Funerali di Alessandro Neri, l’appello della mamma

“E’ ufficiale, Ale e’ un angelo. I suoi amici hanno addosso una maglia in cui c’e’ scritto che ‘ci vuole un secondo per ricordarti e una vita per dimenticarti’. Non ti dimenticheremo mai. Ale non e’ morto invano. Vi prego, vi scongiuro, non frequentate ambienti che non dovete. Se lui e’ ora in cielo vi proteggera’. Andate sulla retta via. Dovete convertirvi, avete famiglia, figli”. E’ l’appello, agli amici del figlio, lanciato da Laura Lamaletto, mamma di Alessandro Neri. La donna ha preso la parola al termine della messa per il figlio, visibilmente provata e commossa. Rivolgendosi alle centinaia di persone intervenute ha esordito dicendo “Oddio quanti siete”. 

“Sarai sempre con noi, non ti lasceremo mai. Onore a te grande amico, onore a te Alessandro”. E’ il coro intonato dai tifosi della curva nord all’esterno della chiesa. Alessandro era un grande appassionato del Pescara calcio: in suo onore sono stati liberati in aria palloncini di colore bianco e azzurro. La foto del giovane e’ stata accolta con un lungo e sentito applauso all’esterno della chiesa. I tifosi hanno anche acceso dei fumogeni per Alessandro, che era soprannominato Nerino. Gli amici e i tifosi hanno poi posizionato una corona di fiori e realizzato un murales, con la scritta “Nerino nel cuore”, in una piazzetta vicino alla chiesa. 

 

 “Insieme vogliamo affidare a Dio Alessandro. Lo portiamo nel cuore, con la sua magica bonta’, chi lo ha conosciuto lo sa, la bonta’ era la su forza e la sua piu’ grande debolezza, ecco perche’ ha pagato il prezzo piu’ alto”. Lo ha detto don Cristiano Marcucci nel corso della sua omelia alla Messa per Alessandro Neri. “La cosa piu’ innaturale che possa accadere su questa terra – ha sottolineato – e’ un genitore che perde un figlio. Quando la persona cara che si perde e’ un figlio, per di piu’ perso in una situazione brutta, questo vuoto credo si possa chiamare col suo nome: baratro. Mi ha colpito in questi giorni che tutta la nostra citta’ di Pescara e non solo ci siano stati in qualche modo dentro. Dentro questo vuoto. Le persone che amiamo sono con noi sempre, oltre la dimensione dello spazio e del tempo”. “In questa settimana sono sempre andato a casa di Laura e Paolo Neri – ha aggiunto – e ho sempre trovato tanta gente. Si sentiva l’aria di una famiglia accogliente, piena, con mille difficolta’ e fragilita’ come tutte le famiglie. Vi ringrazio pubblicamente perche’ la dignita’ con cui affrontate questo dramma per me e’ stata molto edificante”. 

 “Esternamente possiamo chiedere di fare chiarezza alle forze dell’ordine e alle autorita’ competenti, come fanno i parenti. E’ giusto sapere la verita’, ma questo sarebbe troppo poco. Non toglie il buio. E’ qualcosa di fuori e le cose di fuori sono sempre molto superficiali. Noi possiamo non scappare da questo vuoto, possiamo abitarlo” ha detto ancora Don Cristiano Marcucci nell’omelia. “Quando non scappo dal baratro e dal buio – ha detto nell’omelia – mi accorgo che quel buio e quel baratro non mi risucchiano, non mi ammazzano. Un vuoto abitato, con tutto il suo dramma, con la forza interiore che ognuno ha, comincia a diventare un pieno”

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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