Bankitalia certifica la ripresa

Una ripresa solida, ben superiore alle attese e “intorno al 6%” atteso dal Governo. E’ Bankitalia a mettere il sigillo sul 2021 del grande rimbalzo, mettendo in evidenza, in particolare, come il ritmo elevato delle vaccinazioni e il ritorno alla mobilita’ abbiano dato una forte spinta ai consumi. Con due fattori principali d’incertezza: il futuro della pandemia, e l’inflazione crescente, che per Bankitalia e’ temporanea e non mette a rischio uno scenario di politica monetaria favorevole. Ma agita i mercati e comincia ad avere un impatto sul manifatturiero europeo.

Puntando nel medio termine ad aumentare strutturalmente la crescita, agendo sul potenziale con le riforme. L’inflazione, legata al caro-energia e alle strozzature al commercio estero su settori-chiave dalle componenti auto ai microchip, continua pero’ a innervosire gli investitori: per il suo impatto potenziale sulla politica monetaria, l’altra “stampella” della ripresa assieme allo stimolo di bilancio. E sull’attivita’ economica. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni ha toccato oggi quota 112 base, con un rendimento del prodotto del Tesoro all’1,03%, entrambi su nuovi massimi degli ultimi 5 mesi. Dalla Francia e Germania, infatti, gli indici Pmi sull’attivita’ economica segnalano una frenata del manifatturiero (ai minimi di nove mesi quello tedesco). Motivo, proprio per l’impatto, in termini di costi e approvvigionamenti, sull’industria. Le aspettative di inflazione nella zona euro tra gli investitori obbligazionari hanno toccato il livello piu’ alto da diversi anni, con il tasso ‘breakeven’ tedesco a 10 anni salito a 1,81%, massimo da aprile 2013. L’analogo indicatore Usa ha toccato il massimo da agosto 2012, a 2,64%. Numeri che mettono pressione sulla Bce. Riferendosi all’Italia, ma con parole che valgono anche per l’intera Eurozona, Bankitalia ribadisce che “le strozzature dal lato dell’offerta potrebbero continuare a ripercuotersi sui prezzi per un periodo piu’ prolungato di quanto inizialmente atteso”. Che l’inflazione, che a settembre ha raggiunto il 2,9% con i rincari energetici (3,4% nell’Eurozona), vede un’accelerazione che “potrebbe protrarsi nei prossimi mesi, ma non dovrebbe estendersi al medio periodo”. E’ la stessa linea della Bce: fattori inflazionistici transitori. La crescita dei salari “e’ rimasta molto contenuta in agosto” – ragiona il Bollettino economico di Via Nazionale – il costo del lavoro e’ aumentato solo dello 0,7% nel secondo trimestre. I piani delle imprese di rincaro dei listini “restano ancora inferiori al 2%”. E per la manifattura italiana al momento “non si sono materializzati i rischi di un aumento sostenuto e generalizzato dei prezzi delle componenti che piu’ dovrebbero risentire delle strozzature dal lato dell’offerta (elettrodomestici, beni informatici, mezzi di trasporto)”. Nel trimestre estivo, poi, il +2% atteso di crescita ha beneficiato del ‘risveglio’ dei consumi. Con vaccinazioni e ritorno alla mobilita’ il saldo netto delle aspettative sulla situazione economica generale e del mercato del lavoro a 12 mesi “e’ divenuto positivo per la prima volta dall’avvio delle rilevazioni nella primavera del 2020″, dice il Bollettino. E di conseguenza i comportamenti di consumo, pur ” condizionati dall’emergenza sanitaria”, appaiono “in progressivo miglioramento”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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