posizionano invece cinque regioni meridionali (Puglia, Sardegna, Molise, Sicilia e Campania).
Buone le opportunità, spiega l'indagine Excelsior, per i profili high skill soprattutto in Lombardia, Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna (dove la quota di assunzioni per queste professioni è compresa tra il 29 ed il 24%). Ai primi posti per la quota di professioni intermedie, tra cui sono comprese quelle tipiche delle attività turistiche, tre regioni in cui l'industria della vacanza riveste un ruolo particolarmente importante: Liguria, Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta. Sei regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Puglia, Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia) si collocano invece nelle prime posizioni della graduatoria per quanto riguarda l'incidenza di assunzioni di figure operaie.
Leggi Tutto »Cgia, debito verso fornitori senza eguali in Ue
Seppure in diminuzione, l'importo del debito della P.a nei confronti dei fornitori "rimane ancora spaventoso e non ha eguali nel resto d'Europa". Lo afferma la Cgia, ricordando che non esistono dati ufficiali ma che la Banca d'Italia ha compiuto per il 2015 una stima con un grado di incertezza "per niente trascurabile": le aziende private, a fronte di forniture, manutenzioni o lavori fatturati alla Pa, vanterebbero crediti per 65 miliardi di euro. Di questi, 31 sarebbero di natura fisiologica (importi non ancora liquidati perche' dalla data di emissione della fattura non sono ancora trascorsi 30-60 giorni stabiliti dalla Direttiva) e 34 da imputare ai ritardi nei pagamenti. Dati, secondo la Cgia, "sicuramente sottodimensionati e riferiti ancora al 2015". Nel confronto internazionale la nostra Pa presenta un livello di debiti commerciali nettamente superiore. Dai dati forniti dall'Eurostat lo stock di debiti commerciali al 31 dicembre2015 era in Italia di 48,9 miliardi di euro, pari al 3% del Pil. (Cgia sottolinea che questi dati non includono i debiti ceduti con la clausola pro soluto a intermediari finanziari e della quasi totalita' dei debiti riconducibili alla spesa in conto capitale). In Spagna, invece, lo stock ammontava a 14,5 miliardi (1,3% del Pil), in Germania a 37,4 miliardi (1,2% di Pil) e in Francia a 26,4 miliardi (1,2% di Pil) Il debito pero' si e' ridotto negli ultimi anni, grazie agli interventi messi in campo nel 2013-14 e allo stanziamento di 56,2 miliardi.
"L'ultimo aggiornamento disponibile (fermo ancora al 20 luglio 2015) - scrive la Cgia - evidenzia che i pagamenti hanno toccato quota 38,6 miliardi, pari a quasi l'86 per cento delle risorse messe a disposizione". Ma nonostante i fornitori abbiano l'obbligo dall'inizio di aprile del 2015 di emettere alla Pa le fatture in via informatica - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - lo Stato non ha ancora una mappatura certa dei debiti a cui deve fare fronte" E a conferma delle difficolta' con cui lo Stato gestisce i rapporti commerciali con i propri fornitori Zabeo ricorda che "la Commissione Ue non ha ancora archiviato la procedura di infrazione avviata nel giugno del 2014 nei confronti dell'Italia a seguito della non corretta applicazione della direttiva Ue". Secondo il Segretario della Cgia Renato Mason, "le lungaggini burocratiche, il cattivo funzionamento degli uffici pubblici, i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles, l'abuso di posizione dominante del committente e la mancanza di liquidita' sono le motivazioni che consegnano al nostro Paese la maglia nera in Ue della correttezza nei pagamenti. Nonostante dal primo gennaio 2013 la legge stabilisca che il pubblico debba pagare entro 30 giorni, salvo non sia un'azienda sanitaria che allora lo puo' fare entro 60, queste disposizioni continuano a essere spesso disattese, con ricadute molto pesanti soprattutto per le piccole imprese che dispongono di un potere negoziale molto limitato nei confronti degli enti pubblici. Un problema, e' bene sottolinearlo, che, purtroppo, non riguarda solo le transazioni commerciali con il pubblico, ma anche tra aziende private. Un malcostume generalizzato che non ha pari nel resto dell'Ue".
Leggi Tutto »Coldiretti-Istat, con deflazione -1% consumi al dettagli
La deflazione taglia i consumi con la spesa alimentare domestica delle famiglie che chiude il 2016 con il segno meno, ma anche un drammatico crollo del 5,2% dei prezzi riconosciuti agli agricoltori. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sul commercio al dettaglio, che evidenziano a novembre 2016 un calo delle vendite al dettaglio in termini congiunturali dello 0,7% in valore, che per gli alimentari salgono a -1,2 per cento. Su base annua, sottolinea la Coldiretti, si stima una riduzione degli acquisti di cibo e bevande dell'1% rispetto al 2015, frutto di dinamiche eterogenee tra i diversi comparti; tra questi spicca il -6% per le carni, -5% per i salumi, -4% per latte e derivati, -2% per oli e grassi e vegetali, solo in parte compensati da un incremento degli acquisti di prodotti ittici (+3%) e frutta (+2%).
