Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, studia la revisione del sistema dei ticket sanitari con l'idea di far pagare un po' di piu' i ricchi per garantire l'assistenza a tutti i piu' poveri. Lo scrive il Corriere della Sera, spiegando che domani il ministro ne parlera' con i governatori delle Regioni che appoggerebbero senza riserve il suo piano purche' non si traduca in un aggravio della spesa a loro carico. I ticket, e' il ragionamento di Lorenzin, valgono tre miliardi sui 113 del Fondo sanitario nazionale, c'e' quindi il margine per eliminare la tassa sulla salute introdotta negli anni '80, con una serie di misure compensative. Tra queste c'e' l'ipotesi di annullare le detrazioni del 19% per farmaci e spese mediche oltre una certa soglia di reddito oppure di individuare una franchigia in base al reddito, superata la quale le prestazioni sarebbero a pagamento. Altre ipotesi sul tavolo sono quelle di rivedere le soglie di esenzione (valore 8 miliardi di euro) spostandole verso le fasce piu' deboli, i poveri e gli anziani, e l'avvio di una nuova revisione della spesa sanitaria affidando la responsabilita' della manovra alle singole regioni.
Leggi Tutto »Ricostruzione privata, concessi circa 6 miliardi e 237 milioni di euro
Per la ricostruzione privata del post sisma 2009 sono stati concessi circa 6 miliardi e 237 milioni di euro. In particolare, per la ricostruzione del Comune dell'Aquila e della periferia - i dati sono riferiti al 6 febbraio 2017 - l'importo concesso alle 24.575 pratiche istruite ammonta a 4 miliardi 903 milioni e 537 mila euro. Le pratiche da istruire sono ancora 2.121 e l'importo richiesto e' di 2 miliardi 697 milioni 934 mila euro. Per quanto riguarda la ricostruzione dei 56 comuni del cratere sismico (L'Aquila esclusa) i contributi concessi al 31 marzo 2017 sono pari a 1 miliardo e 334 milioni di euro. Per quanto concerne la ricostruzione pubblica riferita al Comune dell'Aquila e ai centri storici della periferia l'importo richiesto ad oggi e' di 2 miliardi 143 milioni 738 mila euro circa di cui finanziato 1 miliardo 991 milioni 636 mila euro.
A distanza di 8 anni dal sisma che ha devastato L'Aquila e il circondario sono ancora 8.876 le persone alloggiate nei Progetti Case e 2.272 quelle che si trovano nei Map (moduli abitativi provvisori), secondo i dati aggiornati al 31 marzo 2017. Nel totale sono tuttavia ricompresi anche gli sfollati del terremoto del centro Italia che comunque sono una netta minoranza anche se un dato preciso non e' al momento possibile farlo. Piu' nel dettaglio i nuclei familiari assegnatari di alloggi del Progetto Case sono 3.517, i nuclei familiari assegnatari di alloggi Map 1.137. Gli alloggi liberi sono 121 nel Progetto Case. e 37 nei Map
"A otto anni dal sisma che ha distrutto L'Aquila e il circondario la vera piaga continua ad essere la ricostruzione pubblica". Lo dice il sindaco, Massimo Cialente "soddisfatto", invece, per la ricostruzione privata della periferia, che e' ha potuto portare avanti direttamente il Comune con la sua filiera e che "ha corso tanto". "A maggio 2015 - dice - abbiamo ricostruito case per 42 mila persone". Il sindaco ci tiene a sottolineare che tutto e' stato possibile gia' prima dell'entrata in vigore della legge Barca. "La ricostruzione del centro storico - osserva - e' partita solo a marzo 2013 e adesso si lavora alacremente come testimoniano le quasi 100 gru disseminate sul territorio. Il problema - afferma Cialente - oggi e' ancora nella ricostruzione dei centri storici delle frazioni dove si registrano gravi ritardi causati dalla nuova legge sugli appalti pubblici. Ma la stessa cosa avviene anche nel centro storico del capoluogo dove la ricostruzione pubblica proprio non cammina: basti pensare al Teatro Comunale, o al Duomo, c'e' una lentezza incredibile. Stessa cosa avviene per la ricostruzione delle scuole e in tutti gli edifici che sono pubblici. Gli unici ricostruiti dopo 8 anni sono il Palazzo di Giustizia, l'Anas e la Corte d'Appello. Il resto e' tutto fermo. In queste ore c'e' il senso della beffa".
"Ad aprile 2016 - ricorda Cialente - e' uscito il nuovo codice degli appalti che annullo' l'appalto concorso, quindi abbiamo dovuto bloccare parecchi interventi per fare le gare d'appalto e i progetti esecutivi. Forse lo Stato si e' reso conto dell'errore e probabilmente si ritorna indietro cosi' da accelerare i tempi. Il dramma e' che i cittadini non se ne rendono conto e se la prendono con il sindaco. Oggi fare un appalto pubblico ha dei tempi biblici che non sono pari a quelli di altri paesi europei. Il problema - sottolinea il primo cittadino - non e' fare norme anticorruzione, cambiare codici, bisogna che corrotti, corruttori e faccendieri, una volta individuati, vengano processati immediatamente senza prescrizioni. Occorre la certezza della colpa. Occorrono poche norme come nel resto d'Europa. Sono 8 anni e i lavori alla scuola 'De Amicis' - porta ad esempio Cialente - ancora non partono anche se avevamo i soldi. In Italia l'appalto pubblico e' un vero problema. E' una cosa che grida vendetta rispetto a Dio. Siamo in un paese in cui c'e' la lentezza nei processi e il rischio prescrizione e' sempre dietro l'angolo. Intanto i tempi si allungano". Cialente accusa il legislatore di "una pigrizia pesantissima". Il sindaco porta ancora ad esempio il centralissimo Corso Umberto: "a destra gli edifici sono tutti rifatti perche' privati, a sinistra ci sono edifici pubblici sui quali siamo ancora nella fase della progettazione. Il piano di ricostruzione e' stato approvato dal Comune dell'Aquila solo il 31 agosto 2012 quando si chiuse l'esperienza del commissario per la ricostruzione Chiodi. La realta' e' che non c'erano i soldi. La ricostruzione del centro storico dell'Aquila e' partita solo 4 anni fa quando arriva il governo Renzi che stanzia 6 miliardi, un miliardo l'anno".
Leggi Tutto »Primarie Pd, nei circoli vince Renzi
Matteo Renzi vince largamente nella corsa a tre per la segreteria, anche se le percentuali ballano a seconda della fonte di riferimento. L'ex premier, stando alla sua mozione, sarebbe vicino al 70%, staccando nettamente Andrea Orlando (che avrebbe il 25% circa) e Michele Emiliano, al quale viene attribuito un risultato intorno al 6,5%, in grado di farlo restare dunque in gara. Dati che i renziani registrano con molta soddisfazione, giudicandoli un risultato incredibile, un vero trionfo. Dati che, pur mantenendo inalterati classifica e distacchi, sono stati contestati dalle altre due mozioni che nel corso della giornata sono giunte a quotare l'ex premier al 62% e il governatore pugliese all'8%, ben oltre la soglia necessaria per andare ai gazebo. A porre fine al rincorrersi di percentuali, a volte dettate piu' da entusiasmi e scaramanzie che da rilevazioni reali, ci prova in tarda serata l'organizzazione del Pd che, "ufficializza" - a votazioni in corso - i risultati in proiezione: con i dati raccolti dall'organizzazione del Partito che coprono circa 4mila circoli - recita la nota del Nazareno - le tre mozioni hanno ottenuto: Matteo Renzi 68,22% (141.245 voti) - Andrea Orlando 25,42% (52.630 voti) - Michele Emiliano 6,36% (13.168), per una somma totale di voti validi pari a 207.043".
"L'affluenza al voto degli iscritti al partito per i congressi scrutinati - annuncia il Pd - e' del 58,1%, che propone una proiezione finale di votanti compresa tra 235mila e 255mila". Ma non c'e' nulla da fare. In netto contrasto con i dati che i comitati di Emiliano e Orlando hanno snocciolato per tutta la giornata, giunge in tarda serata la secca presa di posizione della mozione del Guardasigilli che giudica "non convincenti" le proiezioni Pd quotando l'affluenza ai congressi intorno ai 200.000 votanti e ritoccando vistosamente le percentuali dei tre candidati: Orlando al 29,6%,Renzi al 62,4% ed Emiliano all'8%. Se ai fini dell'accesso ai gazebo la lite puo' considerarsi marginale, altrettanto non si puo' fare con i dati della partecipazione che hanno una valenza tutta politica. E su questo Orlando recapita un messaggio ben preciso a tutto il Pd in vista delle primarie aperte del 30 aprile: "Mi auguro che quel giorno votino oltre 2 milioni di persone - dice Orlando a In Mezz'Ora su Rai 3 - perche' sotto questa soglia sarebbe un colpo per tutto il partito". In attesa dei dati della chiusura ufficiale, attesi solo domani perche' in alcuni circoli si vota ancora fino a mezzanotte, restano sul tavolo le polemiche che hanno accompagnato questo primo round di congresso: dai tesseramenti anomali, a ipotizzati brogli, fino a denuncie di infiltrazioni malavitose. Polemiche che Maria Elena Boschi "gira" ai Garanti invitando chi ha da fare denuncie a circostanziarle e a fornire "nomi e cognomi". Intanto ognuno brinda ai risultati locali: nonostante la vittoria di Renzi a Roma, Orlando dichiara tutta la propria soddisfazione per aver registrato proprio nella capitale il suo miglior risultato con il 36%; cosi' come rivendica il primo posto a La Spezia, sua citta' natale. L'ex premier invece guarda soprattutto al primo posto incassato a Bologna ma anche a Bari, la citta' di Emiliano, e in generale la buona riuscita in Liguria. E' un vanto poi il risultato di Firenze dove l'ex sindaco della citta' ha messo a segno l'82% dei consensi.
Leggi Tutto »Caritas: “In Abruzzo 2.231 migranti, 0,17% dei residenti, nessuna invasione”
«L’Abruzzo al momento accoglie 2.231 migranti, il 2% di tutti quelli presenti in Italia, lo 0,17% rispetto al numero dei residenti abruzzesi. Siamo ben lontani dalla soglia massima del 2% di migranti, rispetto al numero degli abitanti, da non superare». Lo ha reso noto venerdì sera don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne, nell’ambito del convegno di presentazione della mostra intitolata “Migrantes – La sfida dell’incontro”, svoltosi all’Auditorium Petruzzi di Pescara
La rassegna, organizzata dal Centro culturale di Pescara e dal Centro servizio per il volontariato, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Pescara-Penne e la Presidenza del Consiglio Comunale, con il patrocinio dalla Fondazione Migrantes, sarà visitabile fino a venerdì 31 marzo presso il Circolo Aternino in piazza Garibaldi dalle 9 alle 13.30 e dalle 17 alle 21: «Oltre a talento e tecnologia – afferma Antonio Blasioli, presidente del Consiglio Comunale di Pescara, citando lo studioso Richard Florida -, bisogna che ci sia la tolleranza che si basa sulla conoscenza. Per questo, la mostra è lo sforzo do far conoscere la vita dei migranti che arrivano in Italia ai giovani, che vivono in crisi e senza speranza potendo compiere l’errore di stringersi intorno all’egoismo».
Dunque la situazione nella nostra regione è assolutamente sotto controllo: «Eppure – stigmatizza il direttore della Caritas – c’è un modo di parlare alla pancia delle persone, che crea un allarmismo ingiustificato. Non c’è nessuna invasione». A Pescara sono 35 i migranti ospitati nell’ambito della rete Sprar, il sistema di accoglienza che ha per obiettivo l’integrazione della persona, mentre altre 748 persone trovano posto nei Cas: «I centri di accoglienza straordinaria – precisa don Marco – che li dovrebbero ospitare solo per il tempo necessario alle Commissioni territoriali di esaminare la singola richiesta d’asilo. Ma il sistema in Italia è lento, non capisco perché una delle Commissioni territoriali non abbia sede in Abruzzo».
