Buone notizie giungono dalla vendemmia 2021, produzione in crescita

Buone notizie giungono dalla vendemmia 2021. Nonostante le avversita’ climatiche, l’anno scorso l’Italia ha prodotto quasi 50 milioni di ettolitri di vini e mosti. Per la precisone: 49,98 milioni di ettolitri, di cui 42 mln/hl di vini e 7,95 mln/hl di mosti, un quantitativo superiore dell’1,6% rispetto ai volumi del 2020 (49,1 mln/hl). A settembre scorso, le stime previsionali vendemmiali elaborate da Ismea, Uiv e Assoenologi prospettavano quantitativi in calo di circa il 9%, compresi in una forbice tra 43,7 mln/hl e 45,3 mln/hl, a causa di gelate primaverili e siccita’ estiva. Insomma, anche nel 2022 non ci sara’ il rischio di restare a secco. Con queste cifre l’Italia si conferma il primo produttore di vino nel mondo. Poi ci sono le differenze e le diversita’ regionali: il Veneto rimane attestato sui volumi del 2020 con circa 11,7 milioni di ettolitri di vino nel mentre la Toscana, stimata a 1,65 mln/hl, dichiara 2 mln/hl, non troppo distante dai 2,2 mln/hl del 2020. Stabile, a 2,7 mln/hl, anche il Piemonte, mentre l’Emilia Romagna scende da 7,89 a 7,1 mln di ettolitri.

Anche le scorte reggono: a gennaio 2022 ammontano a 61,9 milioni di ettolitri di vino (+1% annuo) mentre anche la domanda del mercato resta molto alta, trascinata dall’export che ha appena registrato l’ennesimo record con 7,1 miliardi di euro, sostenuto da Dop e bollicine (il 2021 registra un +12,4%), secondo i dati di Cantina Italia. Ma nell’analizzare i listini alla produzione, si riscontra invece che gia’ a partire dallo scorso bimestre agosto-settembre il mercato e’ entrato in una fase di incremento generalizzato mentre sale anche l’indice dei costi di produzione per le imprese. Listini in crescita anche per Chianti Docg (152 euro/hl e +52,5%), Barbera del Monferrato (120 euro/hl con +26,3%), Chianti Classico (290 euro/hl e +15%), Valpolicella (200 euro/hl e +48%), Lambrusco Grasparossa (64,5 euro/hl e +5%), Lambrusco Reggiano (56,5 euro/ hl e +7,6%), Montepulciano d’Abruzzo (76 euro/hl e +14%), Rosso Piceno (92 euro/hl e +22,7%), Etna (207,5 euro/hl e +1,2%). Ci si chiede se sia in corso, ad esempio, un normale andamento dei mercati oppure invece si tratti di speculazione bella e buona, vista la contingenza geopolitica ed economica che influisce sul rincaro dei costi energetici, ad esempio, con una inevitabile ricaduta generale sui costi di produzione. Le risposte sono controverse: c’e’ chi pensa che si tratti di una normale dinamica di mercato nel rapporto domanda/offerta e al complessivo calo mondiale della raccolta del vino, indipendentemente dai buoni risultati ottenuti dalla Penisola e chi, invece, ai recenti rincari di bollette energetiche, vetro, carta, sughero, legno e trasporti che fanno svettare l’indice dei costi a un +12%. Dato significativo, inoltre, anche la ripresa dei consumi dopo la progressiva uscita dalla pandemia e le riaperture dei locali in seguito all’alleggerimento della presa dei divieti e delle restrizioni.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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