Legge elettorale relativa alle energie rinnovabili, Pompetti: investimenti a rischio

Sulla legge regionale relativa alle energie rinnovabili, in via di approvazione, interviene l’ingegner Marco Pompetti, rosetano, partner di un’azienda con sede a Milano, la Rebee che sviluppa impianti in tutta Italia.
“Sarebbe opportuno”, spiega Marco Pompetti in una nota, “che anche la Regione Abruzzo attendesse, come già stanno facendo altre amministrazioni regionali, le sorti della sospensiva. Il governo nazionale, infatti, sta emanando incentivi e finanziamenti alle imprese agricole, alle aziende energivore e ai cittadini (attraverso le Comunità Energetiche) utili a raggiungere gli obiettivi. I vantaggi economici saranno appannaggio anche dei Comuni che riceveranno annualmente dagli impianti dal 2 al 3 per cento degli introiti prodotti. Non vorrei, però, che la nostra regione corra il rischio di perdere l’ennesimo treno dello sviluppo e della salvaguardia dell’ambiente”.

“Il disegno di legge regionale, nelle norme transitorie, stabilisce una moratoria per tutti i progetti in corso di autorizzazione, salvo rare eccezioni e questo significa che tutti gli investimenti di aziende e cittadini che stanno puntando all’obiettivo 2030 moriranno all’ultimo miglio. Dietro questo obiettivo, sancito da accordi internazionali, c’è la salute, ci sono i posti di lavoro della filiera e aziende che provano a resistere generando energia a basso costo” si legge nella nota.

“Come società”, riprende Pompetti, “stiamo autorizzando ormai da 18 mesi progetti pronti per accedere alla normativa Energy Release 2.0 che consente alle più grandi aziende energivore abruzzesi di ridurre il costo dell’energia di oltre il 50 per cento con ricadute importantissime in termini di competitività. Questi progetti, purtroppo, moriranno e non è escluso che qualche azienda delocalizzi in regioni dove l’energia costerà meno o che consentano loro di realizzarsi un impianto. Su questo argomento, il ddl abruzzese invero, pone dei limiti importanti introducendo l’inidoneità dei terreni “irrigui” ovvero della quasi totalità dei terreni nelle aree limitrofe alle industrie perlomeno di alcune province creando anche un caso politico. Onestamente si fa fatica a capirne il senso, visto che nelle altre regioni questo limite non si pone e anzi si deroga in qualsiasi modo per incentivare impianti agri voltaici e comunità energetiche. Argomenti assolutamente assenti nella nuova norma regionale. Tutto questo”, prosegue l’ingegnere, “mentre il costo dell’energia elettrica, per le aziende della nostra regione arriva a 142 euro per megawattora. Un salasso visto che dal primo gennaio del prossimo anno non sarà più tutelato dal prezzo unico nazionale, Pun, che in Italia ha una media di 101 euro”.

“Confidiamo”, conclude Marco Pompetti, “nei lavori del consiglio regionale affinché questa grande opportunità di attrarre risorse nel territorio non diventi un’occasione persa contornata di ricorsi giudiziari”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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