"I bambini (salvati nell'hotel Rigopiano, ndr) stanno bene e verranno dimessi oggi". Così Giuliano Lombardi, primario di pediatria dell'ospedale diPescara, oggi ai microfoni di Agorà su Raitre.
Leggi Tutto »Hotel Rigopiano, settimana decisiva per le indagini sulla slavina
Settimana decisiva per le indagini sulla slavina che ha travolto l'hotel Rigopiano. "Penso che entro la fine della settimana prossima saremo in grado di fare un punto ragionato sullo stato dell'arte", sottolinea in un'intervista a 'Qn' il pm Cristina Tedeschini, procuratore reggente di Pescara, titolare dell'inchiesta. "Dobbiamo dare risposte, anche se non si arrivasse a un processo - spiega - È un debito che abbiamo verso la collettività". Sulla posizione in cui è stato realizzato l'hotel e il rischio valanghe, il pm sottolinea: "La pericolosità della gestione di questo rischio, l'avere consentito la realizzazione dell'albergo in quel luogo, il concretizzarsi di questo rischio attraverso le rilevazioni del servizio valanghe... Sono tutti temi molto importanti dell'indagine".
"L'indagine è iscritta verso ignoti per disastro colposo e omicidio plurimo colposo", prosegue. Sui possibili ritardi nei soccorsi il pm conclude: "Anche la tempistica è un tema d'indagine, certo. Stiamo raccogliendo tutti i riscontri documentali, audio e video di tutte le dichiarazioni che vengono rese. Il panorama delle audizioni è in costante aggiornamento".
Alle 17,40 circa del 18 gennaio la Prefettura di Pescara avrebbe chiamato il direttore dell'hotel Rigopiano Bruno Di Tommaso per chiedere cosa stesse succedendo lassu', a seguito delle prime telefonate allarmate di Giampiero Parete. Di Tommaso, che si trovava a Pescara, alla funzionaria della Prefettura avrebbe confermato di non avere notizie di valanghe, anche se non aveva sentito di recente gli operatori rimasti a Rigopiano. E' questo, secondo gli inquirenti, che potrebbe aver ingenerato il primo 'equivoco' sulla gravita' degli eventi. I successivi tentativi di Quirino Marcella, allertato da Parete, sarebbero cosi' stati definiti come 'bufala', assieme ad altri falsi allarmi valutati nella giornata convulsa del 18. Queste telefonate non sono state ancora acquisite dagli inquirenti, ma lo saranno a breve. In procura a Pescara intanto e' in corso un vertice tra magistrati e forze dell'ordine per fare il punto sulle indagini
Leggi Tutto »Omicidio Penne, ascoltati due testimoni
Udienza breve oggi in Corte d'Assise a Chieti del processo per l'omicidio di Gabriele Giammarino, l'80enne ex maresciallo dell'Aeronautica ucciso in casa con pugni e 26 coltellate il 13 settembre del 2015 a Penne, processo che vede imputato il 37enne di Penne Mirko Giancaterino accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudelta' per aver dato fuoco al materasso che copriva il corpo della vittima, e di incendio. I giudici hanno sentito due testimoni ovvero Davide Ortolano, tecnico informatico, che acquisi' le immagini registrate dalla telecamera di una tabaccheria ed estrapolo' i dati contenuti nel telefono di Giancaterino fra i quali 282 sms e i contatti. E il maresciallo capo del Ris di Roma Carlo Belardo che sulla scena del crimine svolse attivita' tecniche ovvero la ricerca di tracce: dalla sua deposizione e' emerso tracce di sangue furono trovate sotto il materasso, sui mobili e sui pensili in cucina, e che schizzi di sangue erano nei locali che si trovano prima della stanza in cui si sviluppo' l'incendio.
La Corte avrebbe dovuto sentire anche un'altra testimone, Aureca Balota, ma la donna, che e' testimone sia dell'accusa che della difesa, rientrera' dalla Romania il prossimo 2 febbraio. E siccome secondo le parti va sentita prima di procedere con le altre testimonianze, la Corte, presidente Geremia Spiniello, a latere Isabella Allieri, ha rinviato il processo al 13 febbraio. La donna e' la badante che abitava sotto al casa della vittima e riconobbe nelle immagini della telecamera di videosorveglianza della tabaccheria la persona che, dopo un gran trambusto, vide scendere della casa della vittima il giorno dell'omicidio.
