Lavoro, +260mila posti in 4 mesi e cresce il lavoro stabile

L’occupazione dipendente e’ ancora su livelli lievemente inferiori rispetto alla seconda meta’ del 2021. Dall’inizio dell’anno il saldo e’ positivo con 260.000 posti di lavoro in piu’. Dai minimi toccati nel 2020 con la crisi Covid sono state recuperate oltre un milione di posizioni lavorative e dai dati di gennaio-aprile 2022 – diffusi da ministero del Lavoro, Anpal e Banca d’Italia – emerge un primo segnale positivo di ripresa dei contratti a tempo indeterminato e del lavoro nel turismo. Intanto, la convention dei Giovani Imprenditori di Confartigianato rilancia l’allarme gap tra formazione dei giovani ed esigenze delle imprese con un rapporto “sui paradossi del mercato del lavoro”: ne emerge che “le aziende (dati 2021) hanno difficolta’ a trovare 295mila under 30 con competenze digitali e 341mila under 30 con competenze green” da assumere; “Le imprese italiane faticano a trovare il 52% della necessaria manodopera qualificata”, dato stridente con una realta’ in cui “nel frattempo (dati 2020) 1,1 milione di giovani under 35 non studia e non cerca occupazione e 40mila giovani tra 25 e 34 anni sono espatriati in cerca di lavoro”.

I dati sull’occupazione indicano che tra gennaio ed aprile sono stati attivati 2.190.398 contratti mentre ne sono cessati 1.930.357: il saldo e’ positivo per 111.488 posti a tempo indeterminato e 160.196 a termine mentre i contratti di apprendistato si sono ridotti di 11.643 unita’. La crescita non e’ omogenea: si riduce il contributo dell’industria, rallenta il comparto delle costruzioni con i nuovi contratti a marzo ed aprile “piu’ che dimezzati rispetto al bimestre precedente”, accelera il turismo. Ne complesso, viene evidenziato, nei primi quattro mesi dell’anno “la dinamica del mercato del lavoro e’ stata sostenuta soprattutto dai contratti a tempo indeterminato” (circa due terzi delle attivazioni nette), “la propensione delle imprese a trasformare i rapporti di lavoro temporanei e’ tornata sui livelli precedenti l’inizio della pandemia”. Con l’industria in frenata ed il turismo in espansione “resta costante la crescita dell’occupazione delle donne e rallenta quella degli uomini”.

L’analisi dei giovani di Confartigianato evidenzia che “la distanza dei ragazzi italiani dal mondo del lavoro colloca il nostro Paese al primo posto nella Ue per la maggiore percentuale di Neet”- Per giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non sono disponibili a lavorare le percentuali piu’ alte sono in Sicilia con il 36,3%, poi Campania (34,1%), Calabria (33,5%), Puglia (30,6%), Molise (27,7%); le piu’ basse nella Provincia autonoma di Bolzano (13,3%), in Veneto (13,9%) e Emilia Romagna (15,1%). “Non brilliamo nemmeno per l’integrazione tra scuola e lavoro” e “cresce il fenomeno della fuga all’estero dei nostri giovani; tra il 2016 e il 2020, tra i giovani italiani under 40 laureati, gli espatri superano i ritorni in Italia di 65 mila unità”. Non manca la “voglia di fare impresa dei giovani italiani che ci fa guadagnare il record positivo di Paese europeo con il maggior numero di imprenditori e lavoratori autonomi under 35: ben 694mila e sono 123.321 le imprese artigiane con a capo un under 35”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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