Coldiretti Abruzzo torna a sottolineare l’emergenza delle stalle abruzzesi in cui il prezzo dei mangimi e dei cereali destinati ad uso zootecnico è cresciuto di oltre il 20% con i prezzi del latte bovino all’origine che non superano invece i 37 centesimi al litro e avevano già avuto un crollo di 2 centesimi con l’inizio dell’emergenza sanitaria (passando da 39 a 37 centesimi).
Coldiretti ricorda che in Abruzzo c’è in gioco un settore che conta oltre 60 mila capi bovini di cui 15.000 vacche da latte e oltre 500 aziende specializzate nella produzione di latte bovino che garantiscono occupazione e prodotti controllati e di qualità: il rischio di chiusura si fa sentire e, quando una stalla chiude, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado”. Ma la situazione pesa su tutto l’allevamento italiano: con la pandemia da Covid – sottolinea Coldiretti – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione.