Corte dei conti indaga sui fondi spariti dagli sms solidali per L’Aquila

Dei circa cinque milioni di euro dei famosi sms donati dagli italiani per dare una mano alla ricostruzione dei luoghi colpiti dal sisma del 2009, sarebbero stati utilizzati solo degli spiccioli. La desolante fotografa di aiuti mai arrivati agli aquilani, tra cittadini e piccoli imprenditori che avrebbero dovuto riavviare le attivita’ produttive distrutte o in difficolta’ a causa del sisma, e’ uscita fuori di recente grazie all’intervento della Procura regionale contabile dell’Aquila (pm Marco di Marco e del procuratore capo Giacinto Dammicco) che hanno mandato a processo contabile, per un presunto danno erariale da 2 milioni e mezzo di euro alle casse della Regione Abruzzo, i presunti responsabili. Si tratta degli amministratori delle societa’ (oggi non piu’ esistenti) Consorzio Etimos e Microcredito per l’Italia Srl, condannati in sede di rito abbreviato dal Tribunale di Padova (sede delle due societa’) alla pena ciascuno di 3 anni di reclusione per peculato.

In particolare, il fondo di garanzia di 5 milioni di euro, di fatto 4,5 milioni (detratti delle spese), era finalizzato a favorire l’accesso al credito delle famiglie e delle piccole imprese fungendo, appunto, da garanzia a favore delle banche erogatrici dei finanziamenti, in caso di insolvenza dei soggetti finanziati. Ogni diverso utilizzo del fondo era vietato. Secondo le indagini del Nucleo di polizia Economico-finanziaria dell’Aquila, alla data del 2011 in cassa ancora vi erano tutti i denari. Ma a distanza di poco tempo, il fondo sarebbe stato prosciugato.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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