I migranti che arrivano in Italia, e in Abruzzo, provengono per lo più da Guinea, Gambia, Nigeria, Costa d’Avorio e Senegal, portando con loro storie terribili: «Ascoltandole – racconta il presbitero – viene fuori come molte ragazze immigrate, in realtà, siano state letteralmente deportate per farle prostituire legalizzando la loro presenza approfittando delle procedure di riconoscimento. Altre volte accettano di avere gravidanze, per prolungare la presenza mentre gli uomini, dopo il riconoscimento, richiedono il ricongiungimento familiare. Non può non esserci una mente, un’organizzazione, dietro ciò. Non possono aver pensato a tutto questo da soli».
All’interno della convegno c’è stato poi l’intervento di Farhad Bitani, ex capitano dell’esercito afgano e oggi rifugiato politico in Italia impegnato nello spendere la propria vita per la costruzione della pace. Quest’ultimo ha presentato il suo libro, dal titolo “L’ultimo lenzuolo bianco – L’inferno e il cuore dell’Afghanistan”, con cui denuncia la gravità del fondamentalismo religioso e racconta la sua esperienza di musulmano in Italia, a contatto con i cristiani: «Una volta ero ospite a casa di un mio amico e avevo la febbre alta – racconta -, quando sua madre entra in camera e mi tocca la fronte, esattamente come faceva mia madre in Afghanistan. È stato uno dei piccoli gesti che mi hanno cambiato. Io sono musulmano, ma ho trovato il mio vero Islam attraverso il cristianesimo. Attraverso il rispetto e l’amore che i cristiani hanno nei miei confronti, ho imparato il rispetto per loro e per la loro religione e ho imparato ad amare la mia, ad amarla davvero».
Una testimonianza, quest’ultima, che ha positivamente colpito i presenti e su tutti l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti: «È importante – sottolinea – rimarcare la dimensione dei piccoli gesti, che possiamo compiere tutti. Non ci vengono chieste grandi cose, ma piccoli gesti per essere capaci di declinare la possibilità di guardare negli occhi e accogliere un uomo, una persona, una storia».
Leggi Tutto »Studio Cgia sulle Partite Iva, pressione fiscale del 51%
L'ex premier Matteo Renzi avrebbe dimenticato le partite Iva, che continuano a subire una pressione fiscale del 51%. Lo sostiene la Cgia di Mestre. "Matteo Renzi, secondo i calcoli effettuati dall'Ufficio studi della Cgia - si legge in una nota - nei mille giorni in cui è stato alla guida del Paese ha abbassato le tasse in misura strutturale per oltre 21 miliardi di euro. Questi vantaggi fiscali, però, hanno interessato solo alcune categorie professionali: i lavoratori dipendenti e le imprese, soprattutto quelle di medio-grande dimensione. Per poco meno di 3 milioni di partite Iva - costituite da artigiani, da commercianti e da lavoratori autonomi senza dipendenti - i benefici, invece, sono stati pressoché nulli". Per la Cgia il bonus di 80 euro costa all'erario quasi 9 miliardi l'anno e interessa oltre 11 miliardi di lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse. L'eliminazione dell'Irap dal costo del lavoro "avvantaggia le imprese con più dipendenti - prosegue la Cgia - . Non godono di alcun beneficio il 78% delle imprese individuali e dei lavoratori autonomi e il 52% delle società di persone. L'abolizione della Tasi ha consentito alle famiglie di risparmiare 3,5 miliardi di euro l'anno. Dei 19,6 miliardi di proprietari di prima casa che hanno beneficiato di questo sgravio, il 90% circa è costituito da operai, impiegati e pensionati. Solo il 10% circa da imprenditori, liberi professionisti o autonomi. Ed infine, la riduzione Ires: con l'abbattimento dell'aliquota dal 27,5 al 24%, le oltre 700mila società di capitali interessate risparmiano 3,9 miliardi di euro l'anno. Questa misura non riguarda le piccole-micro imprese".
