Cna propone gruppi d’acquisto contro il caro bollette

Cercare di contrastare, insieme, con tutti gli strumenti a disposizione l’impennata dei costi dell’energia, agendo, nel frattempo, per eliminare i costi impropri che contribuiscono a far lievitare i prezzi sul mercato. E’ l’idea su cui lavora la Cna Abruzzo che, di fronte all’autentico “grido di dolore” lanciato da artigiani e piccoli imprenditori che si sono visti recapitare bollette salatissime, ha deciso di lanciare una proposta: creare gruppi d’acquisto che sul libero mercato cerchino all’asta la miglior offerta per abbattere i costi. A spiegare il meccanismo è il responsabile regionale del settore Energia, Gabriele Marchese: “Già oltre duecento imprenditori si sono rivolti a noi sottoponendoci i loro casi. Stiamo creando, con il contributo di un grande broker nazionale – dice ancora Marchese – una sorta di “gruppo d’acquisto” in grado di negoziare il prezzo il migliore con i diversi gestori, in modo da calmierare almeno in parte i costi. Dopo una valutazione su ciascun caso, il broker cercherà mensilmente, con un’asta telematica, l’offerta più conveniente: una volta trovata, si procederà al cambio di gestore, e i costi verranno poi rivisti su base annua. Insomma, stiamo cercando di alleggerire il fardello che grava sui bilanci delle imprese”.

E’, inoltre, di questi giorni l’iniziativa della Cna nazionale, di cui il presidente della Cna Abruzzo, Savino Saraceni, è vicepresidente, che chiede un deciso cambio di passo del Governo, attraverso un intervento che guardi ai problemi non solo della grande impresa, ma della piccola e micro, che di fatto sopporta ingiustamente più dei grandi gruppi la maggior parte degli oneri generali di sistema. “Le piccole imprese italiane e le imprese artigiane – spiega Cna – subiscono infatti una distribuzione iniqua del sistema degli oneri generali, a cui contribuiscono per il 49% (circa 4,7 miliardi di euro) e con i quali finanziano anche, paradossalmente, le agevolazioni per le aziende energivore alle quali non accedono. Una distribuzione sperequata che aggrava i “normali” costi energetici di un ulteriore 35%, mettendo le piccole imprese ai margini di un mercato in cui le imprese industriali hanno il vantaggio competitivo di pagare l’energia quattro volte di meno”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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