In provincia di Chieti sono entrate in funzione le Centrali Operative Territoriali (COT), strutture chiave nell’organizzazione sanitaria, finalizzate ad accorciare la distanza tra i cittadini e tutti, davvero tutti, i percorsi di cura. Sono ubicate a Chieti, con il ruolo di hub, e poi a Casoli, San Salvo e Lanciano come spoke, con funzioni precise: lavorano sulla presa in carico, dimissioni e trasferimento dei pazienti, integrando l’assistenza sanitaria con quella sociale. Volendo cercare una metafora che renda bene l’idea è una “torre di controllo”, che dirige il traffico sul territorio e si interfaccia con i vari servizi e i professionisti della salute: Case e Ospedali di Comunità, Unità di Continuità Assistenziale, Cure Domiciliari Integrate, Rsa, residenze e centri diurni, ospedali, strutture di riabilitazione, medici di medicina generale e pediatri, oltre che con i servizi sociali dei Comuni.
La Centrale è un segmento fondamentale della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR, che guarda con particolare attenzione ad aspetti come fragilità, prossimità e domiciliarità degli interventi, compreso l’utilizzo di tecnologie come la telemedicina a supporto della presa in carico del paziente.
Queste nello specifico le funzioni: mappatura dei servizi presenti sul territorio tramite piattaforma web della Regione Abruzzo, che rende visibili i posti letto delle strutture ospedaliere e territoriali, residenziali e semiresidenziali; coordinamento della presa in carico della persona tra i diversi setting assistenziali (ammissione/dimissione negli ospedali, nelle strutture residenziali o di ricovero intermedie, con prenotazione dei posti, o a domicilio); tracciamento delle transizioni tra diversi setting; monitoraggio dei tempi di attivazione dei servizi e delle eventuali liste di attesa per l’accesso alle strutture; verifica della reale presa in carico della persona; integrazione con i servizi di cure domiciliari distrettuali .
Possono chiedere l’intervento della COT i reparti ospedalieri, medici e pediatri di famiglia, medici della continuità assistenziale, operatori dei servizi distrettuali e delle strutture residenziali e cure intermedie, oltre ai servizi sociali dei Comuni.