Cronaca

CORONAVIRUS I SINDACI RACCONTANO L’EMERGENZA DEI LORO COMUNI: TOLLO

Notizie d’Abruzzo ha posto tre domande uguali ai sindaci per conoscere come viene affrontata l’emergenza sanitaria e quella economica nei loro Comuni. Ecco le risposte di Angelo Radica, Sindaco di Tollo (Ch).

Sindaco la sua città lotta con due inaspettate emergenze una sanitaria e una economica. Quale teme di più?
Temo più quella sanitaria in questa fase. Ora bisogna garantire la sicurezza sanitaria ai cittadini e dare qualche aiuto. 
In questa direzione abbiamo avviato tante iniziative: il servizio spesa a domicilio, il servizio di supporto psicologico, la consegna ad oggi di 2.400 mascherine di 4.1000 abitanti, l’igienizzazione e il lavaggio di strade, marciapiede e parchi, una capillare informazione su divieti, spostamenti, aperture e chiusure delle attività economiche e commerciali.

Quali sono la richieste più pressanti che arrivano dalla sua comunità di cittadini?
Mascherine, informazioni su spostamenti, aperture delle attività commerciale produttive, notizie sui positivi o le persone in quarantena.

Può dirci cosa metterà in cantiere per il rilancio della sua città?
Faremo un incontro con tutti gli esercenti per creare un Consorzio d’imprese e un Gas (Gruppo d’acquisto Solidale) di cittadini per l’acquisto massivo di servizi (gas, elettricità, ecc), un marchio locale #Tollosana e la proroga di tutte le scadenze delle tasse comunali che abbiamo fatto già slittare di due mesi.

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Pescara, il Comune gestirà le tumulazioni attraverso Attiva

Sara' il Comune di Pescara, tramite la societa' Ambiente spa, a concedere le autorizzazioni per i 50 loculi e le 118 fosse attualmente disponibili nel cimitero di San Silvestro. Il sindaco Carlo Masci ha firmato l'ordinanza con cui ne acquisisce la disponibilita' per far fronte all'incremento dei casi di decesso registrati a causa del Coronavirus che hanno determinato una carenza di spazi per le tumulazioni e le inumazioni. Un provvedimento d'urgenza quello preso "per ragioni- spiega ancora il primo cittadino- di igiene pubblica e per le richiesta che stanno pervenendo all'amministrazione".

"Attualmente, infatti- prosegue- ci sono a San Silvestro ancora 17 salme in attesa di sepoltura, 15 sono deposte nella camera mortuaria e due all'interno della chiesetta. Questa responsabilita' data ad Ambiente Spa mira a risolvere queste carenze, ha scadenza al 20 luglio prossimo ma e' chiaro che, se fosse necessario, perdurera' fino al termine dell'emergenza".

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Coronavirus, 2.500 mascherine per i medici di base

La Fimmg (federazione dei medici di famiglia) di Teramo ha coordinato il reperimento sul mercato, per i propri iscritti e per quelli delle altre province abruzzesi, di 2500 mascherine di tipo Ffp2 e di 150 kit composti da tute e occhiali che sono in corso di distribuzione ai medici di base e guardia medica iscritti al sindacato. In particolare, 1000 mascherine sono state acquistate dalla Fimmg di Teramo (che ne ha prenotate 200 anche per il sindacato Snami di Teramo), 400 dalla Fimmg dell'Aquila, 500 dalla Fimmg di Chieti e 400 dalla Fimmg di Pescara. L'acquisto delle mascherine e dei kit colma un bisogno che, soprattutto nel Teramano, era particolarmente sentito e che era stato denunciato nei giorni scorsi dal segretario provinciale della Fimmg, Glauco Appicciafuoco

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Pescara, problemi in una casa di riposo per il coronavirus

Trentaquattro pazienti, una decina di suore e alcuni operatori sanitari sottoposti a tampone dei quali a distanza di tempo non sono ancora arrivati i risultati. Sempre più delicata la situazione all'Istituto Sorelle della Misericordia di Verona, casa di riposo che si trova a Pescara, in zona Colli. Le suore, in isolamento in attesa degli esiti dei test, si definiscono "abbandonate, avvilite e scoraggiate". La maggior parte degli operatori non è al lavoro, un'infermiera si e' ammalata, cosi' come alcune suore, e diventa sempre piu' difficile gestire le anziane pazienti.

