Il 2025 si chiude come un anno intenso per l’agricoltura regionale. Coldiretti Abruzzo ha tracciato un bilancio segnato da una forte mobilitazione sindacale e da un quadro produttivo che ha richiesto capacità di adattamento alle imprese. L’organizzazione indica il 2025 come l’anno delle principali iniziative di protesta, con agricoltori abruzzesi presenti anche a Bruxelles per contestare le politiche europee sulla PAC. A livello regionale, due le mobilitazioni principali a L’Aquila: una a sostegno della zootecnia colpita dall’emergenza Blue Tongue e una, a dicembre, per la consegna alla Regione della piattaforma politica per il 2026. Secondo il presidente Pietropaolo Martinelli, il comparto mostra segnali di vitalità anche grazie all’aumento della presenza giovanile.
Sul fronte della promozione e dell’innovazione, il Villaggio Coldiretti di Pescara ha rappresentato il principale evento dell’anno, insieme alle iniziative dedicate a imprenditoria giovanile e femminile, all’Oscar Green Abruzzo e al settore agrituristico. La chiusura del 2025 è avvenuta con le Giornate del Ringraziamento in tutte le province. Per il direttore Marino Pilati, il denominatore comune resta la qualità delle produzioni, pur in presenza di criticità legate ai costi e alla redditività.
Dal punto di vista produttivo, l’annata agraria è risultata differenziata. Il comparto vitivinicolo registra una ripresa dopo un 2024 complesso, con volumi stimati in crescita di circa il 20 per cento e livelli qualitativi elevati. L’olivicoltura mostra un quadro più disomogeneo, con una produzione complessiva intorno alle 8mila tonnellate, flessioni nel Teramano e segnali positivi nel Chietino; le Dop regionali hanno raggiunto quotazioni tra 12 e 13 euro al chilo. La zootecnia ha risentito dell’emergenza sanitaria Blue Tongue, con effetti sulla movimentazione dei capi, mentre l’accordo nazionale sul prezzo del latte ovino ha contribuito a stabilizzare il mercato a fine anno.
Criticità persistono nei cereali, in particolare per il grano duro, con prezzi scesi a circa 30 euro al quintale, e nell’orticoltura del Fucino, penalizzata da siccità e costi energetici nonostante una domanda vivace. Ortaggi e florovivaismo restano comunque pilastri del PIL agricolo regionale e dell’export. Guardando al 2026, Coldiretti Abruzzo indica come priorità la difesa del reddito agricolo, la gestione delle risorse idriche, la tutela delle produzioni identitarie e un rafforzamento delle politiche regionali a sostegno del settore primario.
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