Quella persona venne identificata dai carabinieri del Nor in Giancaterino, che anche oggi era in aula accanto al suo difensore l'avv. Melania Navelli. Quest'ultima durante l'udienza ha depositato la notifica del decreto della Corte di Cassazione che fissa al 21 febbraio l'udienza sull'istanza di ricusazione presentata nei confronti del presidente della Corte. Il legale, gia' a margine delle scorse udienze, aeva sostenuto che il giudice avrebbe espresso un'opinione di colpevolezza sull'ordinanza con la quale rigettava l'istanza diretta a ottenere la revoca o quantomeno la sostituzione con gli arresti domiciliari nella forma del braccialetto elettronico.
Leggi Tutto »Spaccio, arresti e perquisizioni in Valle Peligna
Sette arrestati e diciotto indagati, oltre 74mila euro e 1 chilo e 200 grammi di hascisc e marijuana recuperati e sequestrati. E' il bilancio dell'operazione "Fenice", condotta dai carabinieri della Compagnia di Sulmona in collaborazione con i militari della Compagnia di Castel di Sangro e del Nucleo cinofili del Comando Legione Carabinieri Abruzzo e Molise di Chieti. Le accuse, a vario titolo, per gli arrestati sono di traffico di sostanze stupefacenti e tentata estorsione. Gli inquirenti hanno spiegato che le indagini sono scaturite da aggressioni subite da alcuni giovani due anni fa. Le vittime dichiararono che erano state l'epilogo di liti per futili motivi ma intercettazioni telefoniche, pedinamenti, e indagini hanno permesso di accertare che furono minacce e violenze messe in atto da alcuni degli arrestati per recuperare i crediti dello spaccio delle sostanze, affidato ad una catena di piccoli spacciatori che figurerebbero tra le 18 persone indagate. Il traffico di ingenti quantitativi di droga interessava soprattutto il mercato sulmonese, con diramazioni nel resto del comprensorio peligno, in particolare nei centri di Pratola Peligna e Raiano.
Leggi Tutto »Pericolo valanghe, Regione Abruzzo attiva unità di crisi
La Regione Abruzzo comunica ai sindaci dei comuni interessati dal pericolo di slavine che possono richiedere un sopralluogo di tecnici esperti compilando il file presente al link https://cor.regione.abruzzo.it/images/scheda_segnalazione.xls e inviandolo all'indirizzo email: salaoperativa@regione.abruzzo.it. "Si provvedera' a trasmetterlo - dice la Regione - all'Unita' di Crisi-Nucleo Tecnico-operativo del Rischio Valanghe istituita presso il COC di Penne
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Scuole chiuse sine die nella Valle dell’Aterno
Scuole chiuse sine die nella Valle dell'Aterno, dopo l'emergenza neve combinata con le scosse di terremoto, per non parlare dell'allarme su possibili eventi di magnitudo 6-7 lanciato dalla nota della Protezione civile con la sintesi del verbale della commissione Grandi rischi. Gli istituti sono chiusi a Pizzoli, Barete, Montereale, Cagnano, Capitignano e Campotosto. Aperti piu' distanti dall'epicentro gli istituti comprensivi di Navelli (cui afferiscono anche Poggio Picenze e Capestrano) e di San Demetrio (che serve anche Fossa, Ocre, Fagnano e Fontecchio). Scuole aperte, invece, all'Aquila, da domani anche il liceo 'Cotugno' che e' si' agibile, ma con basso indice di sicurezza sismica, del 25% circa secondo quanto appreso, e 5 aule che resteranno chiuse per lavori.
"Dopo l'allarme della Grandi rischi il sindaco di Leonessa ha chiuso le scuole, ma la stessa ordinanza l'avevo predisposta anch'io prima dell'allarme e l'ho formalizzata oggi, le scuole a Montereale non hanno mai riaperto come d'altronde in tutti i Comuni della Valle dell'Aterno", spiega il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi.
