
L’intervento della CNA Fita interviene “numeri alla mano” sui danni che questo stato di cose provoca al mondo dell’autotrasporto, ma più in generale sull’economia della nostra regione: «Le province di Teramo e L’Aquila, in particolare, sono destinate a subire impatti significativi a causa dei maggiori tempi di percorrenza derivanti dal restringimento di questo tratto stradale. Secondo una nostra stima dettagliata, l’impatto economico derivante dai maggiori tempi di percorrenza sui veicoli pesanti risulta molto penalizzante. Nell’arco dei 45 giorni di disagi, il maggior costo medio che ogni veicolo pesante che transita per il traforo del Gran Sasso dovrà subire, è pari a circa 2.602,75 euro. Secondo i dati ACI 2023, nelle province di Teramo e l’Aquila circolano rispettivamente 35.271 e 34.763 camion. Stimando, in maniera prudenziale, che un quarto di questi veicoli abbiano come via quotidiana quella del traforo, nei 45 giorni di circolazione alternata, le imprese di autotrasporto della provincia di Teramo subiranno una maggiorazione di costi pari a 22.950.398 euro, mentre quelle della provincia dell’Aquila affronteranno un aggravio economico di 22.619.849 euro».