Traffico di droga, sgominata una banda italo-albanese

I carabinieri del Comando Provinciale di Cagliari e della Compagnia di Quartu Sant’Elena, insieme a reparti territoriali e specializzati e il supporto della direzione centrale per i servizi antidroga, stanno eseguendo decine di provvedimenti cautelari per associazione finalizzata al traffico internazionale di droga nelle province di Cagliari, Sassari, Nuoro, Genova, Forlì Cesena, Ravenna, Firenze, Pescara e Teramo. E’ stata sgominata una banda italo-albanese operante prevalentemente tra Sardegna, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo.

Anche l’Abruzzo è tra le regioni interessate dall’operazione ‘Family and friends’ dei carabinieri di Cagliari e di Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari. Quaranta le persone arrestate dai carabinieri nell’ambito della maxi operazione diverse le misure cautelari eseguite, dai carabinieri, a Pescara e Teramo, anche in carcere. I provvedimenti sono stati richiesti dalla direzione distrettuale antimafia (Dda) cagliaritana.

Sono stati sequestrati anche panetti di hashish, un fucile a canne mozze, un bilancino di precisione e un apparecchio per il sottovuoto. Delle 40 misure cautelari disposte dal gip, 29 riguardano cittadini italiani (tutti domiciliati in Sardegna fra le province di Sassari, Cagliari e Nuoro), le altre albanesi e spagnoli, quasi tutti residenti in Italia nelle province di Forli’ Cesena, Ravenna, Firenze, Pescara e Teramo. Le indagini sono scattate nel 2018 quandi i carabinieri della compagnia di Quartu Sant’Elena hanno raccolto un’indiscrezione: un presunto boss della droga finito in carcere aveva passato il testimone a un suo uomo di fiducia, poi identificato – secondo l’accusa – in G.P., 42 anni, raggiunto da una nuova ordinanza di misura cautelare in carcere. La base logistica era a Quartu che, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, ufficialmente si occupava di commerciare ortofrutta.

L’abitazione era protetta da un sistema di videosorveglianza che avrebbe allertato i residenti in caso di un intervento delle forze dell’ordine. Ai vertici dell’organizzazione, in base agli esiti investigativi, c’erano anche P.G., 52 anni, di Cagliari, ipovedente, che si serviva di numerosi collaboratori, e G.G., 37 anni, di Sassari, ora ricercato in Francia.

Gli indagati si servivano di schede telefoniche intestate a fantomatici cittadini pakistani e utenze internazionali, in particolare spagnole. Dal sud della Spagna arrivava l’hashish, che i referenti sardi del traffico andavano a trattare di persona, pagandolo in contanti e in anticipo. E’ stato documentato un viaggio in cui due corrieri in auto avevano nascosto 300 mila euro nella ruota di scorta dell’auto. Anche la cocaina veniva pagata in anticipo ai referenti albanesi nella penisola, che poi la facevano arrivare in Sardegna con corrieri italiani, di soliti insospettabili coppie che si spostavano in macchina con doppi fondi in cui era nascosta la droga. Hashish e cocaina (non e’ stato appurato se quest’ultima arrivasse dall’Albania) venivano poi smerciate fra compratori di medio livello sulle piazze di Cagliari e Sassari.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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