Da gennaio a maggio sono aumentati del 66 per cento gli infortuni sul lavoro in Abruzzo

Da gennaio a maggio sono aumentati del 66 per cento gli infortuni sul lavoro in Abruzzo rispetto allo stesso periodo del 2021 e purtroppo il dato regionale è tra i dati peggiori in Italia dove la crescita media degli infortuni è stata del 48 per cento. Solo Campania e Liguria hanno dati peggiori. Lo ha detto Francesco Spina, segretario regionale Cgil sottolineando che, in regione, sono 7 mila 628 gli infortuni nei primi 5 mesi dell’anno, 3 mila 46 in più rispetto al 2021. Di questi eventi 2 mila 333 in provincia di Chieti (56 per cento in più%), 1.411 all’Aquila (45 per cento in più), 1.567 a Pescara con una crescita del 55 per cento. In provincia di Teramo sono stati 1.208 gli infortuni, il doppio rispetto allo scorso anno: il 109 per cento in più che porta il teramano tra le province in Italia in cui è stato più alto l’aumento percentuale degli incidenti sul lavoro. “Un aumento causato in particolare da scelte organizzative volte ad affrettare i tempi di lavorazione sia per ragioni di offerta commerciale che per la corsa al bonus – ha spiegato il sindacalista – Non è un caso, infatti, che se si escludono gli infortuni Covid-19, ad essere maggiormente colpiti sono i settori del trasporto e magazzinaggio, con 794 infortuni, e quello delle costruzioni con 367 infortuni”.

Spina rimarca anche l’elevata precarizzazione del mondo del lavoro, di 10 nuovi contratti 8 sono precari e 3 di questi di durata inferiore ad un mese con poca formazione ed esperienza per i lavoratori.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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