"Gli Oss della cooperativa che ci seguiva - sottolinea una delle sorelle - non vengono piu', sono rimasti solo due operatori. Ora ci sta dando una mano un'altra cooperativa, ma abbiamo bisogno di infermieri. Un'infermiera si e' ammalata e ne e' rimasta solo un'altra, una suora, che pero' non puo' fare tutto da sola. Le nostre ospiti sono anziane e in molti casi non autosufficienti, abbiamo bisogno di aiuto". "Ci sono quattro suore ed alcune ospiti con la febbre - aggiunge - e ieri sera anche l'infermiera, stremata, e' finita a letto con la febbre. Il nostro medico e' in contatto con la Asl, ma ad oggi non abbiamo avuto nessuna risposta. Una ditta ci ha mandato mascherine e Dispositivi di protezione individuale (Dpi), ma il problema e' a livello sanitario: abbiamo bisogno di un'infermiera. Il timore e' che finche' non arrivano i risultati dei tamponi nessuno voglia venire a lavorare qui. Siamo chiuse qui dentro, non sappiamo cosa fare", conclude scoraggiata la suora.

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Coronavirus, D’Amario: i kit sierologici non danno nessun tipo di certezza

I kit sierologici non sono validati "ne' a livello nazionale ne' a livello mondiale e non danno nessun tipo di certezza. Anzi, creerebbero falsi negativi ancora piu' pericolosi delle strategie del contatto". Dopo l'allarme lanciato dall'assessore alla Salute della Regione Abruzzo, Nicoletta Veri', sull'uso dei kit sierologici reperibili sul mercato, anche il direttore generale della Direzione generale dell'Area prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Claudio D'Amario, torna sul tema in un'intervista alla redazione di "Sos Coronavirus". D'Amario spiegato che il "falso positivo del test sierologico potrebbe creare perfino procurato allarme". D'Amario, che sara' posto dalla Giunta regionale abruzzese a capo del Dipartimento della Salute, aggiunge anche che "ci sono studi di confronto in Lombardia secondo i quali il 50 per cento dei pazienti positivi al tampone nasale sono risultati negativi al test sierologico". D'Amario conferma che sono in corso verifiche su test, farmaci e sperimentazioni a livello nazionale dalle agenzie autorizzate, mentre si e' in "attesa di un pre esame dell'Oms su 200 kit rapidi, ma tutti da tampone nasale, da faringe e da saliva". Si sta lavorando anche a un uso di test da sangue per capire se le persone Covid positive siano in grado di sviluppare una capacita' immunocompetente. "In sostanza - conclude D'Amario - si vuole capire, per il futuro, se i soggetti che hanno avuto il virus sono immunizzati o ancora suscettibili di nuovo contagio".

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Coronavirus, sgomberata la casa di riposo ‘M. Acerbo De Pasquale’ di Loreto Aprutino

Sgomberata, in serata, la casa di riposo "M. Acerbo De Pasquale" di Loreto Aprutino, nel Pescarese, dopo che sono stati accertati alcuni casi di positivita' al Covid-19. Nella struttura c'erano complessivamente 24 persone, ma 6 erano gia' state trasferite nei giorni scorsi. Diciotto i pazienti portati via oggi: nove sono stati trasferiti negli ospedali di Pescara, L'Aquila e Atri, perche' positivi o perche' in condizioni di salute piu' serie; altrettanti sono stati trasportati in altre case di riposo, dove rimarranno in isolamento. Anche il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio, nei giorni scorsi si era interessato della situazione nella struttura, che si era trovata improvvisamente senza personale addetto in quanto otto dei nove operatori in servizio hanno presentato il certificato medico. L'Unita' di Crisi della Protezione Civile della Regione Abruzzo aveva quindi affidato l'incarico a una cooperativa specializzata nell'assistenza agli anziani

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Coronavirus, progetto per geolocalizzare gli spostamenti

Arriva dall'Abruzzo il progetto "Pandemos" elaborato da Perfexia di Carsoli che consiste nell'implementare una piattaforma software in grado di localizzare e tracciare (mediante l'utilizzo della sim telefonica) tutti gli spostamenti e gli eventuali contatti tenuti da persone risultate positive al Covid-19, andando a ritroso nel tempo, e di rendere disponibili in tempo reale le informazioni agli operatori di una sala operativa, gestita dalla Pubblica amministrazione in ottemperanza a tutte le norme di sicurezza e privacy. "L'idea di questa soluzione - afferma il fondatore della societa' societa' leader nel settore dell'information technology e Big Data Analytics, Danilo Lucangeli - fu da noi presentata gia' a febbraio alla Protezione Civile quando ancora nessuno al mondo aveva pensato di tracciare i contagiati da coronavirus. Il progetto basato su una potentissima tecnologia utilizzate per i sistemi di intelligence consente anche la rintracciabilita' dei contagiati andando indietro nel tempo e geolocalizzare tutti gli spostamenti individuando possibili persone che possano essere state contagiate''. "Le autorita' - spiega Lucangeli - con tale sistema potrebbero disporre di un cruscotto con il quale verificare se la persona contagiata (identificata in modalita' 'anonima' attraverso il numero di telefono) possa aver contagiato anche prima della sua accertata positivita' al Covid 19 altre persone".

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Chieti, dimesso un paziente curato col Tocilizumab

Sembra dare buoni risultati nell'ospedale di Chieti l'uso sperimentale del Tocilizumab sui pazienti con Covid-19. E' stato infatti dimesso dalla Clinica di Malattie infettive un trentenne trattato con questo farmaco, utilizzato da circa venti giorni al "SS. Annunziata". Com'e' noto - si legge in una nota della Asl - si tratta di una preparazione che contiene molecole gia' impiegate nella cura dell'artrite reumatoide e in grado di ridurre l'infiammazione che causa danni agli organi. Sempre oggi dalla stessa clinica sono stati dimessi anche una donna di 81 anni proveniente dall'Ortopedia di Lanciano e un uomo di 44 anni.

"Nel Policlinico sono in trattamento oltre cento pazienti con terapie antivirali standard - spiega Jacopo Vecchiet, responsabile dell'unita' operativa e ordinario di Malattie infettive all'Universita' 'Gabriele d'Annunzio' di Chieti-Pescara -. Sono inoltre in corso diverse terapie sperimentali usate nei casi piu' critici. Una decina di pazienti sono in trattamento con il Tocilizumab e tre con il Remdesivir, farmaco innovativo utilizzato per il trattamento dell'Ebola. Chieti e' tra i pochi centri italiani a cui e' stato concesso l'utilizzo del farmaco. I numeri non consentono ancora, per la nostra esperienza, di trarre conclusioni ed e' necessario essere cauti. Per il momento possiamo solo prendere atto dei risultati che nei casi singoli riusciamo a ottenere".  