"La Commissione non ha fatto altro che aumentare l'allarme in una situazione gia' allarmata - afferma - ma ora si dovrebbe capire bene se quello che hanno detto e' fondato o meno perche' mi pare stiano ritrattando", in riferimento alla correzione delle dichiarazioni del presidente della Cgr, Sergio Bertolucci, sul "rischio-Vajont" legato a una delle dighe di Campotosto. "Dichiarazioni del genere in situazioni di tranquillita' hanno un peso, dopo 5 scosse forti hanno creato il panico generale - denuncia Giorgi - e' una situazione difficile e a noi serve qualcuno che ci aiuti, non che crei problemi. La nota l'abbiamo appresa dai media, e questo la dice lunga: servirebbero protocolli operativi e di comunicazione definiti e collaudati e invece non ci sono".
Anche il sindaco di Pizzoli, Gianni Anastasio, conferma che "le scuole a Pizzoli sono chiuse ma stiamo lavorando per riaprirle in un'altra struttura". Quanto al primo cittadino di Capitignano, Maurizio Pelosi, dopo un incontro con il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, annuncia che "da domani cominceranno le verifiche di agibilità".
Campotosto aveva dovuto chiudere la propria scuola essendoci solo 9 alunni, sotto le soglie di legge: parte frequentava nel Teramano, a Crognaleto, parte ad Amatrice. Ma tra scosse e gelo, che hanno obbligato una trentina di persone a emigrare all' Aquila, attualmente anche questi ragazzi non frequentano.
Leggi Tutto »Black out in Abruzzo, restano 6.500 utenze senza corrente elettrica
"Grazie al lavoro di coordinamento guidato dalla Prefettura di Teramo, dalla Protezione Civile e dalla Provincia di Teramo, si stanno risolvendo gradualmente i problemi di accessibilità alle zone rimaste al buio nella provincia di Teramo". Lo fa sapere E-distribuzione spiegando che "continua il lavoro incessante degli oltre 1.600 tecnici della task force di e-distribuzione e migliora il dato dei clienti senza energia elettrica in Abruzzo. Sono circa 6.500 i clienti da rialimentare in circa 30 centri del Teramano".
Leggi Tutto »Forum H2O, rischi ignorati per hotel Rigopiano
"In Abruzzo sono decenni che rischi noti vengono ignorati. Carte ufficiali mostrano che l'hotel Rigopiano e' costruito al centro di un'area con colate detritiche, dette conoidi". A denunciarlo e' il Forum H2O Abruzzo, secondo cui "la prima mappa elaborata dalla Regione che segnalava criticita' importanti e' del periodo 1989-1991 ed e' stata ripresa tal quale e, quindi, confermata dalla Giunta Regionale abruzzese con tanto di delibera il 27 dicembre 2007, la numero 1383, con cui e' stato adottato il Piano di assetto idrogeologico".
In sostanza, spiega il movimento, l'albergo "sorge su un'area rialzata formata proprio dai detriti che arrivano giu' dal canalone a monte dell'albergo. Il fatto che ci fosse una struttura preesistente non vuol dire granche' perche' i tempi di ritorno di questi fenomeni estremi possono essere piu' lunghi di qualche decina di anni. Le carte del rischio tengono appunto conto di questa periodicita' perimetrando aree sempre piu' vaste al crescere del tempo di ritorno. I geologi identificano le aree di rischio non solo attraverso gli eventi gia' noti, riportati nel catasto di frane e valanghe, ma anche e soprattutto basandosi su alcune caratteristiche specifiche del terreno cui ricollegano il tipo di eventi che puo' verificarsi. E li' questi segnali dovevano essere evidentissimi, tanto che da decenni sono evidenziati sulle mappe ufficiali. D'altro lato, senza conoscere queste carte che oggi divulghiamo, solo interpretando le foto aeree, in questi giorni questo processo lo hanno spiegato benissimo diversi geologi. Ora abbiamo anche le mappe che dicono che gli enti avevano almeno gli elementi conoscitivi. Riportati ufficialmente".
Pertanto, "al momento della ristrutturazione principale avvenuta circa dieci anni fa, che ha ampliato le capacita' ricettive della struttura e quindi il rischio intrinseco, c'erano tutti gli elementi, sia sul terreno, sia nelle carte, per accorgersi dei problemi".
