L’Italia è ultima in Europa per occupazione femminile

L’Italia è ultima in Europa per occupazione femminile, penultima per divario di genere occupazionale. L’occupazione femminile al 51,1% è inferiore di oltre 18 punti percentuali rispetto alla quota di uomini al lavoro nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni, registrando così il secondo divario di genere più ampio in ambito lavorativo tra i paesi dell’Unione Europea dopo la Grecia, dove si registrano oltre 19 punti percentuali di divario tra occupazione maschile e femminile. È l’ultima fotografia statistica, che mette a fuoco i dati del 2022 sul gender gap in Italia elaborati dalla Banca d’Italia sul tema nell’ambito del progetto “Le donne, il lavoro e la crescita economica”, avviato nel 2020. Il tema analizzato riguarda i differenziali di genere e le loro determinanti tra le quali figurano: la scelta dei percorsi scolastici e le difficoltà legate alla transizione scuola-lavoro, la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare e la progressione di carriera più lenta rispetto agli uomini.

Le donne percepiscono mediamente retribuzioni più basse dell’11% rispetto ai colleghi uomini. Questo differenziale è già ampio all’ingresso nel mercato del lavoro: il 16% tra i diplomati, il 13% tra i laureati. IL divario si accentua ancora di più con la maternità e con l’avanzare della carriera. Sono alcuni dei dati sul gender gap in Italia presentati nel rapporto della Banca d’Italia sul tema che illustra i principali risultati del progetto “Le donne, il lavoro e la crescita economica”. Per quanto riguarda la maternità, rispetto alle donne senza figli, nei due anni successivi alla nascita del primo figlio le madri occupate hanno una probabilità quasi doppia di non avere più un impiego e, a quindici anni dal parto, le loro retribuzioni medie sono circa la metà (considerando le madri che continuano a lavorare). Il differenziale retributivo si amplia ulteriormente più avanti nella carriera ed è maggiore tra i lavoratori con redditi più elevati. Tra i dipendenti del settore privato, a 64 anni di età, la differenza tra l’ultimo decile della distribuzione del salario unitario di uomini e donne è quasi il 30 per cento; per il primo decile è meno del 10. Le donne occupate, inoltre, hanno più di frequente impieghi di tipo temporaneo (18% delle donne occupate alle dipendenze, 16 per gli uomini) e part-time (31,7% delle lavoratrici, 7,7 dei lavoratori). Il part-time non è sempre una scelta delle donne: una lavoratrice a tempo parziale su due sarebbe disponibile a lavorare a tempo pieno (la quota più elevata osservata tra i paesi dell’Unione europea).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Mostra del Fiore Florviva, 150 espositori al porto turistico

Taglio del nastro al porto turistico Marina di Pescara, per la 46esima edizione della Mostra …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *