Cultura, si va di più a teatro e ai concerti ma meno del 2019

Nel 2022 partecipa ad almeno uno spettacolo o intrattenimento fuori casa il 49,5% delle persone di 6 anni e più, recuperando 28,4 punti percentuali sul 2021, quota che si mantiene comunque su livelli inferiori al periodo pre-pandemico (64,6% nel 2019). Dal 2020, infatti, le restrizioni nell’accesso ai luoghi della cultura e dell’intrattenimento, disposte ai fini del contenimento della diffusione del Covid-19, hanno inciso notevolmente sulla fruizione della maggior parte delle attività di svago svolte fuori casa. E’ quanto rileva una ricerca Istat. Tra il 2019 e il 2020 le riduzioni più accentuate riguardano la fruizione di spettacoli teatrali e il recarsi a un museo o a una mostra (che hanno perso circa 4,5 punti percentuali), mentre risultano più contenute per altre forme di intrattenimento.

Nel 2021 il recarsi a teatro, al cinema e ad assistere a concerti di rock, pop, jazz, ecc. sono abitudini che perdono proporzionalmente di più rispetto ad altre forme di intrattenimento, riducendosi di circa cinque volte rispetto al 2020. La fruizione degli altri tipi di svago si riduce proporzionalmente di meno (circa di tre volte). Nel 2022, diversamente dal biennio 2020-2021, si osserva una buona ripresa delle varie forme di spettacolo e fruizione culturale, con aumenti che vedono almeno più che raddoppiare la partecipazione. Gli aumenti più consistenti riguardano la fruizione del teatro che, nel 2022, presenta un valore quattro volte superiore rispetto al 2021. La partecipazione a concerti e il recarsi al cinema, in discoteca e a spettacoli sportivi risulta invece triplicata. Tuttavia, la ripresa registrata nel 2022 non riconduce la partecipazione ai livelli pre-pandemici, ma si arresta a valori inferiori al 2019 per tutte le forme di intrattenimento.

Nel 2022 l’Istat registra una partecipazione complessiva a intrattenimenti e spettacoli pari al 52,4% per gli uomini (+29,8 punti percentuali sul 2021) e pari al 46,7% per le donne (+26,9). Tra le varie forme d’intrattenimento si osservano però differenze di genere, a eccezione dei concerti di musica classica e delle visite ai siti archeologici/monumenti, per i quali la quota di partecipazione delle donne è pressoché simile a quella degli uomini. Le donne, più degli uomini, visitano musei/mostre (23,3% contro 21,8%) e vanno a teatro (13,5% contro 10,6%).

Per gli uomini si osservano maggiori preferenze nei confronti degli spettacoli sportivi (25,9% contro 11,8%), nel recarsi in discoteca/luoghi in cui si balla (13,4% contro 10,9%), nell’andare al cinema (31,7% contro 29,6%) e a concerti pop, rock, jazz, ecc. (12% contro 10,5%). Tra il 2021 e il 2022 la partecipazione è in ripresa per entrambi i sessi, ma con aumenti superiori tra le donne per musei/mostre (+14,4 punti percentuali contro +12,8 degli uomini) e teatro (+10,5 punti percentuali contro +7,8), viceversa aumentano per gli uomini più gli spettacoli sportivi (+18 punti percentuali rispetto a +8,4 delle donne), il cinema (+22,1 punti percentuali rispetto a +20,9) e le discoteche/luoghi in cui si balla (+8,6 rispetto a +7,3). Negli altri tipi di intrattenimento l’aumento è stato pressoché analogo.

I giovani fino a 24 anni di età sono in genere più propensi a partecipare a forme di intrattenimento fuori casa (nel 2022, 73,3%, contro il 43,7% della popolazione di 25 anni e più). Ma proprio i giovani sono coloro che negli anni di pandemia hanno subito il maggiore impatto delle restrizioni, allineandosi, specialmente nel corso del 2021, ai valori osservati tra la popolazione adulta e anziana. Nel 2022 si segnala tuttavia per questa fascia di età un forte recupero in tutte le attività di svago a eccezione del teatro, che si mantiene su livelli molto più bassi rispetto al periodo pre-pandemico (era pari al 28,7% nel 2019 e si dimezza attestandosi al 15,3% nel 2022).

Nel biennio pandemico 2020-2021 il calo della partecipazione a spettacoli e intrattenimenti fuori casa è risultato trasversale su tutto il territorio nazionale. In entrambi gli anni si confermano livelli di partecipazione tendenzialmente più elevati nelle regioni del Centro-nord rispetto al Mezzogiorno. Tuttavia i dati relativi al 2021 evidenziano una riduzione delle distanze da attribuire alla contrazione generalizzata della partecipazione agli eventi fino ad arrivare ad un annullamento del divario territoriale, nel caso di intrattenimenti come il teatro e i concerti di musica diversi da quella classica. Nel 2022, si osserva una ripresa generalizzata della partecipazione nelle diverse aree del Paese, nel quadro di una costante polarizzazione tra Centro-nord e Mezzogiorno, ma le differenze sul territorio sono inferiori rispetto al 2019 e, più in generale, al periodo pre-pandemico. Tra le persone di 25 anni e più i tassi di fruizione di spettacoli e intrattenimenti sono decisamente più alti tra chi possiede un più elevato titolo di studio. Rapportando la quota di partecipazione delle persone con titolo di studio più alto (laurea o più) rispetto a quella delle persone con titolo di studio più basso (al massimo scuola dell’obbligo) si stima che nel 2022 si siano recate a musei/mostre e siti archeologici/monumenti sei persone con titolo di studio alto per ogni persona con titolo di studio più basso. La distanza tra titoli di studio alti e bassi risulta molto elevata anche se si prendono in considerazione spettacoli teatrali o concerti di musica classica (in questo caso il rapporto è pari a 5 ad 1). Meno marcate le distanze per spettacoli sportivi e discoteche/luoghi in cui si balla (con un rapporto pari a 5 su 2). Per le diverse forme di fruizione le diseguaglianze per titolo di studio sono in genere meno elevate tra i giovani adulti di 25-44 anni, mentre aumentano progressivamente al crescere dell’età. Fa eccezione l’abitudine a recarsi in discoteca o in luoghi in cui si balla, per la quale non si osservano differenze nelle diverse fasce di età

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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