“A rischio 1.800 posti di lavoro nei call center dell’Aquila”. E’ il grido di allarme lanciato da Venanzio Cretarola, presidente dell’associazione “Lavoriamo L’Aquila” e referente nazionale del settore call center del sindacato Cisal Comunicazione. “Il mondo aquilano dei call center è scosso da un vero e proprio terremoto che sta mettendo a rischio circa 1800 lavoratori a causa del mancato rispetto della legge sulla clausola sociale di salvaguardia dell’occupazione preesistente nei casi di cambio di gestore delle commesse di lavoro – spiega ancora -. Tutto questo rischia di aprire iun vero buco a una vertenza di dimensioni enormi”. Cretarola chiede l’intervento delle istituzioni e della politica anche nell’imminenza delle elezioni regionali del 10 febbraio. “Non vogliamo promesse vane o passerelle elettorali. Ma chiediamo da adesso, che ci entrerà in Regione, a prescindere dal colore politico abbia a cuore il destino lavorativo degli aquilani e che metta in campo come ente, tutte le azioni concrete per aiutarci”. Presente alla conferenza stampa una delegazione di lavoratori internali dell’azienda “Customer 2 care”, licenziati a causa del cambio di gestione della commessa Wind-Tre-H3g, “nonostante siano stati addetti al servizio da due anni in maniera continuativa, e quindi sottoposti a clausola sociale”, chiarisce Cretarola. “Il primo settore a soffrirne sarà proprio quello del contact center – conclude – e L’Aquila è la città più penalizzata di tutte, a tal punto da sfiorare quella che reputo una vera e propria crisi sociale per la dimensione occupazionale raggiunta”.
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