Leggi Tutto »Settanta milioni per la Sanità dell’Abruzzo
Lo "stato di salute" della sanità abruzzese migliora ancora e la Regione ottiene dal Tavolo di Monitoraggio lo sblocco di 70 milioni di euro di premialità per gli adempimenti Lea 2014. E' il risultato più importante conseguito al termine della riunione che si è svolta questa mattina a Roma e a cui ha partecipato l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci.
"Il Tavolo - spiega Paolucci - ha certificato l'adempienza piena di tutti gli obiettivi fissati per il 2014. Questo ha comportato lo sblocco delle somme, che potranno così essere impiegate per continuare il percorso di implementazione dei servizi offerti ai nostri cittadini".
Nel corso dell'incontro con i delegati dei ministeri vigilanti (economia, finanze e salute, oltre alle strutture tecniche competenti) è emerso che nel 2015 il punteggio sui Lea, i livelli essenziali di assistenza, ha registrato un netto e ulteriore trend positivo: il punteggio provvisorio si attesta a 181, rispetto al 163 raggiunto alla fine del 2014 e al 146 del 2013.
"Questo certifica - continua -Paolucci - che negli ultimi 2 anni la qualità del servizio erogato all'utenza dal sistema sanitario regionale ha fatto notevoli passi in avanti. Un risultato che premia gli sforzi, spesso impopolari o resi tali dalla forte strumentalizzazione, messi in campo dalla Regione e che ci spinge a proseguire nel percorso intrapreso. Un risultato che andrebbe sottolineato come straordinario da tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza".
Sono relativamente positivi anche i primi dati riferiti all'anno 2016: i conti della sanità abruzzese chiudono in perdita per 23 milioni, 14 in meno dei 37 milioni previsti nel piano di riqualificazione approvato nel giugno dello scorso anno e presentato ai ministeri affiancanti. Le coperture saranno definite con gli utili della Gestione Sanitaria Accentrata. La Regione si è inoltre impegnata a rafforzare la struttura regionale della sanità e a presidiare contenziosi con erogatori privati ospedalieri ed extraospedalieri, oltre che con i medici di medicina generale per gli accordi del 2006.
Leggi Tutto »Porto di Vasto, i dati del movimento merce
Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo di quest'anno, nel porto di Punta Penna di Vasto sono state movimentate 183.000 tonnellate di merci (147.000 sbarcate e 36.000 imbarcate), con l'arrivo di 398 unita' mercantili con un trend positivo del 70% rispetto allo scorso anno e del 100% se confrontato con il 2015. I dati sono stati diffusi dal comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto, il tenente di vascello Cosimo Rotolo.
"Ci sono importanti segnali di ripresa dei traffici fatti registrare nel primo trimestre di quest'anno - ha detto - a partire dall'introduzione di nuovi: dopo diversi anni si e' tornati a sbarcare il grano e il forte incremento dei furgoni Sevel con marchio Citroen e Peugeout, imbarcati da compagnie di navigazione diverse dalla Grimaldi che, tra l'altro, non scala questo porto da 15 anni, e di altre merci hanno fornito dei dati interessanti nei primi mesi". 
Dati piu' che incoraggianti tenuto conto che nel mese di gennaio, a causa delle condizioni meteorologiche avverse, lo scalo non ha lavorato pienamente. Il comandante dell'Ufficio circondariale marittimo ha poi evidenziato: "Il porto di Punta Penna attualmente e' in fase di trasformazione con l'aumento dei piazzali ricavati dall'abbattimento del vecchio mercato ittico e ora destinati allo stoccaggio delle merci (41.000 metri quadrati), una organizzazione di security al passo con le vigenti normative internazionali, un dragaggio in dirittura di arrivo per l'avamporto e a breve per il bacino interno, per non parlare di tutti gli ulteriori aspetti positivi dello scalo che altri porti, anche dello stesso Abruzzo, non possono assolutamente contendere ovvero: un piano regolatore approvato, un pescaggio all'ingresso del bacino di 15 metri, piazzali portuali, lontananza da centri abitati, vicinanza all'autostrada, un bacino d'interesse (Trigno e Sangro) molto cospicuo". In vista dell'introduzione dell'Autorita' di Sistema Portuale nei porti di Pescara e Ortona, il porto di Vasto e' l'unico porto commerciale a gestione totalmente abruzzese
Barometro Piepoli, M5S primo partito
Il Movimento Cinque Stelle diventa il primo partito italiano. A scriverlo è Nicola Piepoli in un articolo pubblicato oggi su La Stampa, nell'ultimo sondaggio realizzato sulle intenzioni di voto, i grillini salgono di mezzo punto percentuale rispetto alla settimana scorsa e agguantano il Pd al 29%. Ma il M5S a differenza dei Dem, «è in lenta ma costante crescita».
Viene confermata una situazione con tre poli differenti. «I fuoriusciti dal Pd (Mdp) non decollano e restano inchiodati al 3,5%, un punto in più di Sinistra italiana. Mentre naviga attorno al 3% anche il partito centrista di Angelino Alfano», si legge ancora.
Per quanto riguarda il governo e i suoi ministri, per « il 44% degli intervistati dichiara di aver fiducia nell'esecutivo ( 2%), mentre il 46% confida nel premier Paolo Gentiloni. Tra i ministri ottima performance di Dario Franceschini, con il 62%».
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Elezioni amministrative, si vota l’11 giugno
I residenti di 1021 Comuni, di cui 153 superiori ai 15.000 abitanti, saranno chiamati alle urne domenica 11 giugno per eleggere sindaci, consigli comunali e consigli circoscrizionali. La data e' stata fissata dal ministro dell'Interno Marco Minniti con proprio decreto, in cui si precisa che l'eventuale turno di ballottaggio per l' elezione diretta dei sindaci avra' luogo domenica 25 giugno. Al voto quattro capoluoghi di regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L' Aquila.
I Comuni interessati alla consultazione - si precisa in una nota del Viminale - sono 1021, di cui 796 nelle regioni a statuto ordinario e 225 nelle regioni a statuto speciale, dove lo svolgimento delle elezioni e' fissato autonomamente, anche in data diversa da quella prevista per le regioni a statuto ordinario. Nel dettaglio, 153 sono i comuni superiori ai 15000 abitanti, di cui 25 comuni capoluogo di provincia (tra questi 4 comuni capoluogo di regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L'Aquila) e 858 comuni inferiori ai 15000 abitanti.
Leggi Tutto »Cala la spesa per consumi delle famiglie abruzzesi
Secondo i dati CRESA nel periodo marzo 2014 - febbraio 2015 le famiglie abruzzesi hanno speso in media 2.049,1 €, valore leggermente inferiore a quello rilevato per l'Abruzzo dall'Istat nell'anno 2014 (2.130,30 €) e decisamente più basso di quello medio nazionale (2.488,5 €).
Rispetto alla precedente indagine CRESA (2009-2010), la spesa per consumi in regione è diminuita del 10,5% (Istat Abruzzo: -11,9%; Istat Italia: +1,9%).
Le spese più consistenti riguardano l'abitazione (788,7 €, pari al 38,5% della SMMF), gli alimenti e le bevande analcoliche (430,9 €, pari al 21,9%) nonché i trasporti (228,7 €, pari all'11,2%), voci per le quali gli abruzzesi utilizzano poco più del 70% del loro budget di spesa, superiore al 64,5% medio nazionale.
Le scelte delle famiglie in regione, in linea con una tradizione propria dell'Italia meridionale, mostrano la preferenza a impiegare risorse per la casa e l'alimentazione e a risparmiare, da una parte, su alcune voci in qualche misura comprimibili (abbigliamento) e, dall'altra, su alcune spese superflue (vacanze). Il confronto con i dati della precedente indagine CRESA evidenzia, infatti, la contrazione drastica di tutti i consumi tranne quelli che soddisfano i bisogni fondamentali (alimentari, abitativi, sanitari e di istruzione), che sono in qualche modo incomprimibili. In controtendenza con quanto si rileva nella media nazionale, aumentano le spese per gli alimenti e per l'istruzione e diminuiscono quelle per le comunicazioni e il tempo libero.
La consistenza della spesa media mensile varia, anche se in modo meno che proporzionale per via della presenza di "economie di scala", al variare del numero dei componenti. Rispetto alle famiglie di due persone (1.832,8 €), quelle con un solo componente spendono mediamente il 24% in meno (1.397 €), quelle formate da 3, 4, 5 e più persone il 27% (2.324 €), il 55% (2.837 €) e il 59% (2.916 €) in più.
Se si considerano le spese destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, si osserva che alcune di esse, quali i generi alimentari, quelle cioè sulle quali incide in maniera più diretta il numero di consumatori all'interno della famiglia, aumentano, anche se in modo meno che proporzionale, all'aumentare del numero di componenti e arrivano ad avere l'incidenza massima sul totale della spesa per consumi nelle famiglie più numerose.
I consumi superflui, quali quelli per il tempo libero, e quelli necessari ma modulabili sulla base dello stile di vita e del budget familiare, quale l'abbigliamento, comprimibile fino ad una certa misura, aumentano, se si escludono i nuclei più numerosi, in termini di valore assoluto all'aumentare della numerosità della famiglia ma hanno la massima incidenza (circa il 6% per il tempo libero e il 5% per l'abbigliamento) nelle famiglie di 4 componenti (soprattutto coppie con figli).
Altre spese, non strettamente connesse con la numerosità dei componenti e per le quali è, pertanto, possibile realizzare economie di scala, quali l'abitazione, tendono, al crescere della numerosità delle famiglie, a diminuire in termini di incidenza percentuale sulla spesa complessivae, ad esclusione delle famiglie composte da 5 e più persone, ad aumentare in termini di valore assoluto.
Il budget complessivo e il peso delle singole voci che lo compongono dipendono sostanzialmente, oltre che dalla numerosità dei componenti, anche dalla loro età e dalla tipologia familiare (uni personali, coppie senza figli, coppie con figli e monoparentali).
Alcune voci, quali l'istruzione, i trasporti e la sanità, sono connesse alla fase del ciclo di vita familiare. Le prime due tendono ad essere massime in presenza di adulti in età lavorativa e ragazzi in età scolare, vale a dire nelle famiglie monoparentali e in quelle composte da coppie con due o più figli; le spese relative alla salute arrivano a pesare il 6% circa sulla spesa media familiare delle famiglie composte da una e due persone, vale a dire nelle fasce di maggiore incidenza degli over 65, soli o in coppia.
Sono proprio le coppie con figli a far osservare una SMMF più elevata delle famiglie monoparentali (2.673 € contro 1.898 €). Le differenze in valore assoluto sono evidenti (intorno o al di sopra del 50%) nel caso dell'abbigliamento, dei mobili ed accessori per la casa, della sanità, dei trasporti, dell'istruzione e del tempo libero. Se si considera l'incidenza percentuale delle singole voci sulla SMMF totale, assai maggiore è il peso nelle monoparentali degli alimenti, bevande e tabacchi nonché dell'abitazione, simile è il peso della spesa per comunicazioni.
La differenza tra famiglie con a capo un cittadino straniero e quelle che lo hanno italiano è abissale: queste ultime spendono il 41% in meno delle prime (1.229 € contro 2.098 €). Il divario di spesa è tanto maggiore quanto più è superfluo il genere di consumo: esso si attesta intorno al 70% per tempo libero, mobili ed accessori per la casa, tra il 50% e il 63% per sanità, abbigliamento, istruzione e trasporti, è più "contenuto" tra il 24% e il 36%, per abitazione, alimenti e comunicazioni. Una curiosità: la spesa per bevande alcoliche e tabacchi delle famiglie italiane e straniere è pressoché identica (40 €) ma la sua incidenza sul totale della SMMF è nel caso delle straniere più assai più elevata (3,2% contro 1,9%). In realtà, a ben guardare all'interno della categoria, si rilevano diversità sostanziali: le famiglie straniere spendono assai più delle italiane per i tabacchi (28 € contro 21 €) e assai meno per le bevande alcoliche (11 € contro 18 €), certamente per una maggiore diffusione nell'ambito delle prime di tabagisti e al, contempo, per la presenza al loro interno di musulmani.