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Coronavirus, Di Primio sporgerà denuncia contro le fake news

Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, ha annunciato, in un video sulla sua pagina Facebook, che presentera' denuncia per procurato allarme nei confronti di chi ha diffuso sui social un messaggio audio e di chi sta scrivendo cose non vere: il riferimento e' a un messaggio audio che chiama in causa il titolare di un negozio di generi alimentari il quale, a dire dell'anonimo, avrebbe tenuto aperto il locale pur sapendo di essere positivo al coronavirus; parla inoltre di un blitz delle forze dell'ordine e della presenza di ambulanze. "Non e' successo nulla di tutto questo. Ho appena chiamato il proprietario di questo locale, che e' positivo al coronavirus - dice Di Primio - ma dal 4 marzo e' chiuso in isolamento volontario a casa, senza contatti neppure con i familiari. E' stato dall'inizio monitorato dalla Asl. Io continuero' a chiamarlo per sapere come sta". Di Primio si dice "infastidito dall'atteggiamento di chi mette cartelli sulle porte: e' una verogna". Di Primio ha quindi rinnovato l'appello a restare a casa.

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CORONAVIRUS I SINDACI RACCONTANO L’EMERGENZA DEI LORO COMUNI

Notizie d’Abruzzo ha posto tre domande uguali ai sindaci per conoscere come viene affrontata l’emergenza sanitaria e quella economica nei loro Comuni. Ecco le risposte di Luciano Marinucci, Sindaco di San Giovanni Teatino (Ch)
 
Sindaco la sua città lotta con due inaspettate emergenze, una sanitaria e una economica. Quale teme di più?

L’emergenza sanitaria è sotto gli occhi di tutti, in maniera drammatica. Ed è ancora presto, purtroppo, per fare una media e comprendere appieno le proporzioni di questa pandemia. Lo Stato ha adottato misure graduali che, in qualche caso, hanno costretto alcuni di noi Sindaci a provvedimenti autonomi e ancora più restrittivi di quelli governativi, come ad esempio la chiusura dei parchi. Tutto questo, ovviamente, ci ha esposto anche a qualche critica, ma nessuno meglio dei Sindaci ha il polso del territorio di pertinenza. La crisi economica, d’altro canto, segnerà un’epoca, e non solo per l’Italia, che potrebbe precipitare nel baratro del default. Bisognerà lavorare su un recupero delle economie a livello globale, non è pensabile occuparsi solo del proprio orticello nel bel mezzo di un’emergenza che, certamente, cambierà faccia al mondo.

Quali sono le richieste più pressanti che arrivano dalla sua comunità di cittadini?

Sicuramente i cittadini richiedono presidi sanitari, come le mascherine, ma purtroppo c’è una carenza generalizzata di questi materiali e le amministrazioni locali non hanno la possibilità di distribuirli a tutta la popolazione. Basti pensare all’emergenza che esiste, drammaticamente, all’interno delle strutture sanitarie, per avere un’idea di quanto possa essere difficile, oggi, procurarsi le mascherine. Ho però apprezzato l’ingegno, l’intraprendenza, la fantasia e la solidarietà degli italiani che, una volta compresa l’emergenza, hanno cominciato a realizzare le mascherine in casa e a donarle a chi ne ha più bisogno. Anche una nostra concittadina ha realizzato 50 mascherine e le ha donate al C.O.C.. Questi sono gesti ammirevoli che ci riempiono di speranza.

Può dirci cosa metterà in cantiere per il rilancio della sua città?

Diciamo che, prima dell’emergenza, eravamo già abbastanza lanciati. Con le compensazioni della Convenzione Terna abbiamo a disposizione 3milioni e 400mila euro da impiegare nell’efficientamento energetico degli edifici pubblici e nel rifacimento dei sottoservizi e del manto stradale nelle strade principali e secondarie. Abbiamo beneficiato, inoltre, di un investimento di oltre due milioni di euro da parte di Ipercoop, che abbiamo speso e spenderemo nella zona commerciale. Eravamo in corsa con un’operazione di rilancio e ci siamo dovuti fermare: molte ditte, infatti, non possono operare perché prive di presidi di protezione. I cantieri sono fermi per oggettive ragioni di sicurezza, nel rispetto delle disposizioni in ordine sanitario e di prevenzione del contagio. Ma siamo fiduciosi: ripartiremo da dove ci siamo interrotti, per dare seguito e compimento al lavoro lungo e meticoloso a cui ci siamo sempre dedicati.

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