Leggi Tutto »Eurispes, un giovane su 10 torna a casa da mamma e papa’
Un italiano su quattro si sente povero, quasi la meta' delle famiglie non riesce a far quadrare i conti e ad arrivare a fine mese e solo una famiglia su quattro riesce a risparmiare. Ma quello che piu' colpisce, nel Rapporto Italia 2017 presentato oggi dall'Eurispes, e' che c'e' chi per andare avanti deve tornare indietro: piu' di un giovane su dieci e' stato costretto a rientrare a casa dai genitori o in quella dei suoceri. LA CRISI MORDE ANCORA - Il 48,3% delle famiglie non riesce ad arrivare alla fine del mese, con un incremento di circa un punto percentuale rispetto all'anno scorso. Ecco che il 44,9%, per arrivarvi, e' costretto a utilizzare i propri risparmi; solo in una casa su quattro si e' in grado di mettere qualcosa da parte. Nel dettaglio, le rate del mutuo per la casa sono un problema nel 28,5% dei casi, mentre per il 42,1% di chi e' in affitto lo e' pagare il canone. Il 25,6% delle famiglie ha inoltre difficolta' a far fronte alle spese mediche e sono calati del 10% gli italiani che si possono permettere un animale domestico. LA MARCIA INDIETRO - Addio autonomia: pagare l'affitto o il mutuo pesa, e allora per andare avanti si torna sotto un unico tetto con mamma e papa'. Lo ha fatto il 13,8% degli intervistati. Un altro 32,6% si e' fatto aiutare economicamente dai genitori e un altro 23% ha chiesto aiuto per la cura dei figli per non dover pagare nidi privati e baby sitter. Un fenomeno piu' accentuato nel Nord-Ovest del Paese. UN ITALIANO SU 4 SI SENTE POVERO - Quasi il 25% afferma di sentirsi povero, con una netta predominanza del Sud (33,6%), seguito dal Nord-Ovest (22,9%), dal Centro (21,5%), dal Nord-Est (20,8%) e dalle Isole (19,7%). Si sprofonda nella poverta' a causa della perdita del lavoro (76,7%), a seguito di una separazione o un divorzio (50,6%), a causa di una malattia propria o di un familiare (39,4%). Ma tra le ragioni c'e' anche la dipendenza dal gioco d'azzardo (38,7%) e la perdita di un componente della famiglia (38%). IL RICORSO ALLE BANCHE - Ha bussato alle porte della banca per chiedere un prestito il 28,7% delle famiglie, ma nel 7,8% dei casi non e' stato concesso; tra chi ha chiesto un finanziamento, il motivo piu' frequente e' il mutuo per l'acquisto della casa (il 46,8%); segue la necessita' di pagare debiti accumulati (27,6%), il bisogno di saldare prestiti contratti con altre banche/finanziarie (17,9%), e c'e' anche chi e' ricorso alle banche per pagare le spese per una cerimonia (17,9%).
CYBER STALKING PER 8 SU 10 - L'83,3% ha subito molestie online o attraverso il cellulare. E la quota sale ulteriormente se si considera la fascia di eta' piu' giovane: il 91,2% dai 25 ai 34 anni e l'87,5% dai 18 ai 24 anni. Per quanto riguarda il fenomeno dello stalking "tradizionale", afferma di averlo subito il 12,2% dei cittadini mentre il 29,6% conosce qualcuno che ne e' stato vittima. Le vittime si concentrano in particolare nelle fasce d'eta' tra i 18 e i 44 anni, con un picco tra i 25 e i 34 (20%). Gli autori delle molestie sono per lo piu' ex partner (37,1%), conoscenti (17,4%) e colleghi (15,9%). CALANO CONSENSI A FORZE ORDINE, MA POLIZIA AL TOP - In un contesto di generalizzato calo dei consensi nei confronti delle forze dell'ordine, la Polizia di Stato - con un tasso di fiducia del 61% - e' in testa al gradimento degli italiani. i Carabinieri passano dal 74% dello scorso anno all'attuale 58,6%. La Guardia di Finanza fa registrare un tasso di fiducia del 60%, con un calo del 7%. La Polizia di Stato passa da un tasso di fiducia del 73% al 61%.
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