Respirare i gas di scarico non è un semplice “rischio del mestiere”, ma una minaccia silenziosa che può costare la vita. I fumi dei motori diesel, compagni di lavoro quotidiani per migliaia di meccanici, sono classificati come cancerogeni di gruppo 1: certi, non probabili. Colpiscono la vescica, agendo sul Dna delle cellule. Partendo da questa evidenza scientifica, la Asl Lanciano Vasto Chieti ha attivato una strategia di intervento volta a prevenire il rischio in ottica di “assistenza alle imprese” prima che di “vigilanza”, per favorire l’emersione delle criticità. Nell’aula “Rosanna Antognetti” della palazzina Sebi a Chieti il Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spsal) si è confrontato con un campione di 30 imprese di autoriparazione. Un tavolo tecnico, ma dal sapore molto pratico, per avviare la fase operativa del Piano mirato di prevenzione (Pmp). A spiegare i dettagli tecnici e sanitari c’erano camici bianchi e tecnici della prevenzione. Insieme a Milena Rosa Monaco, direttore facente funzioni dello Spsal, sono intervenuti i dirigenti medici Simona Pulini e Claudia Giurgola, che hanno illustrato l’impatto clinico degli inquinanti, affiancati da Matteo Quirino, referente per la sicurezza chimica (Reach), e Antonio Chiaverini. L’obiettivo dichiarato è abbattere la curva delle malattie professionali in un settore dove il rischio è poco visibile, ma le conseguenze sono fin troppo concrete.
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