La Corte d’Assise di Chieti ha ammesso oggi tutte le prove nel processo per la morte del 53enne di Chieti Simone Daita. Imputato, per il reato di omicidio preterintenzionale, e’ un operaio 24enne del posto, Emanuele D’ onofrio. Le prove ammesse sono in prevalenza testimoniali ma anche documentali. Fissata al prossimo 8 marzo l’udienza in cui saranno sentiti tutti i testimoni. Secondo l’accusa, formulata dal pm Giuseppe Falasca, reagendo ad un’aggressione di Daita, D’Onofrio ha ecceduto nella difesa perche’, raggiunto da un pugno al mento, colpi’ Daita con i pugni per due o piu’ volte, raggiungendolo ad entrambi gli zigomi e provocandogli altrettante fratture. Daita cadde a terra procurandosi lesioni alla testa che determinarono lo stato di coma dal quale non si riprese piu’ fino alla morte, avvenuta un anno dopo. Il fatto si è verificato la sera del 28 febbraio del 2015 in piazza Vico, nel centro di Chieti, all’esterno di una caffetteria. Nel processo sono gia’ costituiti parte civile i genitori, tre sorelle e il fratello di Daita.
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