Il possibile arrivo dei dazi per l’esportazioni della pasta verso gli Usa rischia di trasformarsi in rincari anche nel nostro Paese, perché i produttori punterebbero a recuperare parte dei guadagni persi. Ad affermarlo è Assoutenti che, sulla notizia di nuovi dazi al 107% in arrivo sulla pasta italiana, ha fatto una breve indagine sul prezzo praticato nel nostro Paese: in media per un chilo di pasta si pagano 1,84 euro, con un rincaro che dal 2021 è stato già del 24,2% Prendendo in esame le principali città italiane – emerge dall’analisi di Assoutenti realizzata sulla base dei dati del ministero delle Imprese e del Made in Italy – oggi un chilo di pasta di semola di grano duro varia da una media di 2,15 euro di Pescara a una media di 1,33 euro di Palermo. Listini sopra i 2 euro/kg anche ad Ancona (2,08 euro), Cagliari (2,05 euro) e Firenze (2,03 euro). Roma è più costosa di Milano: un chilo di pasta si attesta in media a 1,97 euro/kg, contro 1,79 euro/kg di Milano. In base ai dati Istat – rileva Assoutenti – “rispetto a settembre 2021 oggi un chilogrammo di pasta costa in media in Italia il 24,2% in più. La guerra in Ucraina, la crisi delle materie prime unitamente al caro-energia ha portato al rialzo i costi di tale prodotto simbolo del nostro Paese. E i pericoli per i consumatori non sono finiti”.
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