Prendendo in considerazione alcune particolari categorie di beni, categorie correlate ad una gestione consapevole dell'ambiente (prodotti a risparmio energetico, biologici, a km. 0), a requisiti di qualità dei beni alimentari (DOC, IGT, DOP) o ad un'esigenza di risparmio (in saldo), la metà delle famiglie abruzzesi ha comprato prodotti a risparmio energetico, più di un quarto prodotti biologici e a Km. 0, con un incremento rispetto al 2013 del 30% circa per tutte e tre le categorie di beni. Quasi il 30% ha preferito l'acquisto di alimenti e vini DOC, IGT, DOP, con un aumento rispetto ai due anni precedenti di poco superiore al 10%. La maggioranza delle famiglie (71%), in crescita del 31% se confrontata al 2013, ha effettuato spese nei periodi di saldo.
Le famiglie con figli mostrano nel complesso una maggiore attenzione alla qualità, all'ambiente e al risparmio e sono soprattutto le monoparentali a far registrare il maggior incremento dell'acquisto di prodotti a risparmio energetico e in saldo, mostrando in tal modo una maggiore propensione al risparmio nel breve e medio periodo. Diminuisce la quota di famiglie straniere che ha comprato prodotti DOC, IGT e DOP.
Il 63% delle famiglie effettua la spesa di generi alimentari presso la distribuzione organizzata una o due volte la settimana, il 29% una sola volta ogni sette giorni, il 7,8% con frequenza mensile o più di rado. L'importo dello scontrino è per il 93% delle famiglie inferiore a 100 €(65% fino a 50 €, 29% da 50 € a 100 €). Solo nel 5,7% dei casi arriva a 300 € e nello 0,1% a più di tale importo.
Il giorno più "gettonato" per tali acquisti è la domenica (73%), gli altri giorni riportano percentuali assai più basse che vanno dal 39% del martedì al 24% del sabato.
Le famiglie abruzzesi stanno modificando radicalmente le proprie abitudini di acquisto. Restano prevalenti, i punti vendita e la distribuzione organizzata tradizionali (centri commerciali: 46% per i prodotti alimentari e 57% per i non alimentari; supermercati:65% per i prodotti alimentari; negozi tradizionali: 33% per gli alimenti e 64% per gli altri beni, nel biennio preso in esame (2013-2015) ma, al contempo, aumenta il ricorso agli acquisti on line (+14%), di quelli effettuati direttamente dai produttori (+32%), degli hard discount (+26%) e dei mercati ambulanti (+23%) per i prodotti alimentari, degli outlet (+8%) per i beni non alimentari. Solo i negozi tradizionali, relativamente ai prodotti non alimentari, fanno registrare un incremento consistente (+14%).
Tali osservazioni fanno emergere una duplice tendenza: da una parte i consumatori scelgono di acquistare, a parità di qualità, prodotti in punti vendita meno costosi e, dall'altra, che una quota principalmente ma non esclusivamente di popolazione meno abbiente, stia orientando le proprie scelte di acquisto verso prodotti non solo a più basso costo ma anche di qualità percepita inferiore (hard discount per i prodotti alimentari e grandi magazzini per quelli non alimentari, principalmente abbigliamento).
Impressionante l'aumento del ricorso agli acquisti on line, i quali vedono un incremento assai consistente legato alla crescente e sempre più diffusa dimestichezza con l'informatica e il mondo web e certamente corroborato dalla sempre maggiore presenza di siti di e-commerce sui social (Facebook, Youtube, Twitter, ecc.) che hanno contribuito ad abbassare il livello di diffidenza dei consumatori.
Colpisce, al contrario di quanto si osserva a livello medio nazionale, la tendenza al decremento del ricorso ai Gruppi di acquisto solidale.
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