Nel 2021 l’export abruzzese ammontava a 8.678 milioni di euro, mentre nel 2022 è stato di 8.860, con un incremento di appena 182 milioni. In valori percentuali, l’export abruzzese ha registrato un aumento del 2,1%, circa un decimo di quello nazionale del 20%: e questo, come detto, vale alla nostra regione un modestissimo terz’ultimo posto della graduatoria nazionale. Così, negli ultimi due anni le nostre esportazioni hanno registrato una crescita assai modesta: appena il 7,9%, un settimo della media nazionale (43%) con un spread negativo di ben 35,1 punti percentuali.Ma torniamo alla crisi dell’automotive, su cui incidono diversi fattori negativi: sfida connessa alla elettrificazione dei veicoli; concorrenza dei Paesi con una manodopera più economica, ancorché meno qualificata; temporanea carenza di prodotti e materie prime da impiegare nella produzione; ruolo degli stabilimenti abruzzesi nello scenario delle grandi holding internazionali. Ingredienti che messi insieme hanno fatto registrare un decremento di 868 milioni di euro, con la perdita in un anno del 21,7%.
Tra i prodotti diversi dai mezzi di trasporti, gli incrementi più significativi si sono registrati negli articoli farmaceutici (+237), nei prodotti chimici (+172), nella gomma e nella plastica (+140), nei prodotti in metallo (+131), nell’alimentare (+117), nel tessile e nell’abbigliamento (+116). E proprio grazie alle performance di questi settori si deve il fatto che l’Abruzzo, nonostante tutto, abbia confermato il segno “+”, seppure di modesta entità sul 2021.
Nel comparto alimentare buone notizie dal settore della pasta: capace del 44% di incremento, che vale il sesto posto tra le regioni. Meno significativi, al contrario, i dati su olio (cresce del 24% a fronte del 28,9% italiano, conseguendo l’11esimo posto); vino (aumento del 7,1% a fronte del 9,8% italiano, con il quintultimo posto della graduatoria nazionale). Mentre frutta e ortaggi flettono del 18,8%, in controtendenza alla crescita italiana del 18,4% ponendo l’Abruzzo al penultimo posto.