Primo Piano

L’esame del bilancio regionale parte il 20 dicembre

La sessione di Bilancio nelle Commissioni regionali sulla Legge di Stabilita' e sul bilancio comincera' il 20 dicembre prossimo per terminare il 23. I due documenti saranno al vaglio del consiglio regionale dal 27 dicembre prossimo. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo. Prima dell'esame di legge di stabilita' e bilancio, che deve essere approvata entro fine anno per evitare l'esercizio provvisorio, il consiglio dovra' licenziare il documento di economia e finanza rinviato tra le polemiche nella precedente seduta. 

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Gatti e Sospiri contro il decreto sui poteri del Presidente D’Alfonso

 Il decreto del presidente della Regione Abruzzo (D.P.G.R. n. 34 dell'8 aprile 2016) con il quale D'Alfonso avoca a se' tutte le funzioni non espressamente conferite al vice-Presidente ed agli assessori, ivi compresa qualsiasi proposta e designazione riguardante ogni incarico dirigenziale della Giunta regionale, nonche' la proposta e la designazione dei rappresentanti degli organi amministrativi di vertice di enti, aziende, agenzie, societa', consorzi e organismi siano controllati, partecipati o vigilati dalla Regione , "e' illegittimo". E' quanto hanno dichiarato in una conferenza stampa all'Emiciclo i consiglieri regionali di Forza Italia, Paolo Gatti e Lorenzo Sospiri, che sulla legittimita' del decreto avevano chiesto specifico parere al Collegio regionale per le Garanzie Statutarie. La richiesta di parere (a firma dei consiglieri Chiodi, Di Dalmazio, D'Ignazio, Febbo, Gatti, Iampieri e Sospiri), poneva al Collegio una serie di domande sulla legittimita' del decreto di D'Alfonso ed il risultato , secondo Gatti e' che "il Collegio ha dato ragione al Centro-destra: D'Alfonso deve rispettare le regole e non puo' derogare alle leggi regionali vigenti nell'operare le nomine". Secondo Gatti il parere reso dal Collegio e' categorico e risponde nel merito alle domande poste da Forza Italia. Nel dettaglio secondo il Collegio "l'attuale cornice statutaria dell'Abruzzo non consente di riconoscere la legittimita' di un potere normativo atipico da esercitarsi con atto monocratico del vertice dell'esecutivo regionale", inoltre il decreto "deve rispettare il principio di legalita' e non gli e' riconosciuto rango normativo", e sulle nomine "il decreto e' suscettibile di contrastare con le leggi regionali in quanto avoca a se' competenze che sono della giunta regionale".

Per il vicepresidente del Consiglio regionale quindi D'Alfonso "non puo' aggirare con un decreto la legge regionale n.77/1999, e, nel caso volesse, il Collegio afferma che dovrebbe togliere la delega ai suoi assessori a cui spetta il potere di proposta. D'Alfonso deve quindi revocare il suo decreto e conseguentemente anche le nomine che ha effettuato in forza dello stesso a partire da quella del Commissario dell'Ater di Lanciano. Al momento - precisa Gatti - non abbiamo trovato altre nomine che potrebbero essere illegittime in forza del decreto di D'Alfonso, ma approfondiremo e vigileremo sul rispetto del parere del Collegio". Sulla vicenda e' intervenuto anche il capogruppo Lorenzo Sospiri, secondo cui "D'Alfonso non ha piu' una maggioranza politica e lo dimostra l'ultima seduta del Consiglio regionale dove senza le proposte e la presenza del centro-destra, la maggioranza non avrebbe avuto la forza ed i numeri di approvare importanti leggi. Questo decreto e' la dimostrazione delle difficolta' di D'Alfonso nel gestire la sua fragile maggioranza politica. Avoca a se' tutti i poteri per tenere sotto scacco gli assessori regionali". 

La replica di Camillo d'Alessandro

"Non corrisponde a verità la lettura parziale e superficiale fatta dai consiglieri regionali Gatti e Sospiri del parere n. 2 emanato il 5 dicembre scorso dal Collegio delle Garanzie Statutarie. Se fossero stati più attenti, si sarebbero infatti resi conto che il Collegio ha rilevato un vizio di tipo procedimentale e non sostanziale nel DPGR N.34/2016, vizio facilmente sanabile, pur ribadendo le funzioni e le prerogative preminenti del Presidente della Regione come responsabile della direzione del governo regionale.  Intanto il Collegio, dopo aver precisato la valenza di atto amministrativo generale di indirizzo politico del DPGR, ne ha escluso il contrasto con l'art. 121 della Costituzione e con la disciplina dettata dallo Statuto della Regione Abruzzo riguardo alle competenze del Presidente, degli assessori e del Consiglio regionale", scrive il consigliere Camillo D'Alessandro coordinatore della maggioranza in Consiglio regionale.

"E' assolutamente fuorviante - aggiunge - ritenere che il parere voglia avvalorare l'ipotesi che il Presidente della Giunta debba revocare gli assessori per poter procedere alla designazione delle nomine dei vertici degli enti partecipati e strumentali della Regione, quando invece il Collegio ha più semplicemente confermato la possibilità per il Presidente (in quanto vertice monocratico della Regione che risponde direttamente al Consiglio) di riassumere su di sé il potere di proposta, affidando alla Giunta come organo collegiale la decisione finale, secondo quanto previsto dalla L.R. 77/99. Il DPGR sarebbe stato illegittimo se fosse stato un atto normativo regolamentare, cosa che non è, come lo stesso Collegio ha dimostrato, poiché invece è un atto di indirizzo amministrativo generale pienamente rientrante nelle prerogative del Presidente, fatti salvi i rilievi contenuti nelle motivazioni".

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Sondaggio, la maggioranza degli italiani vuole le elezioni

Diffusi i sondaggi effettuati per Porta a Porta. Secondo IPR il 68% degli italiani non si aspetta cambiamenti con il Governo Gentiloni rispetto a quello di Renzi, solo il 12% pensa che farà peggio e al contempo un ulteriore 10% ritiene che farà meglio. Per Tecné di Michela Morizzo il governo Gentiloni sarà come quello precedente per il 69% sarà peggiore per il 15% e sarà migliore solo per l8%. Riguardo alla data delle elezioni IPR registra che il 60% degli italiani vuole elezioni a breve (entro giugno al massimo) dopo aver fatto la legge elettorale, solo il 10% ritiene che questo governo debba durare fino a Febbraio 2018, termine naturale di fine legislatura. Per Tecné di Michela Morizzo il 68% degli elettori vuole elezioni entro fine giugno; Il 13% vorrebbe che si svolgessero il prossimo autunno e l'11% preferirebbe giungere a fine legislatura. Quale tipo di legge elettorale vogliono gli italiani? Per IPR la maggioranza relativa degli elettori (44%) opta per i collegi uninominali (Mattarellum); il proporzionale con premio di maggioranza ottiene il 23% e il proporzionale puro il 18%. Per Tecné il 46% degli italiani vorrebbe l'Italicum con collegi uninominali; il proporzionale con premio di maggioranza otterrebbe il 26% ed il proporzionale puro è gradito dal 15% degli italiani. 

Gli italiani vogliono le primarie. Per IPR il 55% approverebbe una riforma finalizzata a istituzionalizzarle per tutti i partiti. Per Tecné questo dato salirebbe al 58%. Quale futuro economico ipotizzano gli italiani? Secondo IPR Il 48% stima che la crisi economica aumenterà fino a quando non ci saranno nuove elezioni, mentre per un ulteriore 37% la crisi rimarrà stabile nel prossimo periodo. Per Tecné la situazione peggiorerà per il 46%, non cambierà nulla per il 40% e peggiorerà per il 7%. E di Renzi cosa ne pensano gli italiani? Nonostante la sconfitta referendaria, per IPR, la percezione degli Italiani è che Renzi sia rimasto politicamente forte. La pensa così il 53% degli elettori, solo per il 19% è più debole di prima. Per Tecné i dati si ribaltano: Renzi sarebbe più forte solo per il 21%, mentre sarebbe più debole per il 51% e con forza uguale a prima per il 20%. Ultima parte del sondaggio: le intenzioni di voto. Nello scenario classico al momento, per IPR, si registra un ex aequo tra PD e M5S, entrambi al 30%, un altro ex aequo tra Forza Italia e Lega al 13%, FdI al 4,5% SI al 3,5% e AP al 3%. Se invece lo scenario cambia, sempre per IPR, l'ipotetico partito di Renzi potrebbe raggiungere il 21% mentre il PD (senza Renzi) si fermerebbe all'11%. E' da notare che con la presenza del partito di Renzi diminuirebbe un poco Forza Italia (a vantaggio di Renzi) e SEL-Sinistra Italiana (a vantaggio del PD senza Renzi). Anche per Tecné di Michela Morizzo nel primo scenario PD e M5S sarebbero alla pari al 30%, Forza Italia al 14,5% supererebbe la lega ferma all'11%. FdI al 4.5%, Sinistra Italiana e Area Popolare al 3%. Nello scenario con l'ipotetico partito di Renzi Tecné prevede il partito di Grillo al 31% (crescerebbe di un punto),il partito di Renzi otterrebbe il 19%, il PD (senza Renzi)scenderebbe al 14%, La Lega al 14% Forza Italia scenderebbe al 13%. FdI manterrebbe il suo 4,5% mentre scenderebbero al 2% Sinistra Italia e Area Popolare. 

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Chiodi: aumenta il rischio di povertà in Abruzzo

"Non e' piu' solo un giudizio politico ma un dato certificato dall'Istat: la Giunta del Presidente D'Alfonso ha solo aumentato la poverta' in Abruzzo":  questo il commento del Presidente emerito della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi (FI), all'indomani della pubblicazione dell'ultimo rapporto Istat sulle Condizioni di vita e reddito in Italia, che ha certificato la crescita per il 2015 del disagio economico degli abruzzesi. "D'Alfonso non ha piu' scuse - spiega Chiodi - nel pomeriggio di ieri, infatti, anche l'ufficio statistico della Regione Abruzzo ha ufficializzato, pubblicandoli sul proprio sito, i dati che hanno visto crescere nel 2015 il rischio di poverta' e di esclusione sociale dello 0,6%, passando dal 29,5% al 30,1%, e la percentuale degli abruzzesi che soffrono di grave deprivazione dal 9,5% all'11,1%. Per buona pace del Jobs Act di Renzi, nel 2015 e' aumentata dello 0,2% (passando dall'11,6% all'11%,8%) anche la percentuale di abruzzesi che soffrono di una bassa intensita' lavorativa. Lo scorso anno, proprio in questo periodo, D'Alfonso e l'Assessore al Bilancio, Silvio Paolucci, avevano promesso un'inversione di tendenza sui dati finali del 2015 che, ormai e' inopinabile, non c'e' stata". "Non posso rallegrarmi di questo fallimento - aggiunge -, che racconta di un aumento di famiglie sulla soglia di poverta' e di lavoratori sempre piu' mal pagati e precari. Ma sono obbligato a sottolineare questi dati perche', se uniti ai recenti richiami della Corte dei Conti, alla ripresa dei finanziamenti alle societa' partecipate inutili carrozzoni, all'aumento delle risorse per la sanita' privata a scapito di quella pubblica, alla latitanza sulle politiche attive del lavoro, spiegano le ragioni del fallimento della Giunta di centrosinistra e il continuo e costante arretramento della nostra Regione e dell'Italia, anche in una congiuntura economica internazionale decisamente piu' favorevole di quella che dovetti affrontare sette anni fa". "Il centro sinistra ha nuovamente fallito e disatteso le promesse di 'coccolare' le categorie piu' deboli - conclude Chiodi - rischiando di consegnare il Paese intero a quello che definiscono una 'deriva populista', che altro non e' se non la rabbia e la disperazione dei cittadini alimentata proprio dalla loro falsita' e totale inadeguatezza a governare la Regione e il Paese"

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Coldiretti, 1 italiano su 4 attende la tredicesima per le spese

"Poco meno della meta' (43%) degli italiani che ricevono la tredicesima la destineranno al pagamento di tasse, mutui, rate e bollette ma piu' di un italiano su quattro (26%) la usera' per le spese di Natale". E' quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe' in riferimento al prossimo pagamento delle tredicesime che arriva in concomitanza con l'ingorgo fiscale del 16 dicembre con il pagamento tra l'altro dell' Imu. Ci sara' anche un 26% di italiani che destinera' tredicesima al risparmio mentre un 5% fara' altro o preferisce non rispondere. "Tra le spese di Natale comunque si evidenzia -sottolinea la Coldiretti - una spinta verso spese utili e all'interno della famiglia, tra i parenti e gli amici, si preferisce scegliere prodotti che non vanno sprecati oppure oggetti o servizi a cui non e' stato possibile accedere durante l'anno".

"L'enogastronomia cresce anche per l'affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprime con la preparazione "fai da te" di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio. Da segnalare - continua la Coldiretti - la preferenza accordata all'acquisto di prodotti Made in Italy anche per aiutare l'economia nazionale o garantire maggiori opportunita' di lavoro a sostegno della ripresa con una particolare attenzione a quelli provenienti dalle aree terremotate anche grazie alle iniziative ad hoc. Quest'anno i turisti italiani e stranieri in visita alla Capitale insieme ai cittadini romani potranno incontrare gli agricoltori e gli allevatori terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con i loro prodotti salvati dal sisma in Piazza Navona dove sara' possibile fare lo shopping di Natale per regali e cenoni aiutando concretamente e direttamente la ripresa economica ed occupazionale dei territori colpiti dal sisma. L'iniziativa della Coldiretti prende il via alle ore 9,30 di giovedi' 15 dicembre a Roma nel cortile del Vignola in Piazza Navona dove gli agricoltori delle zone danneggiate dal sisma offriranno con Campagna Amica le esclusive specialita' locali per tutta la settimana ma sara' possibile anche comporre diverse tipologie di pacchi natalizi con i prodotti caratteristici delle aziende agricole terremotate. Una occasione unica anche per conoscere le storie di chi con grande coraggio e dignita' e' rimasto a vivere e lavorare nelle campagne ferite nonostante le crescenti difficolta'. Ai danni diretti alle aziende agricole si aggiungono quelli provocati dall'abbandono forzato di interi Paesi dove non esiste piu' mercato per i prodotti delle terra. Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che e' importante sostenere concretamente affinche' la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell'economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo"

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Biologico, dalla Regione Abruzzo tre milioni di fondi per le aziende agricole

Oltre 3 milioni di euro i contributi che la Regione Abruzzo sta erogando per la misura 214 azione 2 del Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 ovvero per il premio relativo alle aziende agricole che hanno fatto istanza per consolidare o avviare la coltivazione di prodotti biologici nel 2016 relativamente al secondo anno di impegno. 242 aziende hanno visto erogarsi direttamente il saldo per un importo complessivo pari a 1.128.399,17 mentre 544 aziende riceveranno un'anticipazione complessiva pari a 2.034.987,31 euro. Lo ha reso noto l'Assessore alle politiche agricole Dino Pepe. "In Abruzzo le aziende che hanno coltivazioni biologiche sono circa 900; 1.400 con quelle di trasformazione", ha detto. 27.000 sono gli ettari dedicati, coltivati a foraggere, cereali, vite, olivo, ortaggi e frutta e ben 400 mila ettolitri di vino biologico prodotto". I beneficiari della misura assumono l'impegno di coltivare rispettando il metodo biologico per cinque anni.

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Cresa, indebolimento dei segnali di ripresa

L'indagine sul sistema manifatturiero abruzzese nel II trimestre 2016, condotta su un campione di 417 imprese, evidenzia l'indebolimento dei segnali di ripresa che erano emersi nella prima parte dell'anno. Nel confronto con il primo trimestre, infatti, le variazioni tendenziali di fatturato totale, export e portafoglio ordini interni subiscono un evidente rallentamento (passano da incrementi del I trimestre compresi tra il 7% e il 9% a variazioni comprese tra il -0,5% e il + 1,7%), e la produzione, sia pur in controtendenza con la media nazionale (-0,4%), fa segnare un aumento meno consistente (+4,3% contro +8,8%). Solo l'occupazione, che strutturalmente reagisce in ritardo rispetto all'andamento generale, cresce ad un ritmo più che doppio (1,7% contro +0,6%). Le previsioni a sei mesi tornano ad essere di nuovo negative. Relativamente alla dimensione d'impresa, le piccole industrie fanno registrare variazioni congiunturali positive nel complesso inferiori alla media regionale e una maggior tenuta su base annua del fatturato, dell'export e del portafoglio ordini. Nonostante ciò, i piccoli imprenditori manifestano le più diffuse preoccupazioni per il prossimo futuro. Le medie imprese evidenziano incrementi su base trimestrale e contrazioni diffuse su base annua, con la sola eccezione dell'export che sfiora il +10%. Le previsioni, buone solo per gli ordini esteri, sono meno diffusamente negative di quelle espresse dalle piccole imprese. Rispetto al II trimestre 2015 le grandi imprese (almeno 250 addetti) mettono a segno consistenti aumenti della produzione, del portafoglio ordini e, nonostante la contrazione su base trimestrale, dell'occupazione; in calo è il fatturato, in particolar modo la componente estera. Le previsioni per la seconda metà dell'anno non sono positive solo per gli ordini interni. Sotto il profilo provinciale, Pescara registra nel complesso il miglior andamento e le più rosee previsioni. Chieti, dopo il ritmo incalzante del trimestre precedente, pur confermando i più elevati incrementi tendenziali di ordini estero e produzione, rallenta la ripresa su base annua, con contrazioni di fatturato estero e totale. Diffuse sono le incertezze riguardo la tenuta nella seconda metà dell'anno del portafoglio ordini interni. L'Aquila prosegue nel suo andamento incerto, con deboli aumenti di produzione, fatturato e occupazione e lievi diminuzioni dell'export. Migliori della media regionale le variazioni del portafoglio ordini interni, sostanzialmente stazionarie le commesse dall'estero. Il clima di opinione è negativo. Teramo conferma i segnali di fragilità diffuse , con diffuse lievi variazioni su base annua il di segno positivo e negativo e un andamento più marcatamente crescente dell'export e decrescente degli ordini esteri. Gli operatori esprimono il più diffuso pessimismo riguardo il futuro.

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La Pescara-Roma è la sesta linea peggiore d’Italia per Legambiente

Guasti tecnici, ritardi imprecisati, sovraffollamento mettono alla prova ogni giorno quei milioni di cittadini che utilizzano il treno per raggiungere il luogo di lavoro o studio. E mentre cresce ancora l'offerta del servizio ad alta velocita' (+276% dal 2007 sulla Roma-Milano), le condizioni in molti casi continuano a peggiorare per chi si muove sulla rete secondaria, sugli intercity e sui regionali dove invece si sono ridotti i treni (in 15 Regioni) o sono state aumentate le tariffe (in 16 Regioni). Come ogni anno, all'entrata in vigore dell'orario invernale, Legambiente lancia la campagna Pendolaria, con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare in Italia e la lista delle 10 peggiori linee, mentre l'analisi puntuale dei finanziamenti e dei processi organizzativi verranno presentati nel rapporto previsto a gennaio 2017. Complessivamente dal 2010 a oggi, a seguito della riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si possono stimare tagli nel servizio ferroviario regionale pari al 6,5% e negli intercity del 19,7%. Solo in pochissime regioni e' aumentato il servizio (il caso migliore e' la Provincia di Bolzano), in tutte le altre e' stato ridotto o e' numericamente rimasto uguale ma con tagli su alcune linee, mentre sono cresciute le tariffe. Non tutti i pendolari sono uguali quindi. Alcuni sono piu' sfortunati di altri. Sono innanzi tutto quelli delle grandi citta', dove i numeri di chi si muove ogni giorno sono enormi, e quelli che tentano di muoversi su linee cosiddette secondarie. Le dieci linee peggiori indicate da Pendolaria 2016 sono state scelte in base a criteri relativi alla qualita' del servizio, alle proteste degli utenti per i problemi di ritardi e tagli dei treni, alla tipologia dei treni utilizzati sia per capienza sia per eta', alla disponibilita' di orari adatti all'utenza pendolare, alla frequenza dei convogli, alla condizione delle stazioni. Cosi' in un comunicato Legambiente

 La Pescara-Roma, al sesto posto, e' una linea su cui pochissimi pendolari oramai prendono il treno malgrado gli spostamenti intensi tra le due Regioni e i tanti centri lungo la direttrice. La ragione? Ogni giorno il numero di pullman e' tre volte quello dei treni, e su gomma si viaggia piu' veloci e piu' comodi con collegamenti che vanno dalla mattina presto alla sera tardi. La linea avrebbe bisogno di investimenti per velocizzare i collegamenti, visto che solo 15 km su 240 sono a doppio binario. La beffa e' che con il nuovo orario sono stati inseriti dei treni Jazz per velocizzare gli spostamenti, ma l'offerta vale solo per quei pendolari che da Pescara vanno verso Roma la mattina e tornano la sera, e non viceversa, e in ogni caso e' meno competitiva del pullman.

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Abruzzo, 25 milioni per il dissesto idrogeologico

Un nuovo finanziamento di 25 milioni di euro - che si aggiungono ai circa 175 milioni e mezzo stanziati dalla Regione negli ultimi 29 mesi - per il superamento e la mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico in 25 Comuni abruzzesi. Le convenzioni con le amministrazioni comunali sono state firmate a Pescara dal presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso e dai sindaci interessati. Le linee di intervento sono due. La prima, per un investimento complessivo di 5 milioni di euro (cofinanziati dalla Regione e dal Ministero dell'Ambiente, nell'ambito dei fondi del Piano nazionale per gli adattamenti ai cambiamenti climatici), riguarda 6 Comuni: Roccascalegna (500mila euro), Pizzoferrato (865mila), Carpineto della Nora (900mila), Roio del Sangro (638mila), Serramonacesca (250mila) e Cermignano (1 milione). Gli altri interventi, invece, sono finanziati direttamente dalla Regione, attraverso la nuova programmazione del Fsc 2014-2020, e interessano: Chieti (un milione 180mila euro), Vasto (800mila), Vacri (un milione 200mila), Trasacco (un milione), Bellante (un milione 500mila), Castiglione Messer Raimondo (un milione 200mila), Ripa Teatina (un milione 100mila), Casacanditella (un milione 100mila), Casalincontrada (un milione 100mila), Castelguidone (790mila), Roccamontepiano (865mila), Roccamorice (100mila), Paglieta (350mila), Castiglione Messer Marino (un milione 500mila), Lettomanoppello (un milione 750mila), Prezza (un milione 550mila), Montenerodomo (600mila), Civitella Messer Raimondo (346mila), Rosello (un milione 593mila). 

"E' la prima volta - ha sottolineato il presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso - che la Regione riserva cosi' tanta attenzione ai territori sul fronte della difesa del suolo. Un piano che non si basa sul numero degli abitanti interessati dagli interventi, quanto su una visione piu' ampia di 'stabilizzazione' di ampie porzioni di territorio, in un progetto complessivo di riduzione del rischio idrogeologico. Il nostro impegno, pero', non si ferma qui, perche' abbiamo gia' in programma di investire a breve altri 40 milioni, a cui se aggiungeranno altri 25 dalla programmazione dei fondi Fesr". 

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Ripresa ancora debole in Abruzzo secondo la Uil

"Quel po' di ripresa che si manifesta anche in Abruzzo dal 2015 e' debole rispetto ai cali pesanti subiti nel corso della crisi, soprattutto nel 2013-2014, senza dimenticare che l'Abruzzo e' andato molto male anche prima della crisi, dal 2000, mentre il fortino dei 500mila occupati, sbrecciato nel corso della crisi, non si sta ricostruendo. Il calo degli occupati di circa 25mila lavoratori e' diventato strutturale". E' l'analisi del segretario regionale della Uil, Roberto Campo, che commenta "l'enfatizzazione in positivo o in negativo, a seconda se si e' al governo o all'opposizione, di singoli dati, senza tenere conto del disegno d'insieme nonostante le tante fonti disponibili per farsi un'idea di come vanno le cose in Abruzzo" tra le quali Banca d'Italia, Cresa, Svimez, Prometeia, Istat, Inps. "Capita cosi' - spiega - che si passi dall'euforia delle forze di governo nel commentare l'occupazione nel II trimestre del 2016 all'euforia delle forze di opposizione nel commentare l'occupazione nel III trimestre del 2016. In realta', pero', dietro l'altalena apparente dei dati, ci sono alcuni elementi di analisi consolidati, positivi e negativi, che andrebbero sempre tenuti presente. Qui c'e' da notare che un po' di confusione l'ha fatta Svimez, che parla di una crescita significativa del Pil nel Sud e soprattutto in Abruzzo nel 2015, ma limitata nel tempo, gia' svanita nel 2016-17. Tra le spiegazioni, gli effetti della coda della programmazione 2007-2013. A noi pare che Svimez abbia valutato piu' grande di quello che e' una bolla, positiva si', ma transitoria. Piu' convincente l'analisi di Banca d'Italia, che parla di un 2015 di lieve recupero dopo il forte calo degli anni precedenti, ma, dice, citando Prometeia, in misura inferiore al dato medio nazionale".

Secondo Campo "quello che di buono si muove in Abruzzo, viene dalle grandi imprese: i dati che commenta Banca d'Italia dimostrano che l'individuazione fatta per la programmazione 2014-2020 delle eccellenze produttive regionali - cosiddetta Strategia delle 3S - e' quella giusta: automotive sopra tutti, poi elettronica, chimica farmaceutica, alimentare. Stona solo, purtroppo, il tessile-abbigliamento-calzaturiero, che prende colpi tremendi. Queste eccellenze guidano l'export, gli investimenti, l'occupazione (un po'). Ma l'altra economia, le piccole imprese, i servizi, l'artigianato, ristagna, si frammenta ulteriormente, non ce la fa. E la somma delle due economie, quella che va e quella che non va, dice che l'Abruzzo non va sufficientemente bene". 

"Veniamo all'occupazione - aggiunge Campo -: un trimestre meglio, uno peggio, resta il dato di fondo. Il fortino dei 500mila occupati, sbrecciato nel corso della crisi, non si sta ricostruendo. Il calo degli occupati di circa 25mila lavoratori e' diventato strutturale, verso l'alto si registra qualche picco, ma non permanente". Per Campo, sul cosa fare "alcune cose sono state dette e ridette, vanno solo fatte". In merito agli investimenti "finalmente sta partendo qualcosa della nuova programmazione, vogliamo vedere quanto prima i cantieri che si aprono e le nuove assunzioni", mentre per quanto riguarda il percorso di eliminazione della fiscalita' di svantaggio, "bisogna vedere se si riesce a fare il primo passo con questa legge di bilancio". Sulle piccole imprese "dobbiamo fare un intervento deciso, sul credito ma non solo, da concordare con le associazioni di questi piccoli imprenditori, anche rimodulando risorse". "A proposito di risorse - sottolinea Campo - prendiamo atto che in occasione degli incontri con il Presidente del Consiglio e con il Ministro allo Sviluppo Economico, solo il sindacato ha ricordato al Governo l'impegno non mantenuto a compensare con 133 milioni aggiuntivi di FSC il taglio di risorse europee subito dall'Abruzzo. Un altro intervento nel mondo delle piccole imprese andrebbe fatto per potenziare gli indotti locali dei grandi gruppi presenti in Abruzzo, con politiche di attrazione investimenti finora solo annunciate. Bisognerebbe, poi, cogliere l'occasione di Industria 4.0 anche per vedere come andare oltre le eccellenze esistenti: per adesso abbiamo almeno recuperato la partecipazione dell'Abruzzo al programma, vorremmo si discutesse di quali obiettivi porsi". 

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