Nel quadro, conclude il Forum H2O, "risalta anche la gravissima omissione della regione Abruzzo che si era dotata di una legge sulle valanghe 25 anni fa, la numero 47/1992, in cui si prevedeva l'inedificabilita' per le aree a rischio potenziale di caduta e la chiusura invernale delle strutture preesistenti in caso di pericolo. La mappa in 25 anni non e' stata mai redatta".
Leggi Tutto »Hotel Rigopiano, una valanga da 120 mila tonnellate ha investito la struttura
E' stata una valanga da 120.000 tonnellate a investire l'hotel a una velocita' di 100 chilometri l'ora. Il calcolo e' del servizio Meteomont dei Carabinieri. Si tratta di dati provvisori sulla dimensione e la forza d'impatto, stimati in base ai rilievi effettuati sul posto. Il fronte di distacco della massa nevosa ha una larghezza di 500 metri e una lunghezza di 250 metri, con uno spessore di 2,5 metri. Con una simile altezza, il peso della neve e' pari a a 200 chili per metro cubo. E di metri cubi di neve ne sono scesi sull'albero tra 200 e i 300 mila. Una bomba gelata che e' scivolata su un pendio con 35 gradi di inclinazione pendio 35 gradi. Alla partenza la valanga pesava 40-60 mila tonnellate, ma precipitando a una velocita' che ha ragginto i 100 chilometri l'ora con una pressione di 50-270 Newton, ovvero come 4.000 tir a pieno carico, nei suoi due chilometri di corsa si e' inngrossata fino a 120.000 tonnellate e all'arrivo, nella zona di accumulo, ha coperto un'area di 800 metri per 100 di larghezza con 300.000 metri cubi di neve: uno spesso di 4 metri, che esercita un peso di 400 chili per metro cubo. "E' stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. Ero seduto sul divano e i pilastri sono scivolati in avanti tagliandolo in due. Ci siamo salvati per questo", ha raccontato Vincenzo Forti, uno dei superstiti, all'amico Luigi Valiante.
"Io - ha proseguito - sono rimasto senza scarpe. Indossavo i leggings che mi aveva prestato la mia fidanzata. In un attimo ci siamo ritrovati in tre in un metro quadrato. Ci siamo abbracciati, nutrendoci di neve". Poco distante Forti sentivano anche le voci di un altro ragazzo e dei bambini, con i quali non e' stato possibile comunicare. "La paura e' stata tanta e abbiamo pregato", ha detto il sopravvissuto. "Io penso che, entro una settimana, saremo in grado ragionevolmente di fare un primo punto sulle indagini", il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini, che coordina l'inchiesta con il sostituto Andrea Papalia. Al vaglio dei pm diversi faldoni che si ingrossano man mano con testimonianze, licenze edilizie dell'albergo, rilievi cartografici, fotografie dei luoghi, tabulati telefonici, piano neve e bollettini meteo. Sulla base dei riscontri i magistrati decideranno se vi sono le condizioni per eventuali avvisi di garanzia a carico di indagati. "Dopo questa prima fase - ha, infatti, rimarcato Tedeschini - passeremo a fare altro". I prossimi giorni potrebbero essere pronti anche i primi riscontri delle autopsie effettuate sui cinque cadaveri recuperati fino ad ora, affidate ai medici legali Ildo Polidoro e Cristian D'Ovidio.
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Black out, ancora 14 mila utenze senza corrente elettrica nel Teramano
Sono proseguite per tutta la notte le attivita' dei 1600 tecnici di e-distribuzione, provenienti da tutta Italia, per raggiungere le aree rimaste senza corrente elettrica in Abruzzo, riparare le linee interrotte e procedere alla posa di oltre 600 gruppi elettrogeni. Nella Regione l'emergenza e' rientrata nelle Provincie di Chieti e Pescara, dove si continua a lavorare per rialimentare utenze residue sparse. La situazione dovrebbe rientrare nella normalita' in giornata anche nella Provincia di Teramo dove restano attualmente 14.000 clienti senza corrente elettrica di cui 4.000 in Comuni non raggiungibili e altri 1.000 in frazioni isolate. Tutte le operazioni per il ripristino del servizio sono svolte in stretto coordinamento con la Protezione Civile, le Prefetture e le Istituzioni Locali. Dall'inizio dell'emergenza la task force di e-distribuzione ha progressivamente rialimentato circa 200.